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L’impegno FERPI per raccontare la disabilità in modo disabile

22/03/2023

Marco Sabatini Scalmati

Tra i sintomi del disturbo dello spettro autistico la difficoltà nel comunicare è fra i più frequenti. Colmare le distanze e trovare una lingua comune è un obiettivo per tutti, per costruire un futuro davvero inclusivo. FERPI patrocinerà la festa musicale dedicata ai bambini con autismo al Parco delle Mimose di Roma il prossimo 2 aprile, in occasione del World Autism Awareness Day.

Per FERPI è certamente una novità celebrare quest’anno la giornata mondiale per la consapevolezza sull'autismo ("World Autism Awareness Day"), istituita nel 2007 dalle Nazioni Unite. L’autismo è un disturbo del neuro-sviluppo ormai abbastanza diffuso che si manifesta in un bambino su 77, in generale nei primi tre anni di vita. Le persone con questo disturbo presentano diversi sintomi fra i quali: la difficoltà a stabilire relazioni sociali, l’uso del linguaggio che può essere anomalo o del tutto assente e la presenza di comportamenti limitativi e ripetitivi.

L’attenzione rivolta a questa realtà si declina con il patrocinio offerto quest’anno per la prima volta ad una festa musicale in cui sono protagonisti bambini affetti dalla sindrome dell’autismo, che si terrà al Parco delle Mimose di Roma il prossimo 2 aprile.

Una prima occasione per avvicinarci a persone con caratteristiche lontane da quelle utilizzate da chi fa delle relazioni e della comunicazione le basi del suo lavoro, come noi professionisti di FERPI.

L’auspicio è che si possa lavorare per colmare questa distanza trasformando questa attenzione in una sfida ambiziosa: favorire un modo nuovo di raccontare le disabilità, tutto da costruire. Una sfida responsabile per parlare e raccontare questa realtà con parole e comportamenti adeguati al vissuto quotidiano, fatto di scarsità di interessi e relazioni, ripetitività e a volte assenza di linguaggio. Un contesto dove anche nelle condizioni più difficili si esprimono bisogni e stati d’animo. Basterebbe trascorrere qualche ora insieme e ascoltare cosa dicono i loro silenzi per creare un nuovo modo di comunicare e relazionarci, anche senza scrivere e parlare. Con grandissima pazienza e con l’uso corretto di appositi strumenti. Sta a noi declinare quello che ci dicono queste persone e farlo, se necessario, anche a modo loro, in modo disabile. Possiamo cominciare raccontando e partecipando, come sta facendo FERPI, alle tante iniziative che fortunatamente fioriscono in molte parti del nostro Paese.

È un lavoro lungo, complicato, pieno di ostacoli ma potrà portarci in un futuro migliore, con meno bulli e più persone belle, fuori e dentro di noi. Non è facile, ma insieme è possibile. 

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