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BledCom 2009. Un viaggio tra Cultura e Relazioni Pubbliche nel mondo

08/07/2009

Nel suggestivo scenario di Bled si è conclusa la XVI edizione del simposio internazionale. Nella due giorni, che ha affrontato il tema “Cultura e Relazioni Pubbliche”, si sono susseguiti una trentina di relatori provenienti da tutto il mondo che hanno sottolineato la necessità di ricorrere alla cultura come strumento strategico per i piani di comunicazione, sia in ambito sociale che aziendale. "Guarda il video":http://www.youtube.com/watch?v=F3LF3MFZ94o.

di Amanda Jane Succi


Come di consuetudine Dejan Vercic ha aperto il convegno con i saluti ai presenti e, visibilmente emozionato, ha ricordato che proprio in quella stessa sala conferenze, a Villa Bled, sedici anni fa prendeva il via la prima edizione di BledCom. Si torna alle origini, dunque, tra contenuti ricchi e stimolanti e una scenografia mozzafiato.


Ospite d’onore Majda Sirca, Ministro della Cultura della Repubblica Slovena, che ha introdotto il convegno esplorando il rapporto tra Cultura e RP e l’importanza sempre crescente del ruolo della comunicazione in ogni aspetto culturale, dall’arte agli eventi speciali; dove l’evento è si un prodotto di Relazioni pubbliche ma dove il reparto delle Rp deve saper lavorare e trasferire quello che già c’è, usandolo come strumento promozionale e comunicativo.


Il ministro ha voluto precisare, però, che spesso si tende a dare troppa enfasi alla forma con cui viene presentata la “cultura” e ha sottolineato, invece, che compito del relatore pubblico è quello di portare l’attenzione, in egual misura, anche al contenuto che accompagna la forma in cui questo viene presentato.


Tra i keynote speakers interessante l’intervento di Debelijak che ha delucidato come si è arrivati al Global Heritage. Ha scorso enfaticamente i vari periodi storici che hanno visto una divisione geografica dell’est e dell’ovest del mondo, compreso la sezione orientale, e ha spiegato come le varie culture si sono mescolate, divise e ri-suddivise.


Un particolare degno di riflessione: il ragionamento di Debelijak su quanto siamo miopi osservatori della reale natura e formazione della cultura che riguarda noi, come occidentali, e gli altri come resto del mondo. I due blocchi occidentale e orientale vivono una suddivisione di civilizzazione soprattutto nella nostra mente. Ma oggigiorno, nella realtà globale, le cose sono molto cambiate.


Pensiamo a quando si effettuano negoziazioni transnazionali, dove consideriamo quello che è (o era) tipico della parte dell’occidente mentre adesso (ma ce ne accorgiamo?) fa parte del global heritage. Tutto è il risultato di una fusione tra culture, tra civilizzazioni. Quand’è che si è iniziato a ritenere vincente la cultura occidentale?


Il mondo deve essere visto come una strada a due vie dove esiste uno scambio ed un’acquisizione di elementi strategici da una cultura ad un’altra. Ad esempio, i giapponesi sono stati lungimiranti nel cogliere quegli aspetti della cultura occidentale e utilizzarla a loro vantaggio senza abbattere o penalizzare la loro cultura. Pensiamo a come si è sviluppata la tecnologia giapponese, la diffusione del karate così come di tante altre tipicità di quel paese.
In sostanza i giapponesi hanno evitato di diventare una colonia occidentale, non hanno intaccato la loro cultura locale, ma hanno gestito la diffusione di numerosi loro prodotti che sono stati assimilati e integrati a livello globale tanto da divenire prodotti globali.


È un’illusione, quindi, pensare che il mondo sia diviso in occidente e resto del mondo. Il movimento di persone, la tecnologia sono esempi di strada a due vie. Il nostro mandato è di vivere sotto un canapè del mito di civilizzazione occidentale. In realtà, l’occidente non ha fatto altro che capitalizzare, durante il processo di occidentalizzazione, gli elementi di altre culture che nel frattempo si sono fuse con essa. Quindi la civilizzazione moderna altro non è che un ibrido di passate civilizzazioni.


Un esempio calzante di disegno di civilizzazione riguarda il sistema numerico arabo che usiamo giornalmente. Nel decimo secolo i musulmani, entrando in contatto con i matematici indiani, hanno acquisito il loro sistema, adottandolo. Nel tempo,lo stesso sistema è stato ulteriormente acquisito dal mondo occidentale (altrimenti avremmo continuato ad usare i numeri romani, un po’ più complicati da usare nei calcoli odierni).
Nessuno, però, fa caso che noi occidentali definiamo questo sistema “numeri arabi” mentre gli arabi lo stesso sistema lo definiscono “sistema numerico hindi”. Stiamo riferendoci alla stessa cosa, ma ognuno con la propria visione di conoscenza. Questo è un buon esempio di civilizzazione, uno strumento cognitivo, ispirato all’incontro tra diverse civilizzazioni nel tempo e quindi tra le loro stesse culture.


In sostanza, se è vero che viviamo secondo l’influenza culturale occidentale, quasi come punto di partenza della cultura globale del mondo, dobbiamo anche renderci conto che l’occidente non possiede più gli elementi culturali globali, in quanto essi, invece, appartengono contemporaneamente a tutta l’umanità così come alle diverse culture.
Quello che dobbiamo capire è che nessuna forma di cultura è genuina, nel senso di unica e originale, in quanto è composta da così tanti elementi che vengono assorbiti nel tempo proprio grazie (anche se alcuni potrebbero dire a causa) alla contaminazione tra esse nel tempo e nello spazio relazionale.


Purtroppo non facciamo altro che segnare una divisione tra il noi e gli altri, senza renderci conto che siamo tutti nella stessa barca. Una barca chiamata pianeta terra… Debelijak ha poi concluso con una citazione “La mente è come un paracadute: funziona solo quando si apre!” stimolando ad iniziare a ragionare con l’ausilio di una visione più ampia e meno stereotipata.


Nella due giorni di BledCom si sono susseguiti circa una trentina di relatori provenienti da tutti i continenti, che hanno portato con se un carico ricco e variegato di analisi, case studies, nuove teorie, modelli di applicazione, come anche la necessità di ricorrere alla cultura come strumento strategico da prevedere in tutti i piani di comunicazione, sia in ambito sociale che aziendale.


Tutti gli interventi sono scaricabili qui


Si dà a tutti appuntamento all’anno prossimo, stesso luogo e praticamente stessa ora, dove al simposio BledCom 2010 si discuterà di Governement Communication. Altro argomento di grande interesse che sicuramente attrarrà un parterre di professionisti ed accademici stimolanti ed innovativi.


Guarda il video dell’evento.


(Clicca sulle immagini per ingrandirle)
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