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Roma, A.D. 2016

27/05/2016

Maria Cristina Antonucci (*)

A poche settimane dal voto che eleggerà il nuovo Sindaco di Roma, una panoramica  sulla comunicazione dei candidati cura di Maria Cristina Antonucci.

 

Dopo il clamore della vicenda delle dimissioni del sindaco Marino, la competizione elettorale per il comune di Roma sembra improntata ad una sobrietà inconsueta per la città. Tuttavia, anche in questo contesto finora non particolarmente movimentato, emergono alcuni temi di comunicazione politica interessanti.

La disintermediazione di Virginia Raggi. La scelta del M5S di non ricorrere a stampa, televisione, radio e affissioni procede anche nella dimensione locale. La comunicazione elettorale di Virginia Raggi si svolge in incontri diretti con i cittadini e sui social media. I media tradizionali sono chiamati, per restare al passo con il flusso di notizie, a riprendere dichiarazioni dagli incontri dal vivo e dal web. E’ una strategia che sembra funzionare, se si considerano i sondaggi che riportano Raggi già al ballottaggio. Sulla capacità di penetrazione elettorale del M5S a Roma, soprattutto nelle vaste aree periferiche,  si segnala come ad un progressivo allontanamento dalle aree centrali della città corrisponda una quasi totale opzione di voto per i candidati del M5S.

La campagna tra lo stile americano e il sensazionalistico di Alfio Marchini. C’è anche chi non disintermedia affatto, come Alfio Marchini. Marchini ha aperto una campagna in stile americano: cartelli con il simbolo della lista (un progetto grafico molto efficace e accattivante, frutto di analisi di marketing) affidati ai molti intervenuti, affissioni in tutta la città, intervento sui mass media locali, incontri diffusi su tutto il territorio e una squadra molto giovane a supporto. Tutto questo ben prima dell’arrivo dell’endorsement di Berlusconi e di Forza Italia, che sembra aver indotto un innalzamento dei toni della campagna. Così, la dichiarazione sul figlio uscito dal coma perché non dedito all’uso di oppiacei, l’intenzione di non voler celebrare unioni civili omosessuali, e la recente valutazione su Mussolini quale massimo urbanista romano sembrano iscriversi in una doppia ricerca di consenso, presso il Vaticano e presso la destra, basate più sul clamore e sul sensazionalismo che su contenuti propositivi.

La sobrietà e gli sforzi crossmediali di Roberto Giachetti. Nel tentativo di abbassare i toni, dopo le clamorose vicende interne al PD per la fine della Giunta Marino, Giachetti ha improntato ad una certa dose di sobrietà e “normalità” la propria campagna. Il sistema di affissioni è molto tradizionale: il payoff “Roma torna Roma” si posiziona tra il tautologico e l’ipnotico, mentre la foto in primo piano con lo sguardo rivolto al futuro è un grande classico della comunicazione politica di stampo leaderistico. Più interessanti invece i tentativi di creare uno storytelling crossmediale (vedi le riprese in cucina con il cellulare, nonostante alcuni problemi tecnici), un’opzione nuova e a basso costo, di impatto su elettorati specifici e di cui sarà interessante verificare gli esiti.

Il fundrainsing e il people raising politico di Giorgia Meloni. Chi ha scelto di sperimentare una strada nuova è Giorgia Meloni: attaccata e abbandonata dagli alleati del centro-destra, con l’endorsement di Salvini (forse più dannoso che utile, considerato il contesto locale in cui la competizione si gioca), la candidata sindaco d Fratelli di Italia sta sperimentando la via del fundraising politico e del people raising, sollecitando aiuti da parte dei suoi simpatizzanti. Oltre ad un modello di affissione più classica, in cui si sintetizzano proposte politiche improntate per lo più alla dimensione del law and order, sono molto frequenti i manifesti in cui “per dare una mano a far rinascere Roma” si chiede l’aiuto di simpatizzanti ed elettori, con un rinvio ad un pagina FB e una email. La carta del fundraising, anche per importi contenuti, e del volontariato politico reclutato per la competizione elettorale è un fenomeno nuovo, in linea con il contenimento dei costi per la politica. Infine, la dichiarazione sull'intestazione di una via romana ad Almirante é coerente con la ricerca di un consenso elettorale più maturo e tradizionale, rispetto ai giovani che sostengono Giorgia Meloni dai tempi di Azione Giovani e Atreju.

(*) Ricercatrice CNR e collaboratrice di www.sixmemos.org
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