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La piazza virtuale globale e le proteste anti Trump

02/02/2017

Roberto Adriani

Le proteste anti Trump, la connessione tra piazza virtuale e piazza reale, le fake news. Di questo ha parlato Roberto Adriani con Guido Petrangeli, cofondatore insieme a Luca La Mantia del blog Il Socialpolitico.

 

Le proteste in rete di questi giorni contro Trump evidenziano che la luna di miele è già finita oppure per ora è un fenomeno solo online e l’America profonda è ancora con lui?
Le proteste di questi giorni ci fanno capire quanto si difficile passare dall’uomo “contro”, dal personaggio anti-establishment a ruoli istituzionali di governo. Credo che al di là del merito della scelte politiche il vero tema sia questo: la difficoltà del passaggio tra la fase della propaganda populista, necessaria per vincere le elezioni, a quella nella stanza dei bottoni. È innegabile che le piazze reali e quelle virtuali, ormai legate come vasi comunicanti senza soluzione di continuità, siano abitate da un popolo che vota non in base al merito delle proposte ma in base all’appartenenza o meno al cosiddetto establishment.

Quali sono i dati più interessanti che avete rilevato con le vostre analisi online su questo tema?
Il dato più interessante riguarda i tempi e la portata delle proteste online. I leader politici devono iniziare a fare i conti con il fatto che la rete permette assembramenti di voci critiche in tempi più stretti e di portata più ampia di quanto avveniva in passato. Grazie alla possibilità offerta dalle catene di hashtag, a tweet-storm dedicati, Twitter ha permesso che la protesta nata negli States si propagasse in pochi minuti in tutto il mondo. Mai come oggi, insomma, un leader deve saper attivare, dopo un evento negativo, uno staff in grado di arginare i danni alla sua web reputation.

Pensi che il problema delle fake news sia arrivato ad un punto di svolta, oppure siamo ancora lontani dal risolvere il problema?
Temo che siamo ancora lontani se il problema sarà risolto alla maniera di Zuckerberg. Non si può pensare di utilizzare un algoritmo meccanico per decretare se una notizia sia vera o meno o addirittura farla votare da “tribunali del popolo” che non fanno parte del settore. Non è un discorso di categoria, ma siamo noi professionisti della comunicazione e dell’informazione che dobbiamo avere la responsabilità di dire se una notizia è attendibile o se è una bufala. Credo ci sia poca riflessione da parte nostra su questo tema.

Come possiamo educare le giovani generazioni ad un uso più consapevole delle informazioni online?
Questo è il tema vero, quello da cui parte tutto. Il populismo, le fake news, l’informazione censurata e approssimativa. Tutti i mali nascono perché non c’è educazione all’informazione. Andrebbero fatti corsi addirittura dalle scuole dell’obbligo: i cittadini devono essere formati su come si ricerca una notizia in rete, su come si legge un giornale online, su cosa è una fonte affidabile. È un discorso su cui i decisori pubblici e la classe accademica italiana dovrebbe gettare le basi per un progetto ambizioso che coinvolga le università in primis a formare i giovani alla “media education”.




 

Guido Petrangeli1Guido Petrangeli
Guido Petrangeli si occupa ormai da qualche anno di comunicazione politica, web e social media. Scrive per l’Huffington Post, Affari Italiani ed è opinionista per Radio In Blu. Si occupa di comunicazione Istituzionale per la Sapienza Università di Roma e Cisl Federazione Università.  Fondatore e autore del Blog IlSocialPolitico.it ha scritto due e-book "Ogni Click conta: le elezioni si vincono sui social media" e "Abruzzo 3.0: la web reputation della Regione Abruzzo".

IlSocialPolitico.it
Il SocialPolitico.it  è stato il primo blog italiano ad indagare sull’attività 2.0 di politica, istituzioni, influencer e fenomeni sociali. Il SocialPolitico.it , nato da un’idea dei giornalisti Luca La Mantia e Guido Petrangeli, è un portale d’informazione ed un osservatorio sui social media. Dal 2013 il Blog analizza la web reputation dei principali protagonisti e fatti della scena pubblica italiana e mondiale. Il SocialPolitico.it, le cui inchieste settimanali sono riprese dalle testate nazionali, ha curato nell’ultimo anno vari approfondimenti come: il terrorismo jihadista, le elezioni comunali di Roma. le presidenziali Usa, il referendum costituzionale.
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