Ancora una volta il tema della liberalizzazione del commercio mondiale coinvolge il tema della politica agraria degli Usa e della Ue, che, arroccati a difesa dei propri agricoltori, sono considerati tra i maggiori responsabili del sottosviluppo.Una riduzione dei sussidi all'agricoltura e l'apertura dei mercati ai prodotti provenienti dalle economie in via di sviluppo è auspicabile e secondo un recente rapporto dell'OECD si sta effettivamente verificando. In un servizio dettagliato dell'Economist tutte le cifre, paese per paese, dell'agricoltura: per scoprire che i sussidi agli agricoltori hanno subito una forte battuta d'arresto nel periodo che va dal 2002 al 2004 rispetto al periodo compreso tra il 1986 e il 1988.Le differenze tra paese e paese sono consistenti: per esempio Canada e Messico hanno tagliato profondamente i propri sussidi, mentre la Turchia recentemente li ha ampliati.In ogni caso le politiche agricole portate avanti dai paesi ricchi continuano a creare distorsioni significative, tanto a livello nazionale che internazionale.L'Economist disegna una mappa degli interessi esistenti dietro l'agricoltura e concentra la sua attenzione in particolare sulla lobby europea e, ancor più, su quella francese.Del resto Blair recentemente ha dichiarato: "Oggi gran parte dei fondi europei viene utilizzata per il sostegno dei redditi agricoli. Se ne avvantaggiano solo gli agricoltori, in particolare francesi, e alcune imprese dell'agroindustria. Ma questo distrae risorse per tutti gli altri comparti economici. Soprattutto per l'industria".Emanuela Di Pasqua - TotemAgricoltori americani: un articolo dell'Economist analizza gli interessi di questo settore attraverso uno studio dell'OECD che scatta una fotografia fedele del mondo dei farmer.