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I nuovi linguaggi della comunicazione politica

22/09/2018

Redazione

Un corso innovativo per parlare delle recenti evoluzioni nel rapporto tra marketing istituzionale e marketing d'impresa, in programma il 14 e 15 dicembre a Roma.

Si terrà a Roma nei giorni 14 e 15 dicembre il Corso di formazione dal titolo “Nuovi linguaggi della comunicazione politica” a cura di Antonio Iannamorelli, Direttore Operativo di Reti,  e Simonetta Pattuglia, Presidente CASP di Ferpi, Docente di Marketing, Comunicazione e Media, Direttore del Master in Economia e Gestione della Comunicazione e dei Media.

Interverranno ospiti e professionisti, tra cui esponenti del mondo della politica attuale, italiana e estera, del marketing politico-istituzionale e della comunicazione.

Partendo dal presupposto che dare una definizione univoca di “comunicazione politica”, oggi, è pressoché impossibile. Essa nasce dall’incontro di varie discipline: la sociologia, la psicologia sociale, l’antropologia, la semiotica, la massmediologia, che insieme alla comunicazione e al sapere tradizionalmente collegato alle scienze della politica, configurano un’area tematica – e conseguenti professionalità – eclettica e dalle molte interpretazioni possibili. Dal lato propriamente pratico, la comunicazione non è da considerare solo quella verbale, ma anche non verbale e para-verbale, come il modo di porsi dinanzi ai cittadini, le strette di mano dopo un comizio, l’impostazione dei manifesti elettorali, come ha spiegato anche GianpietroMazzoleni, Docente di Scienze Sociali e Politiche, parlando di “nodo decisivo dell’impatto che la comunicazione ha sulla partecipazione politica, sul voto e sull’opinione pubblica“. L’ulteriore salto verso la comunicazione digitale fa il resto.

“È lo spazio dove tre attori, che hanno la legittimità di esprimersi pubblicamente sulla politica, si scambiano discorsi contraddittori” ha affermato il sociologo Dominique Wolton. Questi tre attori sono gli uomini politici, i giornalisti e l’opinione pubblica (attraverso i sondaggi); oggi aggiungeremmo anche le imprese mediatiche che necessariamente devono “parlare” con la politica e i newmedia mobile e social che ne divengono strumento innovativo. In Italia, a partire dalla fine del XX secolo, la materia della comunicazione politica è stata interessata dalla cosiddetta par condicio, ovvero una parità per i diversi soggetti politici di accedere ai mezzi di comunicazione di massa. Quali sono oggi gli attori principali? Quali dialogano con quelli tradizionali? Quali i nuovi strumenti? Quanto l’impresa può prestare alla politica del suo marketing e comunicazione? Secondo il modello pubblicistico-dialogico, la comunicazione politica che emerge è fortemente mediatizzata: l’azione dei media e dei social media va a sommarsi ai flussi già esistenti tra gli altri due attori. I giornalisti e i sempre più numerosi content creator contribuiscono a co-crearla; i cittadini e gli utenti hanno pertanto un ruolo sempre maggiore. Secondo il modello mediatico, invece, i media costituiscono l’attore principale: rappresentano lo spazio in cui pubblici ed elettori si confrontano, pertanto il più importante nella comunicazione. Esso consente l’incontro tra politici e cittadini, anche se questi ultimi possono far sentire la propria voce attraverso vari strumenti: lettere, manifestazioni di protesta, social network, leggi di iniziativa popolare, sondaggi e soprattutto attraverso la scelta del voto.

Questo è il perimetro tematico delle due giornate in cui oltre alla parte seminariale è previsto, nella serata del 14 dicembre, un P.R. dinner dedicato al networking professionale.

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