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Addio a Guido Lopez: fu tra i primi soci Ferpi

10/12/2010

Storico, diventato famoso per il libro _Milano in mano,_ ha iniziato lavorando nelle Relazioni Pubbliche e fu tra i primi soci ad aderire a Ferpi. Aveva cominciato con i panettoni della Motta e per poi passare alla J. Walter Thompson Italia. E’ stato il precursore delle sponsorizzazioni culturali in Italia.

Nei giorni scorsi, a Milano, è scomparso Guido Lopez. Classe 1924, storico, scrittore e giornalista, rigoroso esploratore di vicende e angoli evidenti e nascosti della sua città, aveva cominciato nelle Relazioni Pubbliche, in cui ha lavorato per oltre 20 anni, prima alla Motta per poi passare alla J. Walter Thompson Italia.
Fu tra i soci Ferpi della prima ora e ne è stato sempre un convinto sostenitore. Con la JWT ha istituito l’Ufficio Relazioni Pubbliche, avviando in Italia le sponsorizzazioni culturali e le campagne di utilità pubblica. Ha creato un evento che, per la prima volta, coinvolgeva la popolazione di un intero quartiere lungo i Navigli, in una festa per la presentazione di un prodotto di largo consumo: lo accompagnavano la musica di un complessino beat e il canto della milanesissima Milly. Era il 1967: la trasmissione della ripresa televisiva era pronta, ma all’ultimo momento fu proibita!
Dagli anni ’60, però, il nome di Guido Lopez è legato a quello della città di Milano per aver scritto un libro, Milano in Mano (Mursia, 1965), che la rappresenta e la racconta da capo a piedi, dalle cose agli uomini, macinando i secoli e decine di migliaia di copie attraverso 15 edizioni via via rivedute e aggiornate.
La ricerca delle radici della propria città lo ha portato ad esplorare lo scenario della vita milanese sotto il dominio degli Sforza. Ha riscoperto la vicenda delle nozze fra Ludovico il Moro e Beatrice d’Este, attraverso la rilettura delle lettere di Jacopo Trotti, ambasciatore del duca d’Este alla corte ducale milanese: è “Festa di Nozze per Ludovico il Moro” (Valentino De Carlo editore, 1976, ristampato presso Mursia nel 2008). Dagli anni Ottanta si butta a capofitto nell’esplorazione di quel periodo di vita meneghina, attorno a Ludovico e al suo più famoso collaboratore, Leonardo da Vinci. Esce da Mursia La roba e la libertà (1982) ristampato come Leonardo e Ludovico , da Camunia Moro! Moro! (1992), da Newton & Compton I Signori di Milano (2003), ed infine Storia e storie di Milano (2005).
Guido Lopez ha imparato a parlare al pubblico alla scuola di suo padre Sabatino, autore di teatro, e a vedere le cose con l’occhio di uno storico come il fratello maggiore Roberto, medievalista di fama internazionale.
Scampato alle persecuzioni razziali, anche grazie all’aiuto di un Carabiniere, Enrico Sibona, che al rispetto delle leggi antisemite ha anteposto la propria coscienza di uomo e di giustizia, ha avuto l’opportunità di formarsi professionalmente nella grande fucina intellettuale del dopoguerra rappresentata da casa Mondadori, a fianco di grandi firme come Vittorini, Calvino, Bettiza, Moretti. In quel periodo ha incrociato le grandi firme della letteratura che sono passate per la città, da Thomas Mann a Hemingway, da Simenon a Falkner; il libro I Verdi, i Viola e gli Arancioni (Mondadori, 1972) è la narrazione, godibile finestra sulla Milano di metà del Novecento tra fermenti, speranze ed illusioni di una metropoli culturale in crescita.
E` stato una firma nelle pagine milanesi del quotidiano La Repubblica e anche del settimanale politico-opinionista Il Diario. Grandi nomi della fotografia (Fulvio Roiter, Mario de Biasi, Maria Mulas) hanno firmato con lui libri su Milano e la Lombardia, su paesaggi, monumenti e stili.
Ambrogino d’Oro dell’Assessorato Cultura del Comune di Milano e Medaglia d’Oro della Provincia.
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