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Un nuovo sito per un aggiornamento “sostenibile”

22/05/2015

Simonetta Pattuglia e Alessandra Fornaci (*)

Siamo quindi entrati fase nuova della vita della Federazione, connotata da alcune grandi sfide. In questo scenario “liquido”, la formazione è divenuta un asset centrale che concorre al tempo stesso alla qualificazione dei soci ed alla credibilità e alla crescita della reputazione di Ferpi. La riflessione di Simonetta Pattuglia e Alessandra Fornaci.

Chi legge la newsletter settimanale Ferpi e dedica qualche minuto ad aprirne i link, oppure a collegarsi al sito associativo, avrà forse notato che da più di un anno è presente una novità: la sezione Formazione, che si rilancia costantemente anche tramite i canali social della Federazione come l’account Twitter @casp_ferpi e i follower account  di alcune delegazioni regionali nonché di Uniferpi (la sezione degli studenti universitari iscritti alla Federazione).

Una novità che sta impegnando la Federazione in maniera molto importante, attraverso i colleghi che si occupano del settore education – la cosiddetta CASP, Commissione per l’aggiornamento e la specializzazione professionale -  la redazione Ferpi e tutti i soci a vario livello, nel farsi parte attiva, in un lavoro che, dalla promulgazione della L.4/2013, è divenuto punto qualificante per ogni associazione professionale riconosciuta dal Ministero dello Sviluppo Economico.

Solo pochi numeri, senza tediare e tediarci, per rendere la dimensione di tale attività: nel primo semestre 2015, sono 13 i corsi previsti per complessive 20 giornate di formazione; ad Aprile, sono 5 i corsi svolti per 9 giornate di formazione e 48,5 ore con 212 partecipanti, di cui il 34% soci (compresi gli Uniferpi) e la restante percentuale di iscritti esterni. Nel 2014, sono state 33 le giornate di formazione calendarizzate.

L’offerta formativa è di fatto il punto di arrivo collegiale ed inclusivo – oseremmo dire il distillato - di un lavoro orientato a far emergere esigenze e proposte essenzialmente da parte dei soci interessati o degli amici di Ferpi che sempre più stanno condividendo le attività di network come quelle più schiettamente formative.

L’aggiornamento e la specializzazione professionale è sempre stata posta in relazione nello Statuto Ferpi e nei Regolamenti CASP con l’accreditamento professionale ma, non era obbligatoria, prima della Legge 4, ed è sempre stata a pagamento e non aveva ancora assunto l’enorme rilevanza che la Legge le ha conferito, in relazione alla qualificazione dei soci con valore di certificazione a livello europeo delle competenze.

Con la Legge 4/2013, la rinnovata struttura dedicata alle attività formative (la Commissione entrata in carica a settembre del 2013), ha realizzato su basi completamente diverse la sua missione statutaria, innanzi tutto promuovendo e approvando un nuovo regolamento che ne disciplina oggetto, caratteristiche e scopi. Sul sito Ferpi è agevole rintracciare questo strumento, anch’esso fondante l’attività associativa al pari dello Statuto. Vale comunque la pena ricordare che la formazione Ferpi oggi si realizza in una copertura tematica molto più ampia di un tempo relativamente a discipline tutte ricollegabili ad un concetto esteso di relazioni pubbliche.

E’ stata infatti inserita la comunicazione integrata come le diverse e molteplici branche della comunicazione, tutti gli ambiti delle relazioni, dalla istituzionale al lobbying, le diverse piattaforme di comunicazione come le comunicazioni settoriali e la marketing communication nonché quella rivolta alla corporate social responsibility.

Nell’ambito di un perimetro di alta formazione così ampio, sono state in seguito sviluppate attività di ascolto della community associativa: la call per la candidatura alle docenze o anche le molteplici opportunità per proporre occasioni di aggiornamento tramite la propria Delegazione ad integrazione di quanto già proposto dalla commissione. Alcune delegazioni si sono distinte in tale attività come quella piemontese, emiliano-romagnola o anche napoletana.

E’ però anche assai probabile che queste novità non siano state esattamente percepite dai soci o da chi si affaccia per la prima volta all’entrata di Ferpi: non dimentichiamo che dal 2014, usufruendo del cosiddetto “pacchetto servizi”, con l’iscrizione all’associazione, il nuovo socio può fruire di 16 ore di formazione gratuite (pari ai 200 crediti formativi) utili per la qualificazione ai sensi della Legge 4 e dei suoi adempimenti.

Siamo quindi entrati in una fase molto diversa della vita della Federazione connotata da alcune grandi sfide.

Il mutamento necessario, nella continuità ma anche nella disruption, potremmo dire, dell’identità Ferpi, crea le condizioni per un work in progress relativo al cambiamento culturale profondo, nel segno della partecipazione attiva e della cooperazione e di un vero e proprio ricambio generazionale e adattamento professionale al contesto in rapidissima evoluzione.

Sono nuovi i tempi, sono nuove le continue e velocissime sollecitazioni che ci arrivano dall’economia globale, dalle tecnologie abilitanti e dai relativi nuovi digital divide, dalle nuove piattaforme comunicative, dai nuovi giovani Millennials che divengono i nostri veri interlocutori del presente come del futuro, più o meno immediato.

Il ripensamento del sistema di qualificazione va dunque – e deve andare -  in linea con le motivazioni e le esigenze dei soci come di coloro che posizionano Ferpi come una grande fucina di best practices e di elaborazione concettuale.

Anni fa, quando ci interrogavamo a Bologna sulla Ferpi che avremmo voluto, ci chiedemmo: vogliamo essere più associazione o federazione? Al di là degli approcci personali, quel che emerse coralmente fu la scelta per un valore più positivo da conferire alla comunità professionale  nel suo complesso. Folto gruppo di professionisti – Ferpi resta di fatto l’associazione professionale sulla comunicazione più frequentata d’Italia - con obiettivi comuni, capaci di cooperare e sostenersi tra loro proficuamente a tutti i livelli, negli organi centrali e con le delegazioni, in presenza e a distanza mettendo a fattore comune competenze, reti professionali e risorse.

Ci parve la visione più funzionale e immaginabile possibile nello scenario “liquido” della società in cui operiamo. Quella che poteva consentire un coinvolgimento a tutti i livelli dei soci, rispetto ad una visione più frammentata di organi e delegazioni, magari inclini alla tentazione di operare in concorrenza tra loro e dimentichi del fatto che il successo di qualunque iniziativa può contribuire alla costruzione condivisa di una buona attività associativa e quindi ad una buona reputazione di Ferpi.

Moltissime cose sono cambiate con l’iscrizione della Federazione Relazioni Pubbliche Italiane nell’elenco delle Associazioni rappresentative a livello nazionale delle professioni non regolamentate, tenuto dal Ministero della Giustizia, avvenuta con Decreto del Ministro della Giustizia in data 7 gennaio 2013.

Oggi, quanto auspicavamo è divenuto prassi. Oggi, in Ferpi ogni socio professionista può proporre corsi da inserire nell’offerta della Federazione, può candidarsi come docente, se interessato a dare il proprio contributo in tal senso, può candidarsi a svolgere la funzione di referente CASP nella propria delegazione territoriale contribuendo attivamente all’analisi delle esigenze di formazione e alla promozione/organizzazione di formazione.

Ma l’obbligo della formazione professionale permanente, recepito nello Statuto e nel Regolamento, in Ferpi non è associato come nell’Ordine dei Giornalisti a sanzioni che possono arrivare a determinare l’esclusione dei soci e le risorse per retribuire i docenti e la struttura di segreteria e amministrazione associativa (la copertura del famigerato break even) possono venire a Ferpi solo dalla partecipazione di esterni e di soci qualificati e paganti in quanto frequentanti la formazione.

L’obbligo a garantire formazione gratuita per i soci in qualificazione implica un impegno comune nell’ascolto delle esigenze e nella definizione di forme di cooperazione in rete, funzionali non solo a definire e aggiornare dinamicamente un’offerta formativa attrattiva e al passo con l’evoluzione della professione ma anche la costruzione di convenzioni,  patrocini e partnership che assicurino a Ferpi, a fronte di questo consistente sforzo di tanti, un ritorno adeguato in termini di risorse e reputazione.

Dunque, la formazione è divenuta un asset centrale per la Federazione da un punto di vista: a. culturale generale, perché costituisce momento distintivo e alto della vita associativa; b. professionale in senso stretto, perché una qualificata struttura “comitato scientifico” della Federazione - in cui siedono pariteticamente rappresentati del mondo universitario, come del mondo libero-professionale o delle piccole-medie e grandi imprese nazionali e multinazionali, come i rappresentati delle organizzazioni pubbliche -  pone in grado i soci e i non soci di partecipare a momenti della migliore formazione che si possa trovare sui temi  di competenza, c. reputazionale allargato,  in quanto concorre al tempo stesso alla qualificazione dei soci professionisti e alla credibilità e alla crescita della reputazione di Ferpi.

 

(*) Presidente e Segretario CASP - Commissione per l’Aggiornamento e la Specializzazione Professionale di Ferpi
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