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Dreamers: a Roma in mostra il '68

20/04/2018

Cosa resta oggi del sessantotto? “Dreamers. 1968: come eravamo, come saremo” è un percorso fotografico e multimediale per raccontare un anno di snodo per la vita politica e istituzionale, nato da un’idea di Riccardo Luna, direttore Agi, e curata a quattro mani con Marco Pratellesi. Fino al 2 settembre Museo di Roma in Trastevere. Il 4 maggio la presentazione in esclusiva alla stampa.


Un percorso fotografico e multimediale per raccontare un anno di snodo per la vita politica e istituzionale, insieme ad aspetti della società e del costume, dalla dolce vita alle imprese sportive, senza dimenticare la vita quotidiana, la tecnologia, il cinema e la musica.  La mostra, “Dreamers. 1968: come eravamo, come saremo”, che nasce da un’idea di Riccardo Luna, direttore Agi, e curata a quattro mani con Marco Pratellesi, condirettore dell’agenzia, disegna un vero e proprio percorso nell’Italia e nel mondo del 1968: un racconto per immagini e video degli avvenimenti di quell’anno per rivivere, ricordare e ristudiare quell’affascinante storia che ha messo le radici dell’odierno.


Viene così ricreato, grazie alla collaborazione con i numerosi soggetti coinvolti nell’iniziativa, un archivio storico quanto più completo del 1968 attraverso le immagini simbolo dell’epoca. Non solo occupazioni e studenti, ma anche e soprattutto la dolce vita, la vittoria dei campionati europei di calcio e le altre imprese sportive, il cinema, la vita quotidiana, la musica, la tecnologia e la moda. Tutti questi temi vengono raccontati attraverso la cronaca, gli usi, i costumi e le tradizioni in diverse sezioni tematiche, dando vita e facendo immergere il pubblico in questo lungo e intenso racconto nell’Italia, e nel mondo, di un tempo in cui una nuova generazione, in forme molto analoghe in tutti i continenti, si è mobilitata per rimettere in discussione  il mondo che aveva ereditato.


Cosa resta oggi del sessantotto? Questa mostra è stata promossa perché a rispondere all'interrogativo siano soprattutto i giovani di oggi, non solo chi ne è stato protagonista. Perché, oggi come allora, il futuro è di chi lo sa immaginare.



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