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Gare nella P.A. senza rimborso spese

20/12/2005

Un interessante articolo di Carlo De Sio pubblicato sul Denaro

Il malvezzo delle piccole gare senza rimborso spese nella P.A.
Giovedì 27 ottobre u.s. molte società e studi di comunicazione hanno ricevuto da parte di un Ente Regionale per lo Sviluppo, un invito a partecipare ad una gara di "Cottimo Fiduciario" al ribasso per l'ideazione del logo ed dell'immagine coordinata, da consegnare in elaborati definitivi entro le 13 di Giovedì 3 novembre: in tutto cinque giorni per fare un lavoro, con in mezzo un sabato, una domenica, Ognissanti ed il 2 novembre compresi... inutile farvi notare che per presentarlo alle ore 13 del 3 novembre, il lavoro -e questo è fuori dubbio- lo si dovrebbe aver già avuto fatto... Glisso subito sull'argomento perché ogni commento ulteriore sui tempi di lavorazione suonerebbe un insulto alla intelligenza di voi tutti, ed alla professionalità di chi campa lavorando con onestà.
Infatti non è questo di cui voglio parlare, ma del malvezzo di indire gare, specie nella P.A., pretendendo da cinque, dieci studi di presentare elaborati definitivi (quindi lavoro finito all'80%) senza prevedere alcun rimborso spese, ancorché di minima entità, e spesso in presenza di bandi assolutamente carenti di linee guida certe che orientino il lavoro sulle necessità reali dell'Ente.
Qualche tempo fa un mio clente -di sua iniziativa- ritenne di dover invitare due delle più importanti società di design per il packaging, ad inviargli un'offerta, corredata da una proposta di massima, per la realizzazione di una linea di prodotto. Ricevette due silenzi, neanche risposero alla sua lettera; non contento si attaccò al telefono per convincerli e questa volta gli furono chiesti dei soldi per la consulenza per individuare il posizionamento dei suoi prodotti, visto che non aveva accompagnato la richiesta con una relazione di strategia di posizionamento... poi si sarebbe parlato del quantum per la parte di design.
La morale è che solo chi ha poco lavoro, chi non ha le spese di un'azienda, e diciamola tutta, chi è poco qualificato può accettare di tentare di fare un lavoro e di farlo in gara al ribasso e quindi per pochi soldi.
Vero è che siamo in un momento di penuria di lavoro, ma non è immorale che proprio la P.A. sfrutti il lavoro completo di cinque, dieci onesti professionisti senza ricompensarli nemmeno al minimo- per poi scegliere quello che per una meravigliosa alchimia ha offerto il lavoro più gradito all'ente?
Nel momento in cui s'indice una gara senza rimborso, sarebbe oltremodo corretto offrire ai partecipanti un documento di marketing stilato da un professionista vero e, quindi, senza asinerie da burocrati- riportante i precisi binari nei quali stare per vedersi assegnato il lavoro; perché quando i canoni di base della gara sono riportate in parole fritte e rifritte nei manuali di pubblicità di trenta anni fa, senza alcun elemento di misurazione oggettivo, il sospetto che in qualche cassetto ci sia un lavoro già concordato, è forte.
Credo che le associazioni professionali della Comunicazione debbano e possano pretendere una maggiore trasparenza ed equità nei bandi, almeno per il rispetto del lavoro di chi ne ha già poco.
Carlo De Sio
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