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Milano ha bisogno di essere raccontata con la fotografia

11/02/2016

Pasquale Maria Cioffi

Lo sostiene la curatrice dello spazio virtuale e reale di Expowall, nato come photoblog di Expo e rapidamente passato da luogo virtuale a luogo fisico. Pasquale Maria Cioffi ha parlato del progetto con Pamela Campaner, anticipando uno dei temi che saranno al centro dei prossimi appuntamenti con La Lezione di Expo.

 

Come è nata l’idea di Expowall?
Expowall nasce come photoblog di Expo e come contributo alla Milano del 2015. Abbiamo raccontato per immagini questa città facendo convivere le milioni di fotografie postate agli utenti Instagram con l’hashtag #expo2015 e i lavori di fotografi professionisti in un unico live wall. Il modo in cui milanesi e non hanno narrato sei mesi così intensi è andato a beneficio della fotografia che a Milano sta vivendo un nuovo inizio.

Come siete passata dalla fase 1 alla fase 2?
Passare da un luogo virtuale a un luogo fisico è stato naturale. Milano ha bisogno di essere raccontata con la fotografia. Presso la Galleria Expowall sono esposti autori del calibro Marco Introini con fotografie sulla Milano Illuminista e William Batsford con lavori sull’architettura della Milano moderna. Sono foto che affascinano, direi emozionano, ma soprattutto sono sempre fruibili al pubblico in una galleria che vuole caratterizzarsi non solo per le mostre ma anche per l’ampia offerta commerciale rivolta agli appassionati.

Come mantenete il legame con Expo?
Abbiamo deciso di portare avanti il tema del paesaggio urbano per tutto il 2016 e Expo è fortemente costitutivo di tutto il calendario di iniziative. Abbiamo inaugurato la galleria con la mostra The Stately Side of Expo di Matteo Cirenei e Marco Menghi che si sono messi a scattare quando Expo non era ancora l’Expo che consociamo ma una sfida da vincere; a seguire abbiamo presentato lo straordinario lavoro del maestro Franco Fontana Architecural Abstractions sull’eccezionale esempio di modernità dei padiglioni espositivi. Per il 1 maggio 2016, a un anno dall’apertura, stiamo lavorando a un progetto non solo fotografico sulle parole dell’Expo e sul lascito che queste parole hanno impresso in ognuno di noi. Expo ha dato un nuovo impulso a Milano e vogliamo tenerlo vivo anche con la fotografia.

Qual è la risposta avuta? C’è qualcosa di latente e non espresso?
La risposta è stata ottima in termini di pubblico che ha frequentato questa galleria non solo alle inaugurazioni. C’è però ancora una scarsa cultura del luogo galleria: molti esitano a entrare o addirittura chiedono se ci sia un biglietto da pagare. Una galleria al contrario è un luogo accogliente che rende la fotografia alla portata di tutti. Per questo abbiamo fin da subito lavorato anche a un piattaforma e-commerce che presto sarà disponibile sul nostro sito.

 

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