La Commissione ha proposto di proclamare il 2008 "Anno europeo del dialogo interculturale". Ciò implica il finanziamento di una serie di iniziative e attività che hanno lo scopo di promuovere questo dialogo interculturale attraverso campagne d'informazione, manifestazioni ed eventi nonché la realizzazione di studi ed indagini. Adottata con 538 voti favorevoli, 56 contrari e 23 astensioni, la relazione di Erna HENNICOT-SCHOEPGES (PPE/DE, LU) accoglie questa proposta, ma suggerisce una serie di modifiche sia negli obiettivi generali sia in quelli specifici, ponendo in particolare l'accento sul dialogo tra le religioni. Il Parlamento chiede anche un maggiore cofinanziamento comunitario delle misure. L'importo globale del bilancio rimane però a 10 milioni di euro, di cui - per volere dei deputati - solo il 30% potrà essere dedicato all'azione preparatoria da svolgere nel corso del 2007. E' peraltro precisato che, anche se il processo avrà la sua espressione e visibilità nel 2008, le azioni potranno comunque proseguire oltre tale anno. Gli obiettivi generali dell'Anno europeo, così come proposti dai deputati, dovranno riguardare la promozione del dialogo interculturale mediante progetti specifici volti ad aiutare i cittadini europei «ad imparare a vivere insieme armoniosamente e a superare le differenze inerenti alla loro diversità culturale, religiosa e linguistica, non soltanto tra le culture dei diversi Stati membri, ma anche tra le varie culture e i gruppi religiosi degli Stati membri». Da notare che questa formulazione ha ottenuto 299 voti favorevoli, 298 contrari e 17 astensioni. Inoltre, si tratterà di sensibilizzare i cittadini europei e quanti vivono nell'Unione europea «all'importanza di sviluppare una cittadinanza europea attiva e aperta sul mondo, rispettosa della diversità culturale e fondata sui valori comuni dell'Unione europea». Ma le azioni dovranno mirare anche a «porre in risalto il contributo delle varie culture ed espressioni della diversità culturale al patrimonio e ai modi di vita degli Stati membri dell'Unione europea» e ad «esportare i valori comuni dell'Unione europea» nelle relazioni di quest'ultima con il resto del mondo, «rafforzando così il suo ruolo di leader nella promozione e nella tutela dei diritti umani e della democrazia». Vi è anche l'obiettivo di fare dell'istruzione «un vettore fondamentale per l'apprendimento della diversità e una maggiore comprensione delle altre culture», per promuovere la mobilità, gli scambi e l'applicazione del know how, delle competenze e delle migliori prassi sociali e «per attribuire ai media un ruolo fondamentale nella promozione del principio di uguaglianza e comprensione reciproca». Riguardo agli obiettivi specifici, si tratterà di integrare il dialogo interculturale quale priorità orizzontale e trasversale delle politiche, delle azioni e programmi comunitari, «enucleando e condividendo le migliori prassi nella sua promozione» nonché di rendere più visibili e coerenti i programmi e le azioni della Comunità che contribuiscono a tale dialogo. Inoltre, le misure dovranno sensibilizzare i cittadini europei e quanti vivono nell'Unione europea, in particolare i giovani, all'importanza del dialogo interculturale nella vita quotidiana e far conoscere le culture e i valori dei paesi dell'Unione europea nei paesi terzi partner dell'Unione per «sensibilizzare i candidati all'immigrazione in vista di una loro migliore integrazione nelle società d'accoglienza». Infine, l'obiettivo è anche di preparare ed adottare una strategia coerente che presti attenzione all'istruzione «per promuovere la tolleranza, per accettare la diversità e coesistere con essa, e per sensibilizzare al valore delle persone che contribuiscono alla diversità linguistica, etnica e religiosa dell'Europa». I deputati, d'altra parte, chiedono che l'azione sia realizzata innanzitutto mediante una cooperazione strutturale con le città e le autorità locali, «dal momento che sono esse ad affrontare la sfida rappresentata dall'immigrazione e dell'integrazione». Ma questa collaborazione deve essere anche avviata con gli attori della società civile, come le organizzazioni non governative attive nel settore del dialogo interculturale, le associazioni socioculturali dei media. Inoltre, le azioni dovranno essere realizzate in cooperazione con le istituzioni europee, le autorità nazionali, regionali e locali e con organismi internazionali quali il Consiglio d'Europa e l'UNESCO. Per conseguire gli obiettivi dell'Anno europeo saranno realizzate manifestazioni e iniziative di portata europea che mirano a promuovere il dialogo interculturale e mettono in rilievo le realizzazioni e le esperienze sul tema dell'Anno europeo del dialogo interculturale. Ma anche manifestazioni ed iniziative a livello nazionale e regionale con una forte dimensione europea, dirette a promuovere gli obiettivi dell'Anno europeo del dialogo interculturale, «con specifico riferimento ad azioni relative all'educazione civica ed alla percezione dell'altro nella sua differenza», nonché campagne d'informazione e di sensibilizzazione. Saranno anche realizzate consultazioni con reti transnazionali e con gli attori interessati della società civile al fine di valutare l'efficacia e l'impatto e gettare le basi degli sviluppi a lungo termine dell'Anno europeo del dialogo interculturale. Le azioni su scala comunitaria daranno luogo a un appalto pubblico o alla concessione di sovvenzioni finanziate dal bilancio UE, le azioni emblematiche di portata europea potranno beneficiare dell'80% di sovvenzione comunitaria e per le azioni su scala nazionale i deputati chiedono di rialzare il tasso di cofinanziamento UE dal 50 all'80%. Per i deputati, le risorse finanziarie destinate alle campagne di promozione e d'informazione non dovranno superare il 20% del bilancio globale in quanto devono rappresentare misure di sostegno. L'Unione promuoverà inoltre altre iniziative attraverso un sostegno di natura non finanziaria. Il Parlamento sottolinea la necessità di svolgere azioni nell'ambito del campionato di calcio europeo e delle olimpiadi di Pechino, associandole alla lotta contro i fenomeni di tratta degli esseri umani e di prostituzione coatta durante tali eventi. Propone, inoltre, l'istituzione di un premio per il dialogo interculturale da attribuire ad un progetto giovanile nel contesto dei programmi comunitari come Socrates, Gioventù e cultura. Chiede poi che l'Anno europeo sia concluso da un Foro interculturale nel Parlamento europeo che riunisca società civile e rappresentanti politici e religiosi. Poiché un aspetto del dialogo interculturale riguarda le azioni volte a lottare contro la discriminazione e a promuovere l'integrazione, i deputati chiedono che le attività intraprese nel 2008 diano seguito e integrino quelle svolte in relazione all'Anno europeo delle pari opportunità per tutti (2007).Il Parlamento Europeo ha accolto la proposta di proclamare il 2008 Anno del dialogo interculturale e pone la religione al centro delle iniziative da sviluppare in quell'occasione.