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Black History Month, i comunicatori afroamericani nella storia USA

07/02/2018

Sebastiano Mana

Evidenziare il ruolo di primissima importanza che i comunicatori afroamericani hanno avuto nella storia degli USA, affrontando, generazione dopo generazione, i principali problemi che affliggevano le minoranze etniche, dalla schiavitù alla parità dei diritti, dal voto al mercato del lavoro. È stato l'obiettivo dell'incontro, organizzato lo scorso 1° febbraio a New York, dal Museum of Public Relations, nell'ambito delle celebrazioni del Black History Month.

Il mese di febbraio negli Stati Uniti è dedicato alla celebrazione delle persone e degli eventi più significativi che hanno contraddistinto la storia degli afro-americani. La stessa ricorrenza viene osservata anche in Canada e in Gran Bretagna.

Il Black History Month viene celebrato negli U.S.A. dal 1976, anno in cui il Presidente Ford riconobbe ufficialmente la ricorrenza.

Il Museo delle Public Relation di New York City, per il secondo anno consecutivo, ha deciso di omaggiare i grandi Afro-Americani che hanno svolto un ruolo attivo nel campo della comunicazione e delle relazioni pubbliche con un evento tenutosi presso la Joseph I. Lubin House giovedì 1° febbraio.

L’incontro, moderato dalla Prof.ssa Rochelle D. Ford, docente di comunicazione pubblica alla Syracuse University , ha visto alternarsi relatori come Kenneth Morris Jr., Presidente della Fondazione Frederick Douglass, Donald Singletary, grande esperto di comunicazione d’azienda, Tracey Mendelsohn, Presidente della Black Public Relations Society, Judith Harrison della Weber Shandwich, la Prof.ssa Denise Hill della Elon University e Mike Paul, Presidente della Reputation Doctor e grande esperto dei crisis PR e reputation management.

Il filo conduttore degli interventi è stato evidenziare il ruolo di primissima importanza che i comunicatori afro-americani hanno avuto nella storia degli States, affrontando, generazione dopo generazione, i principali problemi che affliggevano le minoranze etniche (non solo i neri, quindi), dalla schiavitù alla parità dei diritti, dal voto al mercato del lavoro.

L’attenzione, soprattutto da parte di Kenneth Morris Jr., è stata posta sulle figure di due grandi comunicatori del passato come Frederick Douglass e Booker T. Washington.

Frederick Douglass, nato schiavo intorno al 1818, è uno degli americani più importanti del XIX secolo, politico, scrittore, editore, abolizionista e grande sostenitore del suffragio universale. Primo candidato nero al ruolo di Vice Presidente degli Stati Uniti nel 1872, è sempre stato un fervente sostenitore dell’uguaglianza di tutti gli uomini, neri, bianchi, donne e nativi americani. Fu soprattutto grazie alla sua attività che il Presidente Lincoln, nel 1862, firmò il Proclama di Emancipazione che di fatto poneva fine alla schiavitù negli Stati Uniti.

L’attività di Booker T. Washington sostanzialmente si successe a quella di Douglass, morto nel 1895. Nato schiavo nel 1856 da madre nera e padre bianco che non lo ha mai riconosciuto, a Booker T. Washington si deve soprattutto un grandissimo lavoro per la creazione di scuole e il miglioramento dell’istruzione per i bambini neri, soprattutto nel Sud degli States. Primo direttore del Tuskegee Institute, poi diventato University sotto la sua direzione, grazie ad ottime capacità relazionali Booker T. Washington è riuscito a creare una rete di benefattori che comprendeva molte delle famiglie più ricche degli U.S.A. di inizio Novecento. Grazie a tale rete e alla realizzazione di un fondo dedicato, alla sua morte erano circa 5.000 le scuole realizzate, dal Maryland al Texas.

Tra le altre figure di cui si è parlato nel corso della serata, spicca sicuramente quella di una donna, Inez Kaiser, prima Afro-Americana ad aprire una società di relazioni pubbliche che avesse come clienti non solo i neri, ma anche l’”elite” bianca. Tutto questo nella Kansas City di fine anni ’50, anni prima della firma del Civil Rights Act avvenuta nel 1964.

“Quando i libri che trattano il tema delle Public Relation raccontano gli albori di questo settore – spiega Shelley Spector, Presidente del Museo delle Public Relation di New York e organizzatrice dell’evento – si soffermano principalmente sulla vita di tre uomini bianchi: Barunum, Lee e Bernays. In questo modo gli studenti e i giovani professionisti non sanno nulla degli Afro-Americani che hanno avuto un ruolo molto importante nello sviluppare la nostra professione, cosi come la società Americana. Il Museo delle PR, con l’obiettivo di dare una panoramica più completa della storia delle Public Relation, ha organizzato tra appuntamenti sull’ attività dei PR Afro-Americani con la speranza che i giovani professionisti di oggi possano percepire il legame con i propri precursori”.

Il prossimo evento organizzato dal Museo delle PR di New York sarà dedicato al ruolo delle donne nella storia delle Public Relation e si terrà giovedì 1° marzo.

 

 

 
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