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Il ruolo delle Rp nel ciclo alimentare delle città

11/06/2015

Toni Muzi Falconi

Oggi metà della popolazione mondiale vive in un’area urbana ed il dato è in continua crescita. Questa tendenza pone sfide enormi per i governi locali, non solo in termini politici, economici e socioculturali ma anche di comunicazione. Tema quanto mai al centro dell’agenda mediatica, quello dell’alimentazione delle città metropolitane è anche al centro della riflessione di Toni Muzi Falconi.

Assumo come dato oggettivo (sperando che lo sia…) che il 50% degli abitanti del mondo risieda oggi in zone urbane, e che questa tendenza all’urbanizzazione continui a crescere. Scrivo quindi sulle città. Non perché non abbia attenzione all’altra metà della popolazione, ma per proporre un ragionamento più competente (mi sono occupato per tanti anni di comunicazione nelle aree urbane… e ho scarsa conoscenza diretta di comunicazione in altri spazi). Sono convinto infatti oggi  più che mai, dopo averla applicata sul campo per molti anni… che una comunicazione efficace debba non solo rispettare le specific applications (riferite al territorio specifico) ma anche i generic principles….(le caratteristiche uniche e identitarie del soggetto comunicante). Preferisco dunque soffermarmi sulle aree urbane, che poi sono al centro della riflessione del Comune di Milano nel suo progetto e che danno linfa concreta e questa discussione.

Di più, le specific applications implicano che ogni singolo territorio abbia caratteristiche uniche (sistema istituzionale, politico, economico, socioculturale e mediatico), mentre i generic principles (identità epigenetica) hanno come oggetto imprescindibile di conoscenza le caratteristiche uniche del soggetto comunicante (sociale, politica, privata o pubblica che sia). E dunque, che risiede nella totale e paritaria interdipendenza dei due poli la scelta, per mezzo di una attività competente di ascolto continuato e sempre aggiornato, dei modelli e degli approcci specifici da applicare ad una comunicazione efficace. Ed è qui che, consapevolmente o meno, risiede una gran parte del valore del nostro lavoro di relatori pubblici.

Da questa prospettiva, osservo che le aree metropolitane europee (sempre che l’Europa sia ancora un punto di riferimento accettabile..ed io da vecchio e angosciato europeista continuo a crederlo) non v’è dubbio che il ciclo alimentare di ogni area (e il Comune di Milano ha avviato un lavoro per identificarlo e condividerlo) è diverso da quello di altre aree, ma sicuramente presenta più analogie all’interno dell’area europea che non con altri cicli alimentari riferiti ad altre aree del mondo..(ovviamente da dimostrare, ma verosimile).

Non essendo esperto di catene alimentari di città metropolitane europee preferisco affermare che la ‘tensione sociale’ è una caratteristica che emerge  in misura crescente e in qualche modo incide sulla vita degli abitanti di tutte le nostre metropoli e che, in questo ultimo decennio, questa tensione è cresciuta e mette a dura prova la stessa sostenibilità (intesa come ‘durata nel tempo’) degli insediamenti urbani. Crisi economica, disoccupazione, educazione, immigrazione, conflitti inter religiosi/inter culturali e inadeguatezza  delle classi dirigenti (non solo quelle politiche e amministrative… ma anche quelle economiche, sociali e culturali) sono tutti fenomeni dinamici che inducono disuguaglianza, povertà, alienazione e la dissipazione di quel ‘capitale sociale’ (il riferimento è a Putnam) che per decenni era stato oggetto di ammirazione del resto del mondo.

Ecco allora che per avviare un ciclo virtuoso di comunicazione perché una organizzazione (amministrazione comunale, azienda alimentare o commerciale etc..) possa contribuire a migliorare la qualità del ciclo alimentare in una area urbana occorre (non in sequenza, ma in parallelo):

  • identificare e condividere le proprie caratteristiche uniche  che ne governeranno i processi, le modalità e i contenuti comunicativi;

  • avviare un monitoraggio continuo delle dinamiche dei cinque sistemi accennati al punto 2: un lavoro focalizzato sia sul territorio che sulle issues…. Incrociando, in una intelligente interpretazione, quelle riferite alla catena alimentare della città (vedi lavoro avviato dal Comune di Milano) e quelle riferite alle dinamiche della tensione sociale.


Troppo astratto? Spero di riuscire ad attirare lettori attenti e interessati, quindi consapevoli e sono comunque  disponibile per ogni approfondimento.

 

 
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