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Il contributo intellettuale di Umberto Eco alle Rp

10/03/2016

Miriam Pelusi

Un omaggio a Umberto Eco, in cui si dimostra - per la prima volta - che è stato anche un pensatore di Relazioni pubbliche. Alcuni concetti chiave dell’eredità intellettuale di Eco sono strettamente connessi alla teoria e alla pratica della professione. Grazie alla contestualizzazione storico-filosofica si valorizzano le Rp come un’arte antica.

Celebrare la vita dell’accademico e scrittore Umberto Eco significa valorizzare i suoi risultati caleidoscopici.


Da intellettuale poliedrico, ha volto la sua attenzione su molti argomenti diversi, incluse le Rp, i media, la cultura e la comunicazione.

Ci ha offerto la chiave per la nostra era dell’io-media: l’idea di una cultura mobile e interconnessa per tutti.

Nel 1993 Eco fonda l’Istituto di Discipline della Comunicazione a Bologna, la più antica università in Europa. Eppure il suo contributo al campo delle Rp non è ancora molto noto. Dimostrerò che le sue concezioni hanno profondamente sviluppato nuove prospettive in Rp.

Idee profonde allargano la visione di Rp

Eco ha seguito la rivoluzione digitale. Ha anticipato lo spirito di un nuovo popolo applicando la metafora botanica del rizoma alle comunicazioni di massa.

Questo è l’inizio di una coscienza partecipativa di base. Rappresenta un punto di svolta: da un sistema di controllo gerarchico ad un modello di cooperazione armoniosa. La sfida di questo decennio è muoversi da una modernità liquida decentrata ad una comunità fluida accentrata.

Una comunità è un cerchio, non un triangolo elitario. Ognuno è qualcuno. Ciascuno è sponda e centro, rafforzando l’un l’altro. Questo è un radicale cambio di direzione.

Il paradosso del postmodernismo è la globalizzazione. Produce individualismo, relativismo e consumismo, mentre in una comunità fluida si trova collaborazione. La glocalizzazione genera singolarità, solidarietà e produsage.

Quest’autore di successo coinvolge le persone in uno scenario sempre mutevole, attraverso il dialogo. I suoi dialoghi sono un racconto con il suo pubblico, come lo erano per Aristotele. Nel 1979 con “Lector in fabula”, ha teorizzato la cooperazione interpretativa tra autore e lettore. I messaggi hanno molteplici interpretazioni possibili.


Eco coltiva le relazioni con chiunque: la sua opera è un testo aperto.
Questo intellettuale di gran fama internazionale, ha intuito che costruendo una relazione calorosa e diretta con il suo lettore è un atto di libertà e immortalità.



La sua ricerca è collegata alle teorie di Rp e alla sua pratica. Ha dimostrato che le Rp non sono solo una disciplina economica, limitata a una funzione promozionale del marketing. Questo travisamento snatura le Rp, distorcendone la sua natura e il vero pregio.

All’interno della struttura echiana, si gode una vista panoramica sulla storia delle Rp e riscopriamo le sue origini filosofiche. Le radici delle Rp si sviluppano nella retorica dell’antica Grecia – l’argomentazione richiede empatia e persuasione. Riportando l’essenza delle Rp, le riconosciamo come un’arte, frantumando così il mito delle Rp come scienza.


Questo retroscena storico mette in discussione anche le teorie di misurazione delle Rp. I modelli ROI sono limitati ad un rendiconto finanziario e riducono le Rp ad un’esperienza di consumo monetaria. Al contrario, misurazioni qualitative alzano il valore delle Rp. Questo mutamento ha effetto se le persone percepiscono le Rp come qualcosa di utile per la società.

Il metodo di Eco in semiotica è un’eredità preziosa per la ricerca accademica delle Rp. I segni sono un codice d’espressione condivisa. Qualsiasi comunicazione sta in una simbologia, come un mezzo per esplorare e nominare l’ineffabile. Le Rp, come un linguaggio, sono una creazione simbolica unificante.

Lezioni salva-tempo di Rp

La regola d’oro di Umberto Eco è la semplicità: rendere concrete le idee complesse.

La sua eredità include tre tecniche di Rp, intrecciate tra loro: brevità, creatività e umorismo.

 Apprezzava la brevità come una responsabilità intellettuale. Nelle Rp meno è di più. Progettare un logo, scrivere un comunicato stampa è come un esercizio di matematica: una pratica riduttiva per trovare l’essenziale.


 

L’idea di una combinatoria della creatività è bohémien. Le Rp sono un’arte esteticamente piacevole. Un professionista di Rp ricerca ampiamente per creare storie ottimiste.

L’umorismo è un semplice piacere della vita, ma anche una tecnica per le Rp. Crea una comunicazione intima su larga scala. Le migliori campagne di Rp creano divertimento, gioia e riflessione. Le Rp sagomano positivamente una nuova realtà.

Infine, l’arte di fare liste per concentrare gli sforzi. Nella gestione delle Rp le liste aiutano a sviluppare consistenza e una progettazione flessibile. Le liste preparano delle strategie per le azioni delle Rp: s’identificano i problemi, rovesciandoli in questioni risolvibili, e si riconosce il responsabile per ogni cosa.

Memoria come antidoto alla propaganda moderata

Nel saggio “Per una guerriglia semiologica Eco ha affermato che “l’informazione stessa è diventata la mercanzia principale”. Eco ha denunciato le moderne dittature moderate, in particolare quella italiana. Il conflitto d’interesse italiano paralizza l’informazione. Paradossalmente l’ignoranza diventa il contrappeso della cultura.

La manipolazione moderata è il reale effetto sull’immaginario pubblico. Si associano le RP alla propaganda; ha una relazione strumentale con il controllo politico e il potere economico.

La persuasione diventa una tecnica di lavaggio del cervello. Sin dalla sua comparsa, la TV ha profondamente influenzato la società italiana, trasformando la cultura mediatica di massa in un rilassante prodotto casalingo e in oggetto di consumo. Producendo una meta-narrativa seducente, l’élite commerciale e politica si prende il controllo dei messaggi, sia del loro significato sia della potenziale interpretazione. A livello corporativo, questi gruppi di pressione diventano i principali portatori d’interesse.

La libertà di espressione è un diritto egualitario da esercitare. In Numero Zero, ha accusato la macchina del fango: un sospetto che infanga un’altra persona o organizzazione. Ai tempi dell’Inquisizione, delegittimare altri attraverso l’insinuare, era comune. Tecniche a basso-costo come il complotto, gli insulti e il pettegolezzo, generano paura.

Il recupero di una coscienza passata, in un’epoca digitale veloce, valorizza l’eredità di Eco. Egli stesso ha dichiarato “Noi, nella misura in cui possiamo dire ‘io’, siamo la memoria. La memoria è l'anima.”

Articolo originale su Behind the Spin





 

miriamMiriam Pelusi si laurea all’Istituto di Discipline della Comunicazione, all’Università di Bologna. Si specializza con un Master in Relazioni Pubbliche a Leeds, nel Regno Unito. Da sempre, contribuisce a vari progetti di comunicazione. Studia e lavora ai Giochi Olimpici e Paralimpici di Londra 2012. E’ corrispondente speciale di Behind the Spin.
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