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Energia e opinione pubblica: le ricette degli esperti

30/11/2011

Come far comprendere all’opinione pubblica le dinamiche e le tendenze in atto nel complesso mondo dell’energia? A questa domanda sono stati chiamati a rispondere gli esperti di comunicazione, in una tavola rotonda organizzata dall’Autorità per l’energia elettrica e il gas, nell’ambito del seminario _Dall’Europa all’Italia: capire e comunicare i nuovi scenari dell’energia._ Tra i relatori anche il presidente, _Patrizia Rutigliano_ e il tesoriere di Ferpi, _Biagio Longo,_ entrambi comunicatori d’impresa nel settore energetico.

Come far comprendere all’opinione pubblica le dinamiche e le tendenze in atto nel complesso mondo dell’energia? Il primo a rispondere al quesito rivolto da Bruno Gavagnin, advisor del Gruppo editoriale Italia energia e presente i nelle vesti di moderatore, è stato il Presidente di Assorel, Beppe Facchetti che ha evidenziato come all’opinione pubblica arrivi soltanto una minima parte dell’informazione sui temi energetici, proprio a causa della loro complessità: “sta proprio qui la sfida per noi comunicatori: spiegare le molteplici questioni presenti nella filiera che va dagli impianti di produzione sino alle bollette e cercare di creare consenso, ben sapendo che spesso gli iter per realizzare nuovi impianti si bloccano proprio a causa di una cattiva comunicazione”.
Si rivolge direttamente ai colleghi giornalisti, Biagio Longo, oggi segretario della Fondazione Aem/Casa dell’Energia, imputando alla carta stampata un’eccessiva attenzione ai casi finanziari, quale ad esempio l’affaire Edison/A2A, trascurando invece progetti e iniziative di grande interesse e che potrebbero costituire un interessante terreno di sperimentazione per giovani giornalisti e comunicatori: “nonostante la complessità, il tema dell’energia continua ad attrarre molti giovani che scorgono in esso i tratti della terza rivoluzione industriale, ecco allora che dobbiamo aiutarli a scoprire le tante nicchie e opportunità di questo settore che si creano ogni giorno sul territorio”.
Anche Patrizia Rutigliano, a capo della comunicazione di Snam Rete Gas, indica nuove strade per la comunicazione d’impresa nel settore energetico: “in questi ultimi anni le imprese hanno concentrato i loro sforzi comunicativi sui servizi e sulla sensibilizzazione ad un uso corretto e responsabile delle risorse energetiche. Oggi, però, siamo chiamati a fare di più in merito all’accettabilità sociale delle infrastrutture, perché se è vero che esiste un problema di iter e procedure, è altrettanto vero che le ricadute economiche e sociali sui territori (social impact assessment) spesso non sono adeguatamente valorizzate dalle stesse imprese”.
Per Franco Pomilio, Presidente dell’agenzia Pomilio Blumm, occorre sperimentare nuove discipline e rinnovare i metodi con cui si comunica: “ciò che cambia sono le regole del marketing applicate alla comunicazione istituzionale, ancora tutte da scrivere e che devono mirare a migliorare la relazione con i cittadini”. Un concetto sottolineato anche da Bruno Gavagnin che imputa al passaggio troppo rapido delle aziende pubbliche in Spa, la scomparsa della comunicazione di pubblica utilità, come ad esempio le campagne sulla sicurezza dell’uso del gas in casa.
Dunque quale strada percorrere per avvicinare i cittadini-consumatori ai temi energetici? Secondo Beppe Facchetti la soluzione è a senso unico: “la comunicazione e in particolare il web e i social media devono accompagnare il cittadino a diventare sempre più consapevole e protagonista delle proprie scelte, obiettivo che tra l’altro favorirebbe anche una maggiore competitività sul mercato energetico”. Ma per riuscirci, aggiunge Biagio Longo, occorre compiere un ulteriore sforzo, evitando di generalizzare ma, al contrario, distinguere il più possibile i messaggi da trasmettere, in modo da creare figure intermedie nell’opinione pubblica che diventino parti attive del sistema: “questa partita si gioca tutta sulla capacità di giornalisti e comunicatori di trasmettere la passione per le buone pratiche: spesso ci dimentichiamo come in Italia siamo riusciti a compiere nello scorso decennio una rivoluzione energetica basata sulle centrali a ciclo combinato o come negli ultimi anni abbiamo conquistato una posizione di leadership in Europa sulle fonti rinnovabili”.
Messaggi diversi, dunque, che corrispondono a pubblici diversi: “lo stakeholder engagement – conclude Patrizia Rutigliano – diventa lo strumento essenziale per coinvolgere, raccogliere le istanze, fare sintesi e trasmettere conoscenza e valore lungo tutta la filiera del processo organizzativo e di comunicazione”.
Sergio Vazzoler
Clicca qui per leggere la cronaca della tavola rotonda che ha visto impegnati diversi autorevoli giornalisti italiani del settore energia.
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