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Cinema, Comunicazione e Diritto D’autore a confronto

26/10/2018

Federica Carini

 

Alla luce dell’aggiornamento delle regole sul Copyright avvenuto il 12 settembre con l’approvazione della nuova e discussa direttiva europea, Ferpi, anche quest’anno partner culturale della Festa del Cinema di Roma, ha organizzato - in collaborazione con Fondazione Cinema per Roma - “Cinema, comunicazione e diritto d’autore a confronto”, un incontro tra professionisti del cinema e della comunicazione. 

Il consueto appuntamento annuale in questa tredicesima edizione della Festa del Cinema di Roma si è svolto il 19 ottobre scorso presso lo Spazio Roma Lazio Film Commission Auditorium Arte – Auditorium Parco della Musica. Vi hanno preso parte l’Onorevole Silvia Costa, Nicola Maccanico di Ad Vision Distribution, il regista Stefano Reali in rappresentanza dell’associazione 100autori e gli avvocati Elisabetta Mina dello Studio Milalegal – Mina Lanfranconi & Associati e Iacopo Destridi C-Lex Studio Legale.

L’incontro è stato a cura di Elisa Greco e Daniele Salvaggio, componenti del Consiglio Direttivo Ferpi e di Federica Carini e Susanna Zirizzotti, componenti della Delegazione Ferpi Lazio.

Ferpi si è fatta promotrice di un’occasione di confronto su un argomento complesso al centro di un intenso dibattito tra partiti politici, esperti di diritto, attivisti, associazioni, piattaforme online e grandi gruppi editoriali e dell’intrattenimento.

Ha manifestato il suo apprezzamento dell’iniziativa Laura Delle Colli, Vice Presidente Fondazione Cinema per Roma in quanto “Ferpi ha invitato ad approfondire il problema del diritto d’autore con uno spirito di apertura”.

Il Presidente, Pier Donato Vercellone, parlando di Ferpi agli operatori di cinema e agli studi legali presenti, ha spiegato come attraverso diverse iniziative l’associazione si faccia promotrice del miglioramento, rafforzamento e diffusione della cultura della comunicazione in più ambiti.

Ha lasciato poi la parola all’Onorevole Silvia Costa, Europarlamentare Commissione Cultura, che ha ripercorso quelle che lei stessa ha definito delle vere e proprie “battaglie” per far passare in Europa le direttive sull’audiovisivo e sul diritto d’autore con l’intento di dare maggiori tutele ai cittadini e alla loro dignità (con particolare attenzione ai minori), di promuovere opere europee online e regole sulla trasparenza e qualità della pubblicità.

Dopo un confronto difficilissimo all’interno del Parlamento europeo “con chi osteggiava questo percorso alimentato da una campagna inverosimile di intimidazioni e fake news”, ha denunciato l’Onorevole, la riforma della direttiva sui servizi media audiovisivi ha definito un quadro di diritti e obblighi più equo tra il settore radiotelevisivo tradizionale e i nuovi servizi audiovisivi online, come i servizi di video on demand, le piattaforme di condivisione video e i contenuti audiovisivi dei social network. Ora la direttiva è al negoziato con il Consiglio dei ministri e “poiché tutto si è spostato alla loro attenzione, l’attività più importante che si può fare è sensibilizzare i singoli governi per chiudere prima delle elezioni europee” ed è “una battaglia che si fa anche con la buona comunicazione, smentendo le fake news”, ha concluso Silvia Costa, in questo centrale può essere il ruolo di Ferpi.

Per Nicola Maccanico, AD Vision Distribution, difendere il diritto d’autore, vuol dire evitare che chi diventa troppo grande riesca ad andare oltre i diritti che valgono per tutti. Al centro del suo intervento la necessità di interrogarsi su cosa possa fare il mercato per combattere la pirateria, chi cerca delle vie diverse non a pagamento per fruire di contenuti che invece dovrebbero essere pagati. “Il lavoro non può essere solo quello di dire alle istituzioni di risolverci il problema facendo una legge che ci consenta di tornare a un’età nella quale il digitale non esisteva e la protezione del copyright era radicata al fatto che noi controllavamo chi prendeva le cose”, perché, ha specificato, questo rappresenta solo una piccola parte della risoluzione giusta e sensata.

In un mondo completamente cambiato, dove il consumatore/spettatore ha accesso a tutto, in ogni modo e vuole godersi i contenuti liberamente, sarebbe molto ragionevole per Maccanico non modificare, ma rendere più flessibili le norme, altrimenti sarebbero gli stessi operatori del settore ad agevolare la pirateria. Il cinema è stato per tutta la sua storia la porta di accesso dei propri contenuti al mondo, inizialmente perché esisteva solo il cinema, quindi il film o si vedeva in sala o non si vedeva, poi attraverso la difesa del “passaggio in sala” come luogo dove bisognava passare per forza. In tal senso, secondo Maccanico, “l’industria audiovisiva ha beneficiato di rendite di posizione garantite dal mercato che ora non sono più garantite dal nuovo scenario e per questo adesso si trova molto in ritardo” e, conclude, “è fondamentale per noi operatori chiedersi se ingaggiamo i nostri clienti-consumatori nella maniera corretta”.

Il tema del diritto d’autore riguarda moltissimo la comunicazione, ha confermato l’Avvocato Elisabetta Mina Studio Milalegal – Mina Lanfranconi & Associati ed ha segnalato come, fino ad ora, sia stato trattato poco dai giuristi. A testimonianza di questo infatti, ha detto, “sul piano della comunicazione le campagne che vengono fatte contro queste nuove direttive giocano sempre sul piano dell’ambiguità dell’identificazione della nostra libertà personale di poter usufruire dei contenuti su una piattaforma, invece in realtà non passa il messaggio che a livello giuridico la piattaforma è un operatore economico che non sempre è portatore dei nostri interessi”.

Il regista Stefano Reali si sofferma sul diritto ad una equa retribuzione dell’autore, garantito nel principio di trasparenza ed equilibrio nei rapporti contrattuali tra i creatori (autori ed esecutori) e i loro produttori ed editori, previsto dalla direttiva europea. “Non si capisce perché le persone che hanno creato il contenuto messo online non vengano retribuite” ha affermato, facendo riflettere sul fatto che privare chi offre un prodotto culturale della possibilità di essere remunerato non arricchisce il Paese e per questo non bisogna lasciare che la rete, che è libera, diventi prigioniera di se stessa. “Se fra il 1450 e il 1550 l’invenzione della stampa ha rivoluzionato l’industria culturale del pianeta perché fino a quel momento il bene e la cultura era nel supporto e quindi il contenitore valeva tutto, da allora il bene non è stato più tanto il supporto, ma il cosa c’era dentro e quindi il suo contenuto. Allo stesso modo, l’invenzione del diritto d’autore è nato proprio dal fatto che il supporto era meno importante dell’idea creativa offerta”, un importante excursus del regista che ha offerto una diversa prospettiva da cui affrontare la questione.

L’Avvocato Iacopo Destri, C-Lex Studio Legale, ha fornito un ulteriore spunto per una riflessione più ampia rispetto alla necessaria interazione e convergenza tra le norme della privacy e quelle poste a tutela del diritto d’autore evidenziando come “la lotta alla pirateria – e più in generale la tutela delle opere protette, non possa trovare un limite, una giustificazione o una zona franca nella strumentale tutela della riservatezza e della privacy”. Ha parlato della recente delibera n. 490/18/CONS del 16 ottobre 2018 di AGCOM che ha introdotto un procedimento cautelare molto snello in cui sarà possibile richiedere in tempi rapidissimi l’emissione di un ordine cautelare indirizzato al prestatore di servizi per far cedere la violazione del diritto d’autore e che dovrebbe essere notificato anche all’uploader e ai gestori della pagina e del sito internet. Poiché però i dati di tali soggetti non sono molto spesso facilmente accessibili o ne viene rifiutata la messa a disposizione per ragioni di tutela della privacy, su questo tema le corti nazionali, comunitarie e straniere si sono più volte confrontate giungendo a soluzioni distoniche che rimettono in ultima istanza all’organo giudicante il compito di effettuare un contemperamento e bilanciamento in concreto tra diritto d’autore e protezione dei dati personali. Per l’avvocato quindi, “bisogna tenere in considerazione che nell’era digitale le modalità di fruizione dei contenuti sono molto mutate e non è più possibile limitarsi ad affrontare il tema della loro tutela in modo verticale”. A suo avviso, “la vera sfida del futuro sarà quella di giungere ad un’azione normativa e di tutela integrata, coordinata e multidisciplinare, e, se del caso, attraverso l’istituzione di autorità con competenze trasversali”.

Si ringraziano per la realizzazione dell’iniziativa Fondazione Cinema per Roma, Roma Lazio Film Commission e l’agenzia MakeSense.

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