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Sostenibilità: chi la comunica meglio?

21/06/2017

Sono Snam, Eni e TIM le migliori aziende in quanto a sostenibilità e coinvolgimento degli stakeholder sul digitale. A dirlo la settima edizione dei CSR Online Awards Italia, la ricerca di Lundquist che offre un’attenta analisi di come sta evolvendo la sostenibilità, vista attraverso la lente del digitale

Qual è lo stato dell’arte della CSR nel nostro Paese? A dirlo la settima edizione dei CSR Online Awards Italia, la ricerca di Lundquist che analizza come le aziende comunicano la propria sostenibilità e coinvolgono gli stakeholder sul digitale. Sono Snam, Eni e TIM le migliori di questa settima edizione dell’indagine che dal 2008 è un benchmark internazionale che offre un’attenta analisi di come sta evolvendo la sostenibilità, vista attraverso la lente del digitale. Negli anni, la ricerca si è arricchita di oltre 1.850 voci autorevoli di stakeholder ed esperti e di migliaia di valutazioni effettuate su canali digitali istituzionali, dai siti corporate ai social media.

La ricerca ha valutato 254 società in tutta Europa, e la classifica Italia riguarda le 100 maggiori società italiane (80 società quotate a maggiore capitalizzazione e 20 importanti aziende non quotate).

I principali risultati della ricerca

Basso livello di trasparenza non finanziaria in Italia
L’Italia non riesce ancora ad allinearsi ai livelli di disclosure raggiungi dalle aziende degli altri paesi europei.
Considerando le maggiori 80 società quotate, abbiamo rilevato che il 36% non pubblica un bilancio con indicatori non-finanziari (bilancio di sostenibilità, bilancio integrato, ecc.), un risultato in linea con la precedente edizione della ricerca (37,6% nel 2014). Sono il 64% le società che pubblicano un bilancio con indicatori non-finanziari (su un campione di 80)

Approccio più maturo alla comunicazione digitale
Niente più “taglia e incolla” dei contenuti dei bilanci di sostenibilità sulle pagine del sito. Anche se il punteggio medio rimane stabile, le aziende pongono maggiore attenzione agli elementi narrativi, all’integrazione della sostenibilità nei diversi canali digitali e social. Dall’altra parte, meno profondità di contenuti.

Storytelling come strumento strategico
I tre elementi che caratterizzano uno storytelling di successo: materialità, integrazione e comunicazione visuale. Sempre più aziende utilizzano questo approccio soprattutto quando si tratta di sostenibilità. Salini impregilo, TIM, Eni e Snam i migliori esempi da seguire per creare uno storytelling efficace.

La scoperta dei social e la difficoltà di dialogare
Big data e metriche di analisi sul modo in cui le aziende italiane trattano la sostenibilità sui profili social e per scoprire se e quanto parlano di sostenibilità, come riescono a generare “engagement” e creare un dialogo.

“La ricerca CSR Online Awards ci offre un osservatorio privilegiato da cui interpretare l’evoluzione della sostenibilità in Italia e Europa”, commenta James Osborne, head of sustainability, Lundquist. “In questa edizione vediamo l’impatto due importanti trasformazioni: da un lato, la sostenibilità che, grazie alla materialità, l’adozione di integrated thinking e ora i Sustainable Development Goals (SDG), è diventata fattore competitivo e un elemento che mette l’azienda in connessione con le sfide della società contemporanea; dall’altro, il digitale che obbliga le aziende di confrontarsi direttamente e in tempo reale con gli stakeholder. In questo nuovo scenario, il digitale non è più un semplice ‘canale’ tra i tanti ma la leva strategica di dialogo e confronto con il mondo esterno. Di conseguenza, si stanno fondendo categorie tradizionali di sostenibilità quali comunicazione, engagement e reporting.”

La Top Ten italiana

 
1. Snam (74,25 punti su 100)
2. Eni (72,50)
3. TIM (71,25)
4. Gruppo Hera (63,50)
5. FCA (58,50)
6. Salini-Impregilo (51,00)
7. Autogrill (48,25)
8. ERG (47,75)
9. Generali (47,50)
10. CNH Industrial (47,00)

CSR Online Awards

La ricerca prevede tre diversi livelli di valutazione. Dal campione iniziale sono state escluse le aziende che non pubblicano un bilancio di sostenibilità, considerato il requisito minimo per un avere un approccio credibile. Abbiamo poi valutato se le società che passano la prima fase presentano sul sito (non sul bilancio) informazioni fondamentali come strategia, politiche e performance. Solo le aziende che passano anche questa fase (valutazione “core“) vengono valutate su tutti e 7 i pilastri della ricerca.

La valutazione completa si basa su un protocollo composto da 7 pilastri creati sulla base di esigenze di esperti del settore e stakeholder.

I pilastri valutano i contenuti (Concrete ed Exhaustive), la funzionalità del sito e l’esperienza di navigazione (User-friendly), la capacità di creare un dialogo continuo con gli stakeholder (Ongoing e Social) e l’utilizzo del digitale per raccontare la propria sostenibilità attraverso narrazione, video e immagini (Distinctive e Integrated).

Scarica i risultati completi della ricerca 
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