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Creare valore con l’ascolto e il dialogo con il territorio

#FerpiSideChat

21/10/2021

Giuseppe de Lucia

Per le interviste di #FerpiSideChat, questa settimana Giuseppe de Lucia incontra Fabrizio Iaccarino, Responsabile Sostenibilità e Affari Istituzionali di Enel Italia.

Fabrizio, oramai sono più di tredici anni che lavori in Enel e oggi hai la responsabilità della sostenibilità e le relazioni istituzionali. Quali le sfide più importanti in questi anni del tuo percorso? 

Nel corso di questi 13 anni in Enel ho avuto modo di confrontarmi con tutte le dimensioni del Public Affair, dall’ufficio legislativo alla responsabilità dei rapporti con Associazioni & Stakeholder, poi dei rapporti con le istituzioni del territorio e con le istituzioni centrali, fino ad arrivare all’attuale ruolo di Responsabile di Sostenibilità e Affari Istituzionali, una grande famiglia composta da più di 80 persone. In questo lungo percorso ho visto anche crescere e svilupparsi l’approccio alla sostenibilità, oggi pienamente integrato nel business. Queste esperienze diversificate mi hanno permesso di conoscere l’importanza del mondo istituzionale e delle realtà territoriali, skills fondamentali per affrontare la grande sfida , che io e miei collaboratori siamo chiamati ad affrontare ogni giorno di rappresentare al meglio gli interessi di Enel e promuoverne la posizione presso le istituzioni e verso gli stakeholder.  

La vostra è un’azienda che è presente in tutto il territorio nazionale (e non solo). Come il tuo ruolo e quello della tua direzione realizza quel governo strategico delle relazioni con il territorio, fondamentale per creare valore sia all’azienda che al territorio in cui opera?

Una delle mission di Sostenibilità e Affari Istituzionali è quella di rappresentare Enel su tutto il territorio nazionale per contribuire al raggiungimento dei risultati di business, assicurando la creazione e il mantenimento del consenso locale sui nostri progetti e supportando l'organizzazione, la gestione e l'esecuzione di progetti e attività di sostenibilità a livello locale. Per raggiungere questi obiettivi è fondamentale pensare in ottica di creazione di valore condiviso con il territorio. In questo senso, il dialogo e l’ascolto del territorio sono strumenti di fondamentale importanza, che ci consentono anche di interpretare le esigenze e i bisogni delle diverse realtà locali. Il coinvolgimento e l’inclusione delle comunità, non rappresenta infatti solo uno dei 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile fissati dall'Onu su cui siamo impegnati, ma è anche uno dei pilastri su cui poggia il nostro Piano di Sostenibilità. 

Enel ha fatto della sostenibilità un elemento centrale delle sue politiche aziendali. Cosa significa per voi essere un’azienda sostenibile?

Essere un’azienda sostenibile significa rendere il nostro business e la comunità in cui operiamo più ricchi, inclusivi e resilienti, senza lasciare indietro nessuno. Creare valore condiviso, appunto. 
Negli ultimi anni l’esperienza di Enel ha dimostrato come l’adozione di una strategia e di un modello di business sostenibili non sia soltanto un bene per l’ambiente, ma anche per la creazione di valore di lungo periodo. La nostra strategia, che pone al centro la sostenibilità, ci rende un’azienda più competitiva e resiliente, creando valore per tutti gli stakeholder e continuando a contribuire al raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite.  
Innovare in questo settore è fondamentale: ad esempio crediamo che la finanza sostenibile costituisca una leva chiave per raccogliere capitali pubblici e privati e indirizzarli verso investimenti sostenibili, avvicinando così il raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile. Per questo motivo siamo stati i primi al mondo a lanciare emissioni obbligazionarie SDG-linked, basate su un approccio che combina la performance in tema di sostenibilità con l’emissione di titoli, segnalando agli obbligazionisti l’impatto degli investimenti sulla strategia della società. 
La sostenibilità è l’unica strada per orientare positivamente scelte che riguardano il presente e il futuro. 

Tra le tue responsabilità c’è anche la lobby che nel nostro paese viene sempre percepita in modo negativo. Cosa manca per avere una legittimazione piena per questa professione?

Dobbiamo innanzitutto partire da una riflessione approfondita sul ruolo che le attività di rappresentanza degli interessi svolgono quale componente fondamentale del sistema politico-istituzionale e riconoscere che la lobby concorre a rendere più inclusivo il processo decisionale pubblico e l’iter di formazione delle leggi e a favorire una democrazia più partecipativa. 
Per aumentare la legittimazione dell’attività di rappresentanza degli interessi, è necessario rafforzare la trasparenza del processo decisionale, disciplinando le relazioni tra lobbisti e decisori pubblici attraverso regole e procedure certe, prevedendo ad esempio l’istituzione di un Registro nazionale unico dei rappresentanti di interessi che sia accessibile al pubblico e garantisca massima visibilità agli incontri avvenuti tra i rappresentanti di interessi e stakeholder politico-istituzionali.

Un consiglio per chi vuole intraprendere questa professione.

Al di là delle competenze, che si possono acquisire con il tempo e con l’esperienza, è importante lavorare anche sulle soft skills ed in particolare, ribadisco, sulla capacità di ascolto, che si declina anche nell’attenzione alle parole che si utilizzano e al modo in cui si trasferiscono i messaggi alle persone con cui quotidianamente siamo chiamati a dialogare, nonché nella capacità di comprendere complessità del contesto circostante.
Infine, ricordiamoci sempre che i nostri asset sono la reputazione e la professionalità, fondamentali del mestiere che vanno coltivati ogni giorno. 

 

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