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Food Wine & Co., cronaca di una tre giorni all'insegna della food innovation

28/11/2017

Professionalità, qualità, salubrità, eticità, retro-innovazioni: questi i concetti emersi nel Seminario di tre giorni Food Wine & Co. – Food Innovation, conclusosi la scorsa settimana a Roma. Organizzato dal Master in Economia e Gestione della Comunicazione e dei Media dell’Università di Roma Tor Vergata, in collaborazione con Cinecittà – Istituto Luce e il patrocinio di Ferpi e ANSA, le sei Master Class hanno offerto un momento di formazione appassionato e stimolante, attraverso un’analisi a 360 gradi sul futuro del food & wine.

 

Esaltare i valori della sostenibilità, dell’integrazione, degli spazi di comunicazione seria, affinché si abilitino le persone a pensare “enogastronomicamente giusto”: questa la sfida di chi, nel settore food & beverage sta puntando all’innovazione. Il tema è stato affrontato con passione e professionalità nella sesta edizione di Food Wine & Co., il Seminario organizzato dal Master in Economia e Gestione della Comunicazione e dei Media dell’Università di Roma Tor Vergata, in collaborazione con Cinecittà – Istituto Luce e il patrocinio di Ferpi e ANSA. Gli Studios di Cinecittà e i luoghi di Mercato Mediterraneo hanno fatto da sfondo a tre intense giornate di formazione suI settore agroalimentare ed eno-gastronomico, attraverso 6 Master Class che hanno affrontato il tema della food innovation, dalla produzione ai settori industriali alle strategie di marketing e comunicazione.

Le curatrici dell’evento, Simonetta Pattuglia – Direttore del Master in Economia e Gestione della Comunicazione e dei Media e Presidente CASP Ferpi, e Paola Cambria – Direttore Comunicazione e Immagine di CIA-Agricoltori Italia hanno aperto i lavori ponendo l’accento sul ruolo sociale ed economico che il settore enogastronomico svolge all’interno del sistema Paese. “La filiera agroalimentare necessita di una buona comunicazione, che metta ordine e codifichi il magma informativo, anche per arginare il dilagare delle fake news”, ha affermato Cambria, che ha evidenziato anche il valore culturale di questo mondo, ricordando la dichiarazione del ministro Franceschini di voler tutelare alcune eccellenze simbolo del food italiano come beni culturali. È emerso, dunque, il discorso della storicità della tradizione enogastronomica, di una comunicazione che fa leva sull’heritage, o legacy, come qualcuno preferisce definire. Simonetta Pattuglia ha illustrato gli economics del settore e il panorama di marketing e comunicazione attorno a prodotti e servizi: “Le eccellenze di prodotto nel settore food si fondano sulla stratificazione del valore. D’altronde il cibo è uno strumento identitario, una metafora sociale e di vita personale. Oggi assistiamo a una “sbornia da cibo”, per questo Food Wine & Co. vuole essere un momento di formazione e di “formattazione” sul settore, con un invito a tornare ai fondamentali, ai dati.” E i dati presentati confortano: il settore agroalimentare rappresenta il 13,4% dell’occupazione totale e il 3,5% del valore aggiunto totale nell’economia dei 28 paesi dell’Unione Europea, per un totale di circa 800.000 aziende e 400.000 addetti. In più, si sta abbassando l’età media di chi è alla guida delle imprese (57.000 le imprese agricole e dell'industria alimentare guidate da under 35 a fine giugno 2017), dimostrazione che i giovani tornano a sentirsi fieramente italiani. “L’enogastronomia può crescere attraverso una visione di sistema, che va dall’artigianato al turismo, dall’intrattenimento alla cultura, dai media tradizionali ai new media”, aggiunge Pattuglia. Un discorso sostenuto anche da Claudia Merlino di CIA-Agricoltori Italiani, promotrice del progetto Connected Farm, che nel settore agricolo traduce l’innovazione in “capacità che le aziende devono avere di interpretare soluzioni nuove ai problemi e alle esigenze dei consumatori”, mediante analytics, monitoraggio, sicurezza dei lavoratori, sostenibilità ambientale, genoma editing.

Moltissimi i temi, gli stimoli, le iniziative emerse dagli speech dei relatori, vera e propria espressione dell’orgoglio e della competenza del made in Italy. Da prodotti nuovi, come il tessuto derivato dalle arance di Orange Fiber o Revoilution, l’elettrodomestico per l’olio home made, a prodotti rinnovati: dal Vermouth che, grazie all’Istituto del Vermouth di Torino acquista nuova vita mediante la valorizzazione e la promozione della sua qualità, alle erbe alimurgiche, un prodotto antico ora sul mercato come risposta alla domanda sempre più crescente di salutismo, sostenibilità e identità, come ha spiegato l’antropologo Ernesto Di Renzo, passando per la pasta fresca, che la Bottega Portici di Bologna pone al centro di un progetto di street food moderno.

Sul versante prodotto, non poteva mancare un approfondimento sul vino, che nell’innovazione ha trovato il recupero di valori di riconoscibilità, originalità e salubrità, come nel caso dell’Azienda Agricola La Maliosa, della tecnologia blockchain sviluppata dal gruppo EY Italia per la tracciatura della filiera di produzione del vino, del progetto Water like Wine, con cui Filette vuole trasmettere la purezza e il prestigio della sua acqua.

Spazio anche ai progetti di formazione sul settore, con l’Accademia Italiana del Latte, il primo polo formativo in Italia sul latte e il Distretto Produttivo Agrumi di Sicilia, che con l’iniziativa Social Farming ha unito formazione e coesione sociale, sostenibilità ambientale e innovazione per creare nuova “linfa” per il comparto agrumicolo siciliano. Salubrità, tracciabilità e sostenibilità sono oggi concetti che rimandano al mondo del biologico, descritto con cura da Massimo Monti di Alce Nero.

Grande attenzione al turismo enogastronomico, con la presentazione di realtà agli esordi come "Strade del Vino e dei Sapori" del Friuli Venezia Giulia, presentata da Diana Candusso di PromoTurismo FVG e di altre che rappresentano la storia nazionale, come il Touring Club Italiano: un marchio che ha segnato lo sviluppo del turismo in Italia, inteso come cultura del viaggio intelligente e sostenibile.

Il mondo degli eventi, cuore pulsante dell’espressione enogastronomica come contaminazione di idee e sviluppo del territorio, è stato sapientemente rappresentato da Felice D’Endice, Ega, che ha raccontato come il G7 sia stato anche veicolo di diffusione del cibo made in Italy, Massimiliano Borgia, Direttore del Festival del giornalismo alimentare, Letizia Pini, Marco Bisdomini e Alain Fournier Sicre con il progetto Maremma Toscana Meets Bordeaux e Rodolfo Maralli, Direttore del Festival Jazz & Wine in Montalcino. Il tema dei grandi eventi è stato oggetto anche della lecture presso Mercato Mediterraneo nella terza giornata di Food Wine & Co. La collaborazione con l’evento di Fiera di Roma sull’agroalimentare, alla sua prima edizione, ha portato personalità di rilievo a discutere sul ruolo dei mega-eventi fieristici per lo sviluppo: Pietro Piccinetti, Amministratore Unico di Fiera Roma s.r.l. e Presidente Central European Fair Alliance (CEFA), Simonetta Pattuglia, e Francesca Rocchi Barbaria, Coordinatore Culturale di Mercato Mediterraneo.

Grandi stimoli anche nel dibattito sulle forme di marketing e comunicazione innovativa presenti nel settore: in virtù della collaborazione con Mercato Mediterraneo, Luca Broncolo di Archi’s Comunicazione ha illustrato la genesi e lo sviluppo della comunicazione sull’evento, dal logotipo al conceptMaurizio Vanni di Lucca Center of Contemporary Art ha parlato del marketing esperienziale e la comunicazione relazionale ha trovato espressione nella testimonianza di Bottega Gamberoni del quartiere Tor Pignattara di Roma, uno dei migliori laboratori artigianali di pasta fresca e bottega dell’anno 2018 per Gambero Rosso. Spazio anche ai giovani talenti e a temi troppo poco comunicati, come la geologia, grazie al lavoro della giovanissima Geologa Livia Lo Giudice, che con il suo entusiasmo ha trasmesso l’importanza di questa scienza, che condiziona non solo l’alimentazione ma ogni comportamento umano.

In tema di innovazione, imprescindibile è stata la riflessione sulle nuove piattaforme di comunicazione che vivono sul web, oggi al servizio del food & wine. Anna Maria Pellegrino dell’Associazione Italiana Food Blogger ha raccontato come è cambiato il mondo del food blogging, mentre l’aspetto della convivialità e della condivisione che hanno trovato nelle piattaforme web la loro massima espressione sono state spiegate da Cristiano Rigon di Gnammo.com, il progetto di sharing economy che deve il suo successo alla formula social eating.

Non solo informazione, ma anche entertainment: le sessioni d’aula si sono alternate, infatti, a micro-eventi esperienziali, tenuti da chef e pasticceri provenienti da tutta Italia, come Nicola Delfino del ristorante Al fresco di Milano, che con uno storytelling coinvolgente ha raccontato la sua carriera durante la preparazione della sua “Carbonara 2.0”, il siracusano Alfio Neri della pasticceria omonima, che ha conquistato i partecipanti con la sua “Cannolo Terapia”, il food track di Bottega Gamberoni con le delizie di pasta fresca, e la commistione terra-mare con le animelle ai ricci dello chef Andrea Giuliano dell’Osteria Le Logge di Siena.

Il successo di questa sesta edizione riconferma il successo di FoodWine & co., una formula vincente che rappresenta una delle opportunità più efficaci per approfondire l’affascinante mercato agroalimentare. Appuntamento al prossimo anno con nuove sfide e nuovi stimoli!
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