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#SAA2020. Come riformare la legge 150

08/03/2020

Redazione

Primo appuntamento della Settimana dell’Amministrazione Aperta 2020 all’Università di Salerno. Tema dell’incontro: “Come riformare la Legge 150”. Tra i relatori molti dei membri del GdL voluto dalla Ministro della Funzione Pubblica, Fabiana Dadone sulla Riforma della Legge 150/2000. L’incontro si è concluso con una concreta condivisione di intenti su alcune questioni centrali: la legge, nonostante i suoi 20 anni di vita, va riformata e non cancellata. Il Giornalismo e la Comunicazione sono due professioni molto diverse, che hanno obiettivi di scopo diversi. Nell’attualizzazione della Legge 150 si pone l’obbligo di tener conto dell’evoluzioni dei contesti e della tecnologia nel rispetto della deontologia professionale, delle competenze e della formazione continua, ma senza mai dimenticare i diversi ruoli tra giornalista e comunicatore.

Nell’Aula Magna “Gabriele De Rosa” dell’Università degli Studi di Salerno si è svolto l’incontro con la partecipato Carlo Verna, presidente Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti; Rita Palumbo, Segretario Generale della Federazione Relazioni Pubbliche Italiana; Marco Magheri, Cd Associazione Italiana Comunicazione Pubblica e Istituzionale; Virgilio d’Antonio, direttore del Dipartimento di Scienze Politiche e della Comunicazione e docente di Diritto dell’Informazione e della Comunicazione (Unisa); Daniela Vellutino, docente di Comunicazione Pubblica e Linguaggi istituzionali (Unisa) e Simona Libera Scocozza, assegnista di ricerca di Diritto dell’Informazione e della Comunicazione (Unisa).

«Il poco, il nulla o la confusione hanno usucapito la Legge 150. Non c’è ancora un contratto giornalistico all’interno degli uffici stampa pubblici. C’è una gran confusione di ruoli all’interno delle strutture di comunicazione e di informazione della Pubblica amministrazione» Così esordisce Carlo Verna, Presidente dell’Ordine dei giornalisti, nella cornice dell’evento “Quali saperi per l’informazione e la comunicazione nella PA digitale? Come riformare la legge 150/2000”.

A vent’anni dalla nascita della Legge 150 sono ancora molti i nodi da sciogliere. Uno di questi riguarda il ruolo, le competenze e i doveri di chi, facendo professione giornalistica, lavora all’interno della Pubblica amministrazione. Dagli inizi del ventunesimo secolo a oggi il giornalismo è profondamente cambiato, così come i canali di fruizione delle notizie. Per far convergere la figura del comunicatore istituzionale e quella del giornalista c’è bisogno di mettere ordine: «Lo si deve fare non solo rilanciando l’idea della Legge 150 ma anche mettendo in campo nuove norme che attualizzino un qualcosa che è completamente cambiato rispetto a vent’anni fa» conclude Verna. 

«La sfida del GdL voluto dalla Ministra della Funzione Pubblica Fabiana Dadone è di modificare la Legge 150 rendendola più efficace e più efficiente. La Comunicazione pubblica ha una grande responsabilità: la trasparenza da e per i cittadini. Ed è proprio nell’ambito della Comunicazione Pubblica, e quindi della Legge 150/2000, che si incontrano le professioni del giornalismo e della comunicazione, due professioni molto diverse, che hanno obiettivi di scopo, funzioni e ruoli diversi» afferma Rita Palumbo, Segretario Generale Ferpi. «Nel dibattito è emersa grande convergenza su questi punti così come siamo stati tutti d’accordo che la riforma della Legge 150 debba è far si che la pubblica amministrazione diventi buona occupazione per i giovani».

«Lo spirito della Legge 150 del 2000 è quello di mettere a sistema la professione del comunicatore e quella del giornalista» spiega Marco Magheri, Cd Associazione Italiana Comunicazione Pubblica e Istituzionale «L’unica finalità è quella di di far convergere le due professioni per il bene del cittadino, permettendo, così, lo sviluppo di fiducia e dialogo tra cittadini e istituzioni, ognuno mantenendo i cardini della proprio ambito».

«È tempo di riformare una legge che è stata un’opportunità mancata per i laureati in Scienze della Comunicazione e per gli studenti delle nostre Scuole di Giornalismo» spiega Daniela Vellutino, responsabile dell’Osservatorio per l’Informazione e la Comunicazione delle PA in Italia e in Europa, che ha organizzato l’incontro «ora tutti noi ci impegneremo affinché si istituisca anche un organismo che vigili sula sua applicazione per creare buona occupazione e per promuovere forme di lavoro agile e sinergico tra giornalisti e comunicatori pubblici. Questi sono gli obiettivi prioritari del nostro gruppo di lavoro, istituito dal Dipartimento della Funzione pubblica del Consiglio dei ministri nell’ambito dell’Open Government Partnership Forum, l’organismo che riunisce società civile e rappresentanti delle PA per l’Amministrazione Aperta».




Qui il video della Scuola di Giornalismo
https://youtu.be/XAlX4rVn_IQ

Qui il video dell’Ufficio Stampa Unisa
https://youtu.be/z1BnqhuF_RE

 

 

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