Da “ossessione” di pochi a “vangelo” del discorso pubblico: l’agenda setting ormai assume un’importanza chiave per la governance, il governo, la psicologia, la sociologia, le scienze, l’economia, la comunicazione, il giornalismo, l’organizzazione e la cultura. Fra i più autorevoli esperti del tema, Roland Schatz sarà il protagonista dell’incontro, promosso da Ferpi, in programma giovedì 23 aprile a Roma.
Fino a un decennio fa (2005) le organizzazioni – sociali, private e pubbliche – consideravano sì importanti (ma non come oggi) le modalità e l’intensità della propria rappresentazione identitaria (la chiamavamo immagine) proiettata e interpretata dal sistema dei media (quelli digitali avevano appena avviato una accelerazione forsennata per assumere un ruolo di riferimento principale).
Nelle università il termine
agenda setting(definire l’agenda) era una nascente sottodisciplina dei primi corsi di scienze della comunicazione, di sociologia e di giornalismo.
Il mercato dell’analisi e interpretazione dei media, risalente ai primi del ‘900, in pratica archeo industriale, si era limitato prima alla rilevazione dei quotidiani e periodici espandendosi, negli anni Settanta/Ottanta, anche alla tv e alla radio.
L’agenda setting, allora, era una ossessione prevalentemente limitata ai protagonisti delle organizzazioni politiche, alle celebrità, a pochi operatori economici e, ovviamente, tutti quei relatori pubblici che campavano sulle spalle di pochi ma antichi fornitori di servizio: signore pensionate chiuse nei saloni dell’Eco della Stampa di Milano, armate di forbici e colla, senza peraltro (parlo di noi relatori pubblici…) capirne le implicazioni e soprattutto le potenziali prospettive.
Le cose oggi sono radicalmente cambiate e tutti – leader e non leader in ogni campo di attività e anche giovani ansiosi per il loro futuro – siamo vittime della sindrome dell’agenda setting: le nostre opinioni, i nostri comportamenti, le nostre decisioni, i nostri consumi, la nostra auto-proiezione sociale… sono determinate, in tutto e per tutto, dal vangelo del cosiddetto
discorso pubblico,peraltro sempre più variamente interpretato.
E queste diverse interpretazioni hanno prodotto un fiorente e profittevole segmento di offerta di servizio alle organizzazioni e ai singoli.
Nessuno è immune ma pochi, anche fra di noi, sanno distinguere la fuffa dall’utile.
Il paradosso, ma forse neppure tanto, è che proprio quando chi comunica consapevolmente può farlo direttamente con efficacia senza necessariamente dover passare per le mille diverse forme di intermediazione, il “sistema dei media riconfigurato” domina la nostra attenzione, e l’agenda setting assume un’importanza chiave per la governance, il governo, la psicologia, la sociologia, le scienze, l’economia, la comunicazione, il giornalismo, l’organizzazione, la cultura…
Roland Schatz e la sua
Media Tenor sono considerati il punto di riferimento più autorevole e competente al mondo su questi temi.
Invito caldamente i miei colleghi (giovani e meno) a cogliere l’opportunità di un confronto con Roland che
Ferpi promuove a Roma per giovedì 23 aprile.