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La libertà di opinione è diversa

18/06/2018

daniele_chieffi

Dopo l'intervento di Luca Poma in merito all'invettiva su Facebook del Presidente di Pubblicità Progresso, Alberto Contri, Daniele Chieffi (qui il suo commento) ospita nella sua rubrica MIrna Pioli, che fornisce una lettura diversa della questione.

Vuoi sapere che cosa sia il vero bene o da dove venga? Te lo dirò: dalla buona coscienza, dagli onesti propositi, dalle rette azioni, dal disprezzo del caso, dal tranquillo e costante tenore di vita di chi segue sempre lo stesso cammino. (Seneca, Lettere a Lucilio)

 




di Mirna Pioli (*)

Ringrazio Daniele Chieffi, per ospitare il mio parere scaturito dall’osservazione dei fatti avvenuti sui social a seguito dell’opinione espressa da Alberto Contri, Presidente della Fondazione Pubblicità Progresso, sul tema dei diritti delle unioni civili.

In questi giorni sono state scritte moltissime parole, in un luogo, Facebook, a mio parere, poco adatto a ospitarle.

Tematiche talmente sensibili e profonde da non meritare di essere banalizzate.

Credo che la questione sia molto complessa. Filosofica, morale e, per chi crede, anche spirituale.

Del tutto normale che le persone possano avere opinioni diverse.

Oscurare l'esistenza stessa dell'alternativa dialettica, invece non va bene.

Diventa comunicazione di regime. Non è normale utilizzare, per svilire "l'avversario", l'arma della banalizzazione del pensiero. Dell'annullamento del pensiero. Lo sfottò. La derisione. Che descrivono semplicemente il basso livello morale e dialettico.

La libertà di opinione è un’altra cosa.

Diversa da quanto è accaduto.

Analizzando il polverone che è stato creato attorno a Pubblicità Progresso, sarebbe opportuno uscire dalle tifoserie sfegatate e osservare che il tutto ha avuto origine da un post di Paolo Iabichino del 2 di giugno con testo “Buona Festa della Repubblica. L’ultima” e riferito alle parole del ministro Fontana.

Più che normale che a fronte di un post così si aprisse una discussione.

Alberto Contri ha espresso la sua opinione sulla differenza tra Famiglia e Unioni Civili che trova riscontro nella Costituzione e nella recente giurisprudenza e da lì è partito un vero e proprio linciaggio sia su Facebook che su LinkedIn, ripreso subito dai vari articoli online e condiviso (il linciaggio e le parole ostili) da moltissimi esponenti della comunicazione, del marketing, alcuni dei quali portavoce, firmatari, di manifesti contro le parole ostili in rete e in favore della accettazione delle opinioni di tutti.

Il mio disagio nasce dalla osservazione dei fatti agiti, fatti che sono del tutto in antitesi con le parole.

Fatti che sono un io contro te, poi un noi contro te, e poi un noi contro voi. Contro.

E questo non è libertà di opinione.

Ma è prevaricazione, forse, attraverso la pratica della umiliazione.

Leggo nell’articolo condiviso in questo stesso spazio da Chieffi che alcuni consiglieri di Pubblicità Progresso, sensibilissimi, “hanno chiesto la testa del Presidente Contri”.

Ma come si fa a scrivere parole così ostili?

E chi garantisce che chi muove contro, sia promotore di libertà di opinione, visto il metodo?

La libertà di opinione travisata e manipolata al punto tale da invalidare l'intero operato di una persona, tra l’altro.

Una persona può essere destituita per un commento, senza prova concreta e tangibile che l'operato e il lavoro mostrino i segni di quanto si sostiene?

Destituiamo una persona solo attraverso un commento su Facebook ora?

Questa può essere un'arma a doppio taglio, pericolosa, paradossalmente, in grado di ritorcersi anche contro chi la promana. Potremmo, ad esempio, chiedere la destituzione di tutti coloro che hanno in un qualche commento offeso pubblicamente?

Sono volati insulti, giudizi negativi sulla carriera e sulla persona di Alberto Contri e nessuno, ripeto nessuno, di coloro che si sono indignati per le sue parole (che non sono qui a giustificare sia chiaro) si è opposto a tali azioni.

Anzi, nell’articolo condiviso e definito “analisi”, il linciaggio viene descritto come “appassionato e sferzante dibattito”.

Cari comunicatori,

il dibattito è altra cosa.

Sono state chieste le dimissioni a una Persona, dopo averla infangata, umiliata pubblicamente e in massa, e questo lo chiamate “appassionato e sferzante dibattito”?

Vi chiedo di ripartire dalle parole.

Quelle che voi sapete usare così bene.

Ma non da nuovi slogan, elenchi puntati, no.

Dal senso delle vostre parole.

Con i fatti.

Martha Nussbaum definisce la gentilezza una “doppia attenzione“; immaginare di essere al posto dell’altro, conservando la consapevolezza di non esserci.

Doppio pensiero, doppio sentire.

Credo sia proprio così.

Un raddoppio di interesse che ci porta ad autolimitarci e a riconoscere l’Altro.

Non ho notato alcun tipo di autolimitazione.

Semmai eccesso di “spinte e spintoni”, di parole urlate, di indignazioni amplificate e manipolate.

Per puro ego.

Tanto, tantissimo ego.

Il mio ego contro il tuo.

Il nostro ego contro il vostro.

Chiedo una maggiore coerenza tra slogan a effetto, manifesti, eventi dove si sventola la tolleranza e la libertà di opinione che non riesco a individuare nei fatti.

Siete voi, influenti comunicatori, i primi a dovere dare l’esempio, a partire dai piccoli gesti.

Voi per primi dovete dimostrare che i manifesti che scrivete li agite nei fatti.

E concludo con una frase a effetto, che a me non piace, come quasi tutti gli slogan, in inglese men che meno, ma sono in mezzo a comunicatori, e so che è quasi d’obbligo

a tutti, chiedo,

WALK THE TALK!

Anche se sarebbe sufficiente che ogni tanto riusciste a mettervi nei panni dell’Altro.

A prescindere da chi esso sia.

Grazie,

 




 

Mirna Pioli, commercialista con pluriennale esperienza nei confronti di imprese, artigiani, commercianti e professionisti, con un approccio che valuta i vari aspetti amministrativi e fiscali, allargando l’attenzione alla pianificazione e controllo di gestione, senza trascurare le nuove prospettive della comunicazione e con una particolare attenzione all’etica.

Iscritta all’Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Parma dal 19/4/1990 al numero 283 A e al Registro dei revisori legali al numero 46062.

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