/media/post/7fabrua/Rivoluzione-innovazione-796x512.jpg
Ferpi > News > L'innovazione non si dice, si fa

L'innovazione non si dice, si fa

18/12/2015

Rossella Sobrero

Sostenibilità e innovazione al centro dell'intervista che Patricia Navarra di Enel ha rilasciato a Rossella Sobrero. Perchè innovazione e sostenibilità si integrano in un’unica azione che si chiama “progresso”.

Al “giro di boa” del secondo anno di vita posso dirmi soddisfatta dei risultati ottenuti dal mio blog CSReDintorni: circa 12.000 utenti e oltre 33.000 visualizzazioni.

Un successo che riguarda in particolare la rubrica Il personaggio della settimana dove sono state pubblicate circa 50 interviste a persone che a diverso titolo si occupano di sostenibilità ma anche ad alcuni giovani della rete CSRnatives.

Ecco alcuni nomi: Sebastiano Renna, Elena Zanella, Toni Muzi Falconi, Pilar Suarez Inclan, Luca Pereno, Luca Poma, Roberta Culella, Patrizia Musso, Isabella Falautano, Vito Gulli, Paolo Bassetti, Francesca Magliulo, Massimo Cenci, Roberto Brazzale, Nicoletta Tranquillo, Claudio Pirani, Fulvio Rossi, Paolo Anselmi, Paolo D’Anselmi, Enrico Loccioni, Alessandra Viscovi, Paolo Baroli.

La scorsa settimana è toccato a Patricia Navarra di Enel mentre l’ultima intervista vedrà protagonista il 21 dicembre Sergio Vazzoler.

 

Il rapporto tra innovazione e sostenibilità diventa sempre più stretto in tutti i settori. Dal tuo punto di vista quali sono le iniziative più importanti realizzate in questi ultimi anni per esempio nel settore energetico?
Oggi è impossibile immaginare che innovazione e sostenibilità non abbiano un percorso sinergico. Se vogliamo pensare a un’economia sostenibile, dobbiamo tener conto di questi due fattori di crescita in dipendenza l’uno dall’altro. Il settore energetico rappresenta sicuramente uno degli ambiti più indicativi: assicurare a tutti l’accesso all’energia è da solo uno degli SDGs post 2015. Il caso Enel è l’esempio emblematico di un modello di business inclusivo dove innovazione e sostenibilità sono elementi indispensabili ed interconnessi. Il Gruppo Enel, con il suo programma “Enabiling Elecricity”, si pone l’ obiettivo di portare energia elettrica nelle aree più remote di Paesi in via di sviluppo in continenti come l’America Latina, l’Asia e l’Africa. Già due milioni e mezzo di persone hanno beneficiato di questo programma e sempre più persone ne beneficeranno attraverso l’eliminazione delle barriere economiche, la costruzione di infrastrutture e l’installazione di nuove fonti di energia rinnovabile. Tutte azioni portate avanti grazie alla "innovazione tecnologica" che si concretizza, per fare solo qualche esempio, nella creazione di reti intelligenti, di fonti alternative di nuova generazione, di sistemi ibridi. Una leva fondamentale per una crescita di lungo termine: “Innovazione” che favorisce lo sviluppo locale “sostenibile”, con formazione professionale e nuova occupazione, migliori condizioni di vita e quindi di salute, empowerment femminile e sviluppo sociale. Ecco come innovazione e sostenibilità si integrano in un’unica azione che si chiama “progresso”.

Oggi il cambiamento è talmente veloce che non è possibile produrre innovazione solo all’interno delle aziende. Quali sono i soggetti più importanti da coinvolgere quando si parla di sostenibilità e innovazione?
Come dice sempre Ernesto Ciorra, Direttore di Innovation & Sustainability di Enel “l’innovazione non si dice, si fa”, e questo deve avvenire attraverso un approccio “Open innovation”, capace di cogliere le opportunità dall’intero ecosistema dell’innovazione e della sostenibilità. Non si può non essere d’accordo con lui su questa modalità di azione dai riflessi virtuosi. Tutti i modelli internazionali più innovativi e le eccellenze nazionali, che si basano su questi principi di contaminazione, hanno prodotto e continuano a produrre risultati affascinanti di “valore creato”. Risultati che sono frutto dell’incontro di intelligenze e, contemporaneamente, richiamo di quei cervelli cosiddetti “in fuga”. Molti sono gli attori in scena: i dipendenti stessi dell’azienda, coinvolti e stimolati nella produzione di nuove idee, gli incubatori e le start-up, le diverse Istituzioni e le Università che, anche in ambito internazionale, fanno ricerca, condividono spazi comuni, progettano e realizzano strumenti e servizi innovativi e sostenibili volti a migliorare il mondo. Se si osservano i risultati raggiunti e il valore creato, come non considerare questo sistema “aperto” quale modello più virtuoso per una crescita sostenibile?

Per concludere, in un contesto sempre più caratterizzato da problematiche ambientali e sociali rilevanti, è necessario migliorare la collaborazione tra pubblico e privato. Hai registrato qualche segnale significativo su questo fronte?
Credo che la sinergia tra pubblico e privato sia l’elemento fondamentale, il terreno fertile su cui poter seminare, coltivare e infine raccogliere i frutti migliori.
Le mie radici affondano nel mondo pubblico, che ritengo dovrebbe rappresentare la best practice della responsabilità sociale, in virtù della forza dei suoi valori fondanti e della sua mission istituzionale, della quale purtroppo sembra non esserci piena consapevolezza. Per questo motivo vedo con grande passione e convinzione l’idea del partenariato pubblico/privato, come reciproco stimolo al potenziamento delle risorse disponibili per il contrasto dell’emergenza sociale e ambientale.
Oggi c’è sicuramente più di qualche segnale significativo in tal senso. Un’azione sinergica è stata infatti intrapresa tra le eccellenze del settore privato a supporto delle Istituzioni responsabili della diffusione dei valori per uno sviluppo sostenibile. Questa fattiva collaborazione comporta un sempre maggiore coinvolgimento della catena di fornitura delle gradi imprese, a cui consegue una risposta positiva della comunità finanziaria, sempre più interessata ai fattori chiave della sostenibilità.
In sostanza, dunque, il settore privato, consapevole delle opportunità di crescita derivanti da comportamenti virtuosi, inclusivi e trasparenti, unitamente alle politiche pubbliche abilitanti e incentivanti la diffusione contagiosa di queste buone pratiche, può rappresentare la leva fondamentale per una crescita sostenibile, intelligente e di lungo termine, offrendo un contributo concreto, di sapere e competenze, al sistema Paese.




 

Patricia Navarra è nata ad Algeri nel marzo 1963, sposata e mamma di due figli. Laureata in Scienze Politiche, Governo della P.A. all’Università Roma Tre, ha conseguito un Master in Management and Corporate Social Responsibility presso la LUMSA-Angelicum. Nella suo percorso professionale ha  lavorato sia nel settore privato, iniziando la sua carriera in Citicorp Finanziaria e più tardi negli Affari Istituzionali e Internazionali di Enel curando il progetto istitutivo della Fondazione Enel,  sia in quello pubblico, presso il Ministero dell’Economia e Finanze, dove è entrata vincitrice di concorso nell’85, svolgendo la sua attività come funzionario nel campo della finanza pubblica presso le Direzioni Tesoreria dello Stato e Debito Pubblico, Analisi e Programmazione Economico Finanziaria e Privatizzazioni del Dipartimento del Tesoro. Nel 2002 ha assunto la responsabilità dell’Ufficio di coordinamento e di segreteria del Ragioniere generale dello Stato, nel 2005 è stata nominata Direttore dell’Ufficio di Coordinamento del Direttore Generale del Tesoro e ha fatto parte del team di start-up dell’Istituto Italiano di Tecnologia curando le relazioni e la comunicazione istituzionale della Fondazione; infine negli anni 2012 e 2013 ha ricoperto  l’incarico di Capo della Segreteria del Ministro dell’Economia e Finanze. Attualmente è Dirigente presso Enel Holding, nell’Unità Innovation and Sustainability, responsabile del network con Enti e Organismi in materia di politiche di sostenibilità.  Precedentemente, presso  le Relazioni Esterne di Enel, ha curato i rapporti istituzionali per lo sviluppo del network italiano e delle azioni di partenariato pubblico-privato in materia di Corporate Social Responsibility.

 

 
Eventi