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Comunicazione sociale, evoluzione di una società iperconnessa

16/01/2017

letizia526

Potrà una rubrica sanare anni di scantinato in cui Cenerentola cercava se stessa a lume di candela? La Cenerentola in questione è la comunicazione sociale e a domandarselo Letizia Di Tommaso, aprendo il suo intervento dedicato al Terzo Settore, nell'appuntamento di questa settimana.

Per troppi anni la comunicazione sociale è stata ghettizzata e relegata ad essere considerata prodotto di nicchia, bisognoso di tutte le attenzioni possibili per avere la propria valenza, essere riconosciuta necessariamente come patrimonio di tutti, portatrice di messaggi validi per tutti. In nome di questa condizione ecumenica troppe pagine sono state consumate per analizzare un settore in continua evoluzione. Potrà una rubrica sanare anni di scantinato in cui Cenerentola cercava se stessa a lume di candela?

L’umanità contemporanea parla con molte voci […]. La questione centrale della nostra epoca è come trasformare questa polifonia in armonia e impedirle di degenerare in cacofonia. L’armonia non significa uniformità, ma è sempre un’interazione di numerosi motivi differenti, che conservano ciascuno la propria identità distinta e sostengono la melodia risultante attraverso e grazie a questa identità. Z. Bauman

La comunicazione sociale non è un genere ma un linguaggio, rappresenta una coralità multi identitaria e come tale sarà considerata anche sul sito della Ferpi. Dunque, diversi i professionisti che si alterneranno nell’analisi di un settore fondamentale per la crescita di una società e che tocca diversi ambiti professionali, come la comunicazione pubblica, la digital PR, la costruzione di reputazione e branding, le campagne di raccolta fondi, le relazioni istituzionali.

Ha ancora senso parlare di valori condivisi in una società in cui vige l’individualismo? E parlare di inclusione, di volontariato. Per dirla con Piero Dominici, quella che anche Beck chiama solidarietà della paura è destinata a creare sistemi sociali chiusi al cambiamento e al confronto e ad erigere mura e steccati (ideologici e/o culturali), nonostante l’intensificarsi delle reti di interdipendenza e interconnessione. Ed è soprattutto qui che può far leva parlare di evoluzione.

Con la “comunicazione istantanea” anche le emergenze hanno assunto un nuovo significato, necessitano di una maggiore attenzione soprattutto dai professionisti delle Relazioni Pubbliche. Il paradigma della comunicazione sociale ha assunto nuovo ruolo ben più importante della Cenerentola che allo scoccare della mezzanotte torna a casa. Non perde la scarpetta ma la indossa per essere utile al prossimo.

Il settore del no profit sta vivendo una vera e propria evoluzione, le organizzazioni sono delle strutture che nascono per venire incontro ai bisogni e creare soluzioni alle problematiche sociali con una capacità di innovazione pari a quella delle piccole imprese del settore profit commerciale, questo contesto permette a tali organizzazioni di essere parte attiva della nuova fase della vita economica, sociale e politica, grazie alla forza che gli deriva dal coinvolgimento democratico dei cittadini.

E allora Cenerentola ha dovuto dotarsi anche della creatività, di una bacchetta magica, presa in prestito alla fata, che le ha permesso di trasformare un settore, da sempre poco considerato, ad uno che ora vive il suo momento di riconoscimento generale, producendo contenuti di altissimo livello, campagne di comunicazione tanto etiche quanto memorabili, lavoro e nuove visioni per un futuro quanto mai incerto.

Si è trasformata, certo, ma il lavoro da fare è ancora molto, soprattutto per chi ha vissuto tanti di anni di anonimato, necessita non solo di comunicare quanto di avere contenuti e coraggio per innovare, pena rimanere sempre ai margini rischiando di lasciare spazio ai pochi che hanno capacità e risorse da impiegare. Da oggi c’è una rubrica in più che speriamo possa creare interesse in un ambito dove la comunicazione e ancor più le relazioni,  sono la leva necessaria per emergere
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