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Il percorso dalla rendicontazione al pensiero integrato

08/09/2015

Toni Muzi Falconi

“Quando è la coda ad agitare il cane”: è l’effetto “wag the dog”, come lo definisce Toni Muzi Falconi, che racconta anche come venga dall’Italia l’esempio più avanzato di rendicontazione e da una start-up anglosassone il software di partenza del processo.

Fin dalla sua istituzione, PR Conversations ha svolto un ruolo rilevante all'interno della parte più consapevole della community globale dei Relatori pubblici, presentando argomentazioni sul valore dell’adozione della rendicontazione integrata da parte di organizzazioni lungimiranti per informare i propri stakeholder, stimolandone la partecipazione attiva, il coinvolgimento e sviluppando piattaforme di engagement attraverso un dialogo, continuo, 24/7/365 e permanente.

Un lettore paziente, curioso ed interessato di PR Conversations, digitando “integrated reporting” nel motore di ricerca del sito, troverà 22 post di professionisti ed accademici di tutto il mondo dedicati a questo concetto, a partire dal luglio 2006.

In questi anni, la crescita di queste pratiche rendicontative ha portato molte organizzazioni a sviluppare anche un “pensiero integrato”, e questo per raccogliere informazioni e dare un senso integrato agli indicatori economici, ambientali, sociali e di governance. Oggi, l’integrated thinking sta rapidamente diventando una delle più avanzate piattaforme contemporanee della scienza del management. [Clicca per accedere al più recente keynote del Presidente di IIRC, Mervyn King , che si è tenuto qualche settimana fa a Vancouver presso il Summit Mondiale della Academy of Management].

Mi sembra che stiamo assistendo ad un tipico caso di “wag the dog”, dove è la coda ad alimentare contesto e  processo manageriale.

In breve: dal momento che gli stakeholder chiedono di essere informati con modalità integrate sulle performance e gli obiettivi dell’organizzazione, l'organizzazione si trova costretta ad imparare ad creare piattaforme di comunicazione integrate per il dialogo con gli stakeholder.  Per di più, e soprattutto, ha bisogno di elaborare una piattaforma di management del “pensiero integrato” per migliorare la qualità dei propri processi decisionali migliorando e la politica di ascolto, nonché garantendo una performance complessiva più sostenibile.

Come Mervyn King ha recentemente scritto:

“L'accettazione del reporting integrato in questi ultimi anni è stata a dir poco fenomenale. C'è accettazione da parte di grandi aziende di tutto il mondo, sia pubbliche che private. I vantaggi derivanti dal pensiero e dalla conseguente rendicontazione integrata, secondo una ricerca indipendente di Black Sun, dimostra che uno sbalorditivo 92% delle società che adottano l’IR (reporting integrato) asseriscono di aver migliorato la loro comprensione della creazione di valore. L’84% che la qualità dei dati è migliorata. Il 79% dice anche migliora il processo decisionale di business".
Con l'unico scopo di “far avanzare” la conversazione culturale, intellettuale e professionale, vorrei aggiornare i lettori di PR Conversations su un paio di sviluppi più recenti del pensiero integrato/rendicontazione integrata, almeno da parte mia, sperando di stimolare altri a fornire contributi allo sviluppo di quella che, a mio avviso, è la via più interessante e promettente per la nostra professione (comunque intesa e descritta).

L'idea di base ha origine nel tentativo di reset il processo così che le pratiche di rendicontazione, come dovrebbe essere, siano il frutto di una decisione consapevole e volutamente razionale del board e del management, piuttosto che da una frettolosa ‘emulazione’ con tutti i suoi rischi (non che la gestione razionale non abbia rischi...).

Da un lato della “percorso” del pensiero/rendicontazione integrata, è una recente e rilevante piattaforma  software di issue analysys e management - chiamata Datamaran ™ - di eRevalue. È possibile saperne di più sul sito di eRevalue (www.erevalue.com), ma - In sostanza- è  un software radar di allerta precoce  per il board e i membri dell’esecutivo; con intelligence sui  rischi normativi, di reputazione e competitivi per tenere attento e consapevole gli attori del processo decisionale dell'organizzazione.

Dall'altro lato della “percorso” è la piattaforma di rendicontazione continua e dialogo con gli stakeholder. A mio avviso, lo sviluppo più interessante in questo settore viene dall'Italia, sviluppato dal mio collega e buon amico Luca Poma per conto di una società farmaceutica omeopatica altamente innovativa, Guna. In questo seguente video tutorial di 3 minuti, se potete accettare il cattivo accento inglese (ma è stato realizzato in fretta in questi ultimi giorni e nessuno sa che l'Italia, al di là dei suoi problemi normali, entra in una sorta paralisi a metà agosto ...), è possibile scoprire un approccio davvero visionario di relazioni con gli stakeholder in corso di attuazione da alcuni anni da una società italiana lungimirante che può servire da esempio.

 

[embed]https://youtu.be/ASVjucK50Lc[/embed]

 

Nel mezzo del percorso c’è la  governance e la gestione dei processi di cambiamento che sono necessari all'interno dell'organizzazione, dal momento che ci si muove da una parte all'altra della percorso, a seconda della direzione scelta. Ed è qui, tra la governance del pensiero integrato, l’approccio di management ed il continuo redncontare di una piattaforma di reporting integrato per gli stakeholder, che credo che si trovino le più interessanti sfide di change management culturale per le organizzazioni.

 

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