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La comunicazione responsabile? Dal forum europeo di Global Alliance torna la chiamata per il 18° SDG

19/03/2024

Biagio Oppi

In programma la prossima settimana un webinar di Global Alliance aperto a tutti. Il ruolo di FERPI e dell'Italia nello sviluppo di questo concetto: dalla comunicazione nei disastri naturali al ruolo del tessitore sociale nella permacrisi.

La settimana scorsa al forum europeo di Madrid, Global Alliance ha rilanciato la campagna "OPEN CALL TO THE PR PROFESSION TO ADD A NEW GOAL TO THE SUSTAINABLE DEVELOPMENT GOALS (SDG) OF UNITED NATIONS" a favore di un 18° obiettivo SDGs dell'agenda ONU, dedicato alla comunicazione responsabile. 

In particolare il past president José Manuel Velasco ha presentato diversi punti facendosi portabandiera con DirCom (associazione spagnola nostra consorella) dell'iniziativa. 

Fin da subito FERPI ha aderito alla call e con il gruppo di lavoro guidato da Sergio Vazzoler e Matteo Colle ha promosso nei mesi scorsi una sensibilizzazione sull'Italia con diversi eventi.

Da notare che durante la presentazione José Manuel Velasco ha fatto riferimento alle conversazioni con Toni Muzi Falconi sull'utilità di muovere da un concetto di comunicazione etica ad uno di comunicazione responsabile, lavoro svolto in seno a FERPI da ormai più di dieci anni.

Ha senso ripercorre lo sviluppo di questo concetto che oggi diamo quasi per scontato. Infatti in seguito ai terremoti de L'Aquila e dell'Emilia la comunicazione responsabile nel post disastro naturale è stata formalizzata in un'idea che sottolinea l'importanza di un approccio etico e consapevole alla comunicazione con alcune caratteristiche chiave:

1. Trasparenza e veridicità: la comunicazione responsabile si basa sulla trasparenza e sull'onestà nell'informare il pubblico. Gli emittenti devono essere chiari riguardo alle loro intenzioni e alle fonti delle informazioni trasmesse, evitando la manipolazione e la disinformazione

2. Rispetto dei destinatari: un altro aspetto fondamentale della comunicazione responsabile è il rispetto nei confronti degli stakeholder e dei pubblici. Ciò implica considerare le esigenze, i valori e le sensibilità degli interlocutori e comunicare in modo rispettoso e inclusivo

3. Impatto sociale e ambientale: la comunicazione responsabile tiene conto degli impatti sociali e ambientali delle proprie azioni comunicative. Gli emittenti devono considerare le conseguenze delle proprie parole e azioni sulla società e sull'ambiente, cercando di promuovere valori positivi e sostenibili, ma anche sulla professione stessa e sulle organizzazioni coinvolte (come da Melbourne Mandate)

4. Partecipazione, ascolto e dialogo: un elemento chiave della comunicazione responsabile è la promozione della partecipazione e del dialogo tra tutti gli attori coinvolti nel processo comunicativo. Ciò implica ascoltare attivamente le opinioni e le prospettive degli altri e incoraggiare un confronto costruttivo e aperto.

5. Accountability: infine, la comunicazione responsabile comporta anche l'accettazione della responsabilità per le proprie azioni e l'adozione di un atteggiamento autocritico di continuo miglioramento. Gli emittenti devono essere pronti ad affrontare le critiche e a imparare dagli errori, cercando costantemente di migliorare la qualità e l'eticità della propria comunicazione.

La comunicazione responsabile si basa su principi di trasparenza, rispetto, impatto sociale e ambientale positivo, partecipazione e accountability, promuovendo una comunicazione etica e consapevole che tiene conto delle esigenze e delle prospettive di tutti gli attori coinvolti. Nella Carta di Rieti sono stati nove i principi identificati (www.cartadirieti.org) per la comunicazione responsabile nei disastri naturali.

Nel forum europeo ho sottolineato come il concetto di permacrisi (la crisis permanente in cui siamo avvolti) abbia estremizzato l'applicazione della comunicazione responsabile perché ci siamo trovati di fronte agli stessi fenomeni che avevamo incontrato durante la catastrofe dei due terremoti:

  • dalle fake news a ciò che poi è divenuta infodemia

  • dall'evidente valore dei capitali sociali-relazionali a quelli della reputazione del territorio

  • dalla necessità di ricostruzione dei luoghi colpiti da catastrofi, alla necessità di ricostruire le comunità a livello sociale

  • dall'impatto della comunicazione e della narrazione nella capacità di ricostruzione, attraendo capitali economici e non solo

  • dall'utilizzo del linguaggio scientifico e della collaborazione con i giornalisti e gli altri attori dell'informazione


I lavori sulla comunicazione responsabile hanno avuto poi come esito i ragionamenti sul ruolo del relatore pubblico come "tessitore sociale": il tessitore sociale è colui che svolge un ruolo importante nel promuovere una comunità forte e resiliente, facilitando la collaborazione e la partecipazione dei suoi membri per affrontare sfide comuni e perseguire obiettivi condivisi; un individuo o un gruppo che lavora attivamente per creare e rafforzare legami all'interno di una comunità, rafforzando il capitale sociale e relazionale delle organizzazioni e delle comunità locali. 

Questa figura svolge un ruolo cruciale nel promuovere la coesione sociale, facilitare la collaborazione e l'empowerment dei membri della comunità e promuovere lo sviluppo sociale e civico. Si tratta di una figura inizialmente identificata da Massimo Alesii nei cosiddetti "resilienti" e poi da Muzi Falconi nei tessitori sociali.

I tessitori sociali già esistono come volontari, attivisti, leader comunitari, operatori sociali, o qualsiasi altra persona impegnata nell'incoraggiare la partecipazione e la solidarietà all'interno della comunità. Avendo il relatore pubblico competenze e abilità tipiche del tessitore sociale, il gruppo di lavoro ispirato da Toni Muzi Falconi con la partecipazione tra gli altri di Biagio Oppi, Stefano Martello, Massimo Alesii e Vincenzo Manfredi, Francesco Rotolo, Sergio Vazzoler, ha sviluppato diversi lavori nel corso degli anni che hano avuto come output paper, articoli e presentazioni a BledCom. 

Si tratta di un momento importante in cui credo dovremmo giocarci le competenze che abbiamo accumulato, allineandoci alle iniziative globali e arricchendole con le intuizioni che avevamo sviluppato.

La prossima settimana si terrà il WEBINAR: “HOW RESPONSIBLE COMMUNICATION COMES TO REALITY” SEVEN BEST PRACTICES FROM EUROPE — Global Alliance (globalalliancepr.org) promosso da Global Alliance, che suggerisco a tutti di frequentare.

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