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Advocacy & Public Affairs: diffondere la cultura della professione

05/09/2019

Redazione

Promuovere la diffusione della cultura della professione a partire dalle competenze e dalla attività che possono definire la figura del relatore pubblico e del lobbista: questo lo scopo del Gruppo di Lavoro Advocacy e Public Affairs, coordinato da Vincenzo Manfredi. Il primo incontro lo scorso  29 luglio. Tanti i partecipanti fra professionisti del mondo delle imprese e delle agenzie interessati al confronto sulle sfide del settore. 

Il professionista delle relazioni pubbliche può essere definito come colui interpreta la complessità e governa sistemi di relazione per creare valore e alimentare il discorso pubblico, in modo etico e sostenibile. Arthur Page, riconosciuto insieme ad Edward Bernays come uno dei fondatori della professione, all’inizio del secolo scorso affermava:

“Le relazioni pubbliche sono assai più che la gestione della stampa, sono un modo di vita – e ancora – le relazioni pubbliche non sono l’ufficio stampa, e neppure riguardano soltanto il management, sono quello che tutti in azienda, dal vertice fino all’ultimo collaboratore, dicono e fanno quando sono a contatto con il pubblico”.

Tuttavia, a dispetto dell’importanza che al giorno d’oggi hanno assunto ruoli come quello del relatore pubblico, del manager della comunicazione e del lobbista, la loro considerazione agli occhi dell’opinione pubblica o è assente o, spesso, è fortemente negativa. Uno degli obiettivi del Gruppo di Lavoro “Public Affairs e Advocacy” del nuovo Consiglio Nazionale della Ferpi, presieduto da Rossella Sobrero, è quello di rispondere a questa domanda al fine di promuovere una diversa cultura di cosa sia un relatore pubblico, un comunicatore, un rappresentante di interessi.

Il Gruppo di Lavoro, coordinato dal consigliere nazionale Vincenzo Manfredi, si è riunito per la prima volta lunedì 29 luglio: tanti i partecipanti fra professionisti del mondo delle imprese e delle agenzie che hanno iniziato il confronto sulle sfide del settore. Il settore della rappresentanza d’interessi è influenzato dall’assenza di una definizione condivisa dell’attività di lobbying e soprattutto delle modalità con cui questa va svolta. Il panorama normativo nazionale e internazionale ci fornisce ampie dimostrazioni di come la strutturazione di elenchi o registri di portatori d’interessi, per quanto assolutamente necessaria in difesa del principio di trasparenza, non è strumento sufficiente per distinguere i professionisti del settore da chi colpevolmente opera in zone d’ombra.

Lo scopo primario del Gruppo di Lavoro Advocacy e Public Affairs è quello di promuovere la diffusione della cultura della professione a partire dalle competenze e dalla attività che possono definire la figura del relatore pubblico e del lobbista. Quest’opera di sensibilizzazione sarà posta in essere sia verso l’esterno – verso i decisori pubblici e privati, i giornalisti e i giovani che si avvicinano al settore – che verso l’interno, promuovendo l’adozione dei più alti standard etici internazionali. La risposta di Ferpi non può limitarsi a una richiesta di riconoscimento della professione che, quando anche fosse accolta, si scontrerebbe con una scarsa conoscenza di cosa implichi l’attività di rappresentanza d’interessi, con il rischio di produrre una normativa vaga e poco incisiva.

Raggiungere l’obiettivo di cambiare la percezione del lobbista richiede la costruzione di una narrazione alternativa a quell’approccio one-size-fits-all spesso usato per ricomprendere tutto fuorché chi effettivamente esercita questa professione. Affinché ciò avvenga, è necessario coinvolgere questi interlocutori nelle discussioni sul nostro settore, strutturando eventi e momenti di dialogo verso tutti gli stakeholder, condividendo narrazioni e case history che possano rappresentare al meglio l’attività della rappresentanza d’interessi. È necessario inoltre animare il dibattito pubblico anche in relazione allo issue management: un cambio di paradigma che consenta un approccio proattivo verso le potenziali criticità e rischi che attraverso “l’identificazione e l’azione sistemica nei confronti di temi di politica pubblica che riguardano un’organizzazione” posizioni il ruolo delle relazioni pubbliche nella ottica corretta del governo delle relazioni. Le istituzioni e le organizzazioni di tutte le tipologie sono consapevoli di trovare nei relatori pubblici e nei lobbisti dei consulenti strategici che possono aiutarli nella definizione di percorsi virtuosi e sostenibili, che creano fiducia e reputazione avendo come sguardo il medio lungo periodo per la creazione di valore condiviso.

Il primo appuntamento del gruppo di Advocacy & Public Affairs ha permesso di delineare insieme le principali priorità su cui sarà impostato il lavoro dei mesi che verranno, ma l’invito è esteso a tutti coloro che vorranno dare il loro contributo nel processo di transizione verso una nuova cultura della nostra professione.

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