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La gentilezza? Fa bene alle persone e alle organizzazioni

18/06/2020

Marta Grigoletto e Giampietro Vecchiato

Non solo buone maniere o buona educazione. La gentilezza è una predisposizione d'animo, una forma mentis che si basa sul desiderio di prendersi cura delle persone, instaurando un legame non solo civile ma anche premuroso e attento. Un'attidudine che fa bene non solo alle persone ma anche alle organizzazioni. La riflessione di Marta Grigoletto e Giampietro Vecchiato.

Quando si parla di gentilezza si pensa immediatamente a una serie di nozioni che hanno a che fare con la con la cortesia, con “le buone maniere” o “la buona educazione”.

La gentilezza invece è un atteggiamento che si fonda sull’apertura, verso gli altri e verso l’ambiente esterno. Si fonda sul desiderio di prendersi cura delle persone, ci si preoccupa di instaurare o mantenere con loro un legame non solo civile ma anche premuroso e attento.

Essere gentili significa dimostrare rispetto, attenzione e sollecitudine verso gli altri. In poche parole, mettere sempre al centro le persone e le loro esigenze.

Molti pensano che la gentilezza sia manipolativa, un atteggiamento da sfoderare solo per ottenere qualcosa in cambio. Non è così, la gentilezza genuina è manifestata liberamente e senza aspettative di ritorno.

La gentilezza è fortemente legata alla dimensione relazionale e comunicativa: un rapporto che si fonda sulla gentilezza costituisce una “relazione positiva”, all’interno della quale i messaggi circolano correttamente, a prescindere dal loro contenuto. Infatti, anche il messaggio formulato nel miglior modo possibile può presentare problemi di interpretazione o recezione se la relazione che unisce i due interlocutori non è positiva.

Tutti i benefici delle relazioni basate sulla gentilezza con impegno e attenzione si possono avere anche in ambito professionale, in modo tale da creare un ambiente positivo e produttivo.

Circa il 30-40% della giornata viene trascorsa dalle persone sul luogo di lavoro. Il lavoro in molti casi non è esclusivamente un’attività utile a procurarsi sostentamento, ma una vera e propria fonte di realizzazione personale, di espressione delle proprie potenzialità, un modo per dare il proprio contributo alla società e un luogo dove stringere relazioni utili per la crescita sia interiore che professionale. Considerando quante ore ciascuno trascorre con i propri colleghi e superiori è facilmente intuibile come sia importante la presenza di un clima positivo e sereno all’interno del posto di lavoro.

Non stupisce che le persone più felici sul luogo di lavoro siano quelle che hanno instaurato relazioni positive con gli altri.

I dipendenti felici diventano produttivi e creativi, generando un flusso positivo all’interno dell’azienda.

Una relazione particolarmente rilevante in azienda è quella che unisce un team leader ai suoi collaboratori.

Secondo alcuni studi, la persona che viene riconosciuta come più carismatica e influente all’interno di un gruppo ha il potere di contagiare gli altri con la sua gentilezza.

Un “leader gentile” dunque ha la capacità di sollevare il morale dei collaboratori e abbassa il livello di stress da loro percepito. I leader in grado di dimostrare calore umano risultano molto più efficaci, e i loro dipendenti si sentiranno apprezzati e valorizzati, in un clima di fiducia, parità e rispetto.

Un “leader gentile” infatti mostra sempre interesse e partecipazione nei confronti degli altri; offre sostegno a chi si dimostra in difficoltà e tratta tutti con rispetto, gratitudine, educazione. Per questo non dimentica mai di lodare il lavoro ben eseguito e in caso di conflitto si focalizza sulla sua risoluzione invece che sul rimprovero.

Diventa insomma un modello di ispirazione per gli altri.

Il clima organizzativo condiziona il lavoro dei dipendenti, in termini di motivazione, di rapporto con i colleghi, di performance ed efficienza. Per creare in ambito professionale un buon clima, bisogna intervenire sulla cultura organizzativa, che è composta dall’insieme di valori che l’azienda trasmette sia all’esterno che all’interno.

Ogni azienda dovrebbe considerare l’importanza del benessere professionale. Questo può essere garantito investendo nella cultura organizzativa, premiando le persone di talento, creando dei percorsi di formazione continua, un ambiente sereno e motivante, delle occasioni di condivisione anche informali tra i dipendenti.

Una delle tendenze più importanti a cui stiamo assistendo è l’umanizzazione delle aziende, ovvero una modifica nella concezione del lavoro: si cerca sempre più coesione tra i bisogni aziendali e quelli del dipendente. Si combatte in questo modo quell’ atteggiamento “spersonalizzante” nei confronti dei lavoratori che tuttora permane in numerose realtà. Al contrario, per un’organizzazione prendersi cura dei propri clienti interni è fondamentale.

Questo si può fare promuovendo la cultura della gentilezza e attenzione verso l’altro.

Prima che lavoratori, i dipendenti di un’azienda sono persone con aspirazioni, sogni e soprattutto con bisogni che non sono unicamente di tipo materiale.

Il migliore approccio di gestione aziendale si fonda sull’idea che un’organizzazione funzioni come una vera e propria comunità. Perché una comunità sia coesa deve basarsi su ascolto e partecipazione.

Tramite l’ascolto attivo, basato su empatia e sospensione di giudizio, è possibile raccogliere informazioni sui bisogni reali dei dipendenti, che si sentiranno coinvolti e chiamati in causa, ed esprimeranno le loro opinioni in modo libero e costruttivo.

Un’azienda-comunità basata sulla gentilezza fa di tutto per soddisfare le esigenze dei propri collaboratori, perché avere dipendenti felici è una garanzia di motivazione e successo.

La gentilezza nelle organizzazioni passa anche attraverso una buona comunicazione.

Ad esempio, la comunicazione interna rivolta a dipendenti e a collaboratori, cioè a quegli interlocutori con i quali esiste un rapporto di appartenenza basato su un contratto di lavoro, assume un ruolo importante: aiuta a generare l’identificazione nella comunità organizzativa sono quelli relativi all’allineamento sugli obiettivi e sulla visione dell’impresa, alla costruzione di un’identità distintiva, allo sviluppo di relazioni di fiducia, al consolidamento di un contesto di benessere organizzativo, alla gestione del cambiamento organizzativo.

Comunicare in modo gentile per un’organizzazione significa inoltre diffondere notizie chiare, verificabili, comprensibili da tutti, in modo capillare e senza escludere nessuno.

In questo modo ci sarà diffusione di conoscenza e condivisione, elementi fondamentali per l’azienda-comunità.

Questa nuova filosofia sposta il focus dal profitto a una nuova idea di azienda che investa sui dipendenti, che crei valore per i consumatori, che abbia una gestione più etica.




Marta Grigoletto, laureata in Strategie di Comunicazione presso l'Università degli Studi di Padova con una tesi dal titolo “La gentilezza aiuta a costruire relazioni. Anche nelle organizzazioni”.

Giampietro Vecchiato, Senior partner di P.R. Consulting srl e Professore a contratto di "Relazioni Pubbliche" presso l’Università degli Studi di Padova

 

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