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A Padova, i primi due appuntamenti con la professione

18/04/2012

Relazioni pubbliche e musica liquida. Sono stati i temi dei primi due incontri della quinta edizione di _In viaggio verso la professione,_ il ciclo di incontri con alcuni autorevoli professionisti della comunicazione e delle Rp, organizzato dai giovani Uniferpi di Padova.

di Lisa Scudeler e Silvia Zanatta
Cosa sono le RP? Una disciplina, una professione, un approccio?
“Un mestiere artigiano” racconta Giampietro Vecchiato, docente chiamato a introdurre il ciclo di seminari Verso la professione ai giovani studenti del corso di laurea triennale in Comunicazione dell’Università di Padova, laboratori organizzati dai ragazzi di Uniferpi Padova, in collaborazione con Ferpi Triveneto.
La questione della definizione, posta fin dal 1999 e formalizzata nel Bled Manifesto nel 2002, maniera tanto logica quanto per nulla banale, costituisce uno step obbligato.
“Perché Relazioni pubbliche (RP) e non pubbliche relazioni, come invece suggerirebbe (e ancora troppo spesso suggerisce, se pur a torto!) la locuzione inglese Public relations?”
Un insieme di coriandoli lanciati e lasciati cadere sulla superficie piana: esemplificativo l’action concept che Giampietro Vecchiato utilizza per rispondere all’interrogativo, restituendo ai presenti una distinzione, non solo tra i due termini, ma anche tra due approcci e/o paradigmi comunicativi.
La distinzione che va fatta è tra due concetti spesso confusi e talvolta interpretati come sinonimi. Target vs Pubblico. “E per molto tempo” – ha affermato Vecchiato – “un certo approccio al ’pubblico’ dei professionisti della comunicazione, li ha visti come le due facce della stessa medaglia”. Un approccio comunicativo che potremmo definire “prodotto-centrico”, quello che per decenni ha guardato insistentemente a quell’insieme di coriandoli come a un target, un obiettivo, un bersaglio. Per certi versi, dunque, la declinazione che ha assunto il termine Public Relations è stata sinonimo di attività di persuasione di una massa (pubblico, in questo senso) di consumatori-target, “una distinzione tra i due termini (target/pubblico), non solo semantica, ma quasi filosofica”, secondo Vecchiato.
Community di riferimento, stakeholders, pubblici influenti, sono i soggetti con cui una organizzazione non soltanto comunica, ma con i quali entra-in-relazione (comunicazione bidirezionale e simmetrica, A=B).
“Guardare a ogni pallino colorato sul tavolo come a un portatore di interessi per gli altri, immerso in un ambiente reticolare in relazione, in cui è, di volta in volta, soggetto attivo di interessi propri e passivo di interessi altrui”: questa, mantenendo la metafora dei coriandoli, un’ipotetica immagine a cui pensare quando si cerca di definire l’affascinante disciplina delle Relazioni pubbliche.
“Per raggiungere un obiettivo bisogna banalmente relazionarsi con dei pubblici", incalza Vecchiato, citando situazioni chiaramente esemplificative. "Quando sentirete parlare di “mappa dei pubblici”, pensatela come mappa di rapporti o ancor meglio, di relazioni!”.
L’attività di Relazioni pubbliche non è quindi intesa come “processo di comunicazione agito in uno spazio pubblico” bensì come disciplina cui spetta il compito di creare, gestire e governare in maniera strategica (Grunig (1984, 1992), e (2009) Paradigms of global public relations in an age of digitalisation ) attività di relazione con i pubblici, intesi come soggetti di riferimento e portatori di interessi e di obiettivi concreti.
“Sembrerebbe banale o scontato, eppure senza dialogo non possono nascere relazioni buone, efficaci e reciproche” sottolinea Vecchiato, “almeno, non relazioni autentiche che poggino su rispetto e fiducia tra i soggetti. Ogni cliente, ogni progetto, ogni Piano di comunicazione è, o dovrebbe essere, un abito fatto su misura”.
Il comunicatore o il professionista di RP è quindi chiamato a svolgere la funzione di ‘curatore artigiano’ delle relazioni con i soggetti interessati e interessanti.
Di fondamentale importanza risulta essere, sia a livello strategico che operativo, l’attività di ascolto, attività che mira anche alla costruzione di una sorta di “ponte emozionale”. Parlare di ponte emozionale, non significa altro che lavorare per stabilire un contatto, una relazione il più possibile bilanciata tra soggetti, ponendo in essere attività di ascolto e analisi dei bisogni e delle aspettative. Rispetto e fiducia sono alla base di relazioni autentiche, durature ed efficaci.
Relazioni che, in uno spazio comunicativo sempre più allargato e interconnesso, devono essere governate tanto offline quanto online: non è possibile prescindere dal gestire i rapporti con la/le comunità di riferimento (community).
Questo l’aggancio perfetto per l’apertura della seconda giornata del ciclo di incontri, quella che ha visto come ospiti Daniele Salvaggio (FIMI) e Marco Signorelli (FPM), protagonisti di un curioso e stimolante confronto con gli studenti riguardo l’impatto della rivoluzione tecnologica sull’industria musicale.
“La musica è innanzitutto emozione” esordisce Daniele Salvaggio, “è qualcosa che crea senso di appartenenza. Ma alla base di tutto ci sono le persone e le passioni legate al mestiere". Questo vale ormai anche in un’era in cui il web la fa da padrone e la rivoluzione tecnologica evolve incessantemente.
Il web è ormai uno degli strumenti principali di comunicazione e relazione anche per l’industria musicale, che approccia a questo sistema in trasformazione attuando strategie di diversificazione.
Dal live al merchandising, dal management digitale alle sincronizzazioni, dal licensing al co-branding.
Daniele Salvaggio e Marco Signorelli non ci parlano di musica, ci presentano quella che oggi è la ‘musica liquida’.
Si pensi all’evoluzione del videoclip che oggi diventa parte integrante di un prodotto discografico, da promozione a business, da idee a valori.
La potenza del web sta nella possibilità di mettere tutti sullo stesso piano: gli artisti possono dialogare con i propri fan, così come le case discografiche possono generare valore e creare fan engagement. Le parole chiave di questa evoluzione stanno all’interno del sistema social network. Emblematici alcuni spunti di riflessione lanciati da Marco Signorelli: “Web is reorganizing around people: 90’s Browse, 00’s Search, 10’s Discover […] Worls is reorganizing around people”.
A sottolineare la centralità delle persone in qualsiasi processo di relazione e comunicazione. Oggi il 90% degli individui si fida maggiormente del passaparola e dei consigli dei propri amici o delle proprie reti di conoscenza, piuttosto che dei commenti di professionisti della musica, in questo caso. Assieme all’importanza del web e della viralità torna in gioco ancora una volta la costruzione e la gestione della reputazione online. Tante opportunità dunque, ma tante criticità allo stesso tempo, poiché la viralità della comunicazione online, è talvolta dirompente.
Ecco perché si torna a dire che l’attività di Relazioni Pubbliche va condotta a monte del sistema. “Fare Relazioni pubbliche” serve non solo a risolvere situazioni di crisi a posteriori ma, se fatto in maniera strategica, a prevenirle.
In un botta e risposta di opinioni, riflessioni e quesiti, terminano i primi incontri del Laboratorio Verso la Professione, che riprendono giovedì 19 aprile con la giornata dedicata al Piano di Comunicazione: ospite a Padova Roberto Antonucci, presidente della Commissione di Ammissione e Verifica della posizione professionale degli iscritti Ferpi, con il suo utilissimo “sussidiario”, -Esercitazioni di Comunicazione,_ che presenterà agli studenti cercando di trasmettere loro la necessità di un metodo nella professione.
Il quarto seminario, invece, avrà luogo martedì 24 aprile, con la presenza di Cristina Rigutto, Managing Director presso Intuic Social Media, per una mattinata sul tema Una slide vale mille parole: progettiamola con cura. Come costruire presentazioni efficaci?
Aggiornamenti in tempo reale seguendo la pagina Facebook di Uniferpi Padova, o l’account Twitter @uniferpipadova – hashtag di riferimento: #mestiereRP.
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