Giulia Raviglione
Nell’ambito dell’attività formativa della Commissione di Aggiornamento e Specializzazione Professionale (CASP) di FERPI, in collaborazione con FERPILab, si è tenuta, lo scorso 22 ottobre, la lezione 'La geopolitica delle infrastrutture digitali'.
L’incontro, moderato da Vincenzo Manfredi, Direttore scientifico del FERPILab, è stato condotto da Antonio Deruda, docente e consulente di comunicazione con una lunga esperienza nel settore, già coordinatore della comunicazione del G7 2024 e Senior Advisor di Deloitte.
Durante la lezione, Deruda ha offerto ai partecipanti una panoramica approfondita sulle infrastrutture, per molti invisibili, ma decisamente cruciali, che sorreggono l’ecosistema digitale. Quando si parla di “Internet” o “Cloud” molti pensano a onde eteree, a contenuti che fluttuano, ma in realtà dietro le app, le piattaforme e i data center che usiamo ogni giorno esiste una rete fisica di cavi sottomarini, principalmente fatti di fibre ottiche protette da più strati esterni di materiali resistenti.
Si è parlato dei rischi e delle vulnerabilità che caratterizzano queste infrastrutture. I cavi sottomarini sono, infatti, suscettibili a rotture, guasti accidentali o sabotaggi, che possono generare interruzioni di vasta portata e compromettere la connettività tra interi Paesi. Deruda ha evidenziato che, più che uno scenario di blackout totale, è più realistico immaginare che attori ostili possano colpire punti strategici della rete, individuando infrastrutture critiche e mettendo così in difficoltà specifiche aree o nazioni. Una prospettiva che mostra come la sicurezza delle reti digitali non sia più soltanto una questione tecnica o ingegneristica, ma rappresenti ormai un tema politico cruciale. Per anni si è privilegiato il costo più basso rispetto all’affidabilità, e solo di recente l’Unione Europea ha iniziato a introdurre misure specifiche per la protezione dei cavi sottomarini.
Negli ultimi anni il numero dei cavi sottomarini è cresciuto in modo significativo, spinto da un aumento esponenziale del flusso di dati e dallo sviluppo dell’intelligenza artificiale, che richiede capacità di elaborazione sempre maggiori. Negli ultimi 10 anni gli investimenti in questo settore sono quasi quintuplicati, e le proiezioni indicano che, da qui al 2034, gli investimenti continueranno a crescere. Tuttavia, questa corsa all’espansione non è lineare, ma è influenzata da crisi e tensioni geopolitiche che hanno in più occasioni interrotto o rallentato progetti di nuove connessioni tra Paesi che si sono ritrovati su fronti contrapposti (come ad esempio Cina e Stati Uniti).
In questo contesto, Deruda ha sottolineato come la maggior parte degli investimenti (circa il 60%) provenga ormai da attori privati, in particolare dalle Big Tech. I colossi della telecomunicazione tradizionale, infatti, stanno gradualmente lasciando spazio a nuovi protagonisti come Google e Meta, che costruiscono e gestiscono direttamente i propri cavi. Forti di risorse economiche senza precedenti, questi attori privati sono in grado di realizzare progetti pionieristici di portata globale. Google, ad esempio realizzerà il primo collegamento sottomarino tra Africa e Australia, aprendo una rotta alternativa a quella mediorientale e confermando il ruolo dell’azienda come attore geopolitico strategico. Meta invece ha annunciato di voler realizzare un cavo sottomarino che collegherà tutti e cinque i continenti e sarà più lungo della circonferenza terrestre.
Un altro aspetto emerso durante la lezione riguarda l’importanza crescente di territori e rotte che fino a poco tempo fa erano considerati marginali. Secondo i nuovi criteri della geopolitica digitale, alcuni luoghi, fino a ieri irrilevanti per la geopolitica tradizionale, stanno assumendo una nuova importanza, diventando nodi fondamentali per la trasmissione globale di dati. La trasformazione tecnologica sta così ridefinendo anche la mappa degli interessi internazionali. È evidente a questo punto come la costruzione di queste infrastrutture abbia inevitabili ripercussioni geopolitiche: la scelta dei partner, la posizione dei cavi e la nazionalità dei fornitori sono aspetti che influenzano gli equilibri diplomatici e i rapporti di potere tra Stati.
Dunque, i professionisti della comunicazione, che operano ogni giorno all’interno di queste dinamiche, non possono non essere a conoscenza di ciò che le sostiene. A tal proposito, Vincenzo Manfredi ha evidenziato come Antonio Deruda abbia fornito durante la lezione strumenti utili per sviluppare uno sguardo oggettivo della realtà. Ciò è fondamentale per comprendere la reale portata della trasformazione digitale in atto: non si tratta più soltanto di infrastrutture per la connettività, ma di strumenti di influenza e controllo globale.