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Ricostruire e ricostruirsi a partire dalle parole

16/04/2020

Federica Lago

Terzo appuntamento per CafFerpi, organizzato dalla Delegazione Ferpi Triveneto, con l’umanista, psicologo del lavoro e dei consumi Max Bustreo. Torniamo ad essere “artigiani delle parole”, trattiamole con cura e teniamo un diario del momento storico in cui ci troviamo.

Comunicare non è affatto semplice e lo vediamo bene in questi giorni, dalla comunicazione istituzionale ai media, fino alle conversazioni sui social network: molto spesso ci sono parole di troppo o non dette, parole male interpretate e sottintese.

Le parole hanno una dimensione molto più profonda perché portano agli altri le nostre influenze, il nostro vissuto e sono mediate anche dal momento storico in cui viviamo.

La perdita di contenuto e di significato delle parole è un processo che inizia anche prima della pandemia in corso, che ora però viene enfatizzata.

Per questo motivo oggi è ancora più importante riconquistarne il senso, attraverso il come le percepiamo e le rielaboriamo, perché le parole mettono in atto dei comportamenti positivi o meno, e ci danno il senso di come percepiamo le informazioni che ci vengono date, soprattutto quelle istituzionali.

Qual è la nostra sfida come comunicatori?
Avere cura delle parole, perché  significa accompagnare e fornire strumenti più efficaci per facilitare questo momento di transizione, per evitare di creare una dissonanza cognitiva rischiosa, per agevolare il meccanismo comunicativo che mette in atto comportamenti virtuosi, con la scelta delle parole.

Un esempio attuale?
Si parla di distanziamento sociale quando in realtà quello che ci viene chiesto è un distanziamento fisico, perché quello sociale lo stiamo integrando con la tecnologia; avere cura delle parole significa anche domandarsi se c’è una differenza tra queste due parole e comunicarlo al meglio.

Se la nostra comunicazione è chiara, trasparente, non soggetta ad interpretazione, abbiamo raggiunto l’obiettivo di informare, di comunicare, stabilendo una relazione di fiducia con i nostri interlocutori.

Il tema della fiducia nei confronti delle fonti, dei media, delle istituzioni, dopo questa fase, sarà ancora più vitale, perché la fiducia è una dinamica fondamentale per gli essere umani, sulla quale si basano le relazioni, di coppia, sociali, di un paese.

Max Bustreo ci sprona a diventare un po’ più “artigiani” delle parole, perché ci rendiamo conto che oggi sono sempre più consumate, hanno perso il loro significato originale, traviate, interpretare: esercitiamoci da artigiani delle parole a recuperare il loro senso e il senso di noi stessi.

Ci dà anche un compito da fare a casa, in questi giorni sospesi di quarantena: tenere un dizionario quotidiano delle parole, parole che oggi per noi hanno un senso diverso da quello originario che troviamo nel dizionario, parole che sono il risultato del nostro vissuto personale, per poterle rileggere un domani e dare loro un significato più ricco e articolato.

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