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Cantamessa (CVA): il bilancio per dialogare con l'ecosistema

17/12/2021

Redazione

La cura che poniamo da sempre nella redazione del bilancio nasce proprio dal desiderio di confrontarci in modo aperto con il nostro “ecosistema” di riferimento. Lo ha affermato Marco Cantamessa, Presidente di CVA - Compagnia Valdostana delle Acque, a cui è stato assegnato l’Oscar di Bilancio 2021 nella categoria Grandi Imprese non Quotate.

C.V.A. ha vinto l’edizione 2021 dell’Oscar di Bilancio nella categoria Grandi imprese non Quotate: ci presenta brevemente le attività dell’azienda?

Il percorso del Gruppo CVA inizia nell’anno 2000, con la firma dell’accordo quadro con Enel, un documento di rilevanza storica con il quale la Valle d’Aosta è diventata la prima regione in Italia ad assicurarsi la gestione delle acque e la produzione idroelettrica regionale. Il processo si è concluso il 1° giugno 2001 attraverso l’acquisizione dell’intera infrastruttura idroelettrica di Enel in Valle d’Aosta. Nei suoi vent’anni di storia il Gruppo è cresciuto, diventando un attore maturo nel mercato energetico, con un modello di business unico, essendo un attore verticalmente integrato dalla produzione alla vendita, e specializzato nella produzione di energia elettrica da sole fonti rinnovabili, dall’idroelettrico all’eolico e al fotovoltaico.

CVA è oggi il provider di riferimento dei servizi energetici in Valle d’Aosta ed una delle più importanti realtà italiane nel settore della green energy. CVA è il quinto gruppo nazionale per contribuzione alla generazione rinnovabile da fonte idroelettrica, mentre è tra i maggiori gruppi che contribuiscono alla generazione rinnovabile, includendo anche eolico e fotovoltaico. Il Gruppo CVA, che ha chiuso il 2020 con un MOL pari a 138,9 milioni di euro, produce annualmente oltre tre miliardi di kWh di energia pulita: 2,9 miliardi di kWh di energia idroelettrica, 320 milioni di kWh di energia eolica e 17 milioni di kWh di energia fotovoltaica. L’energia prodotta mediamente in un anno è in grado di rifornire più di un milione di famiglie evitando l’emissione in atmosfera di circa 1,2 milioni di tonnellate di CO2.

CVA Energie è la società del Gruppo che rifornisce i clienti del Mercato Libero e del Mercato di Maggior Tutela con il marchio Enerbaltea.

Il Gruppo opera attraverso quattro società controllate e due collegate, attive in quattro aree verticali su tutta la filiera dell’energia: produzione, vendita, distribuzione e, in piccola parte, nel teleriscaldamento.

Le energie rinnovabili sono sempre più richieste dal mercato. In questo scenario in rapido cambiamento che ruolo avranno secondo voi le nuove tecnologie e soluzioni quali le comunità energetiche?

La trasformazione energetica rappresenta probabilmente la più grande rivoluzione tecnologica ed economica di questo secolo. In questo momento stiamo affrontando questa trasformazione con un portafoglio molto variegato e magmatico di tecnologie di produzione, immagazzinamento, trasporto, distribuzione, e gestione delle risorse elettriche. Alcune di queste tecnologie sono mature, ma non per questo meno valide (si pensi all’idroelettrico), altre stanno diventando tali (es. eolico, fotovoltaico), altre ancora hanno bisogno di ulteriori sviluppi per poter entrare in produzione e diffondersi sul mercato (es. le batterie a flusso). Le imprese del settore sono oggi impegnate in questo cambiamento profondo e rapido mettendo insieme azioni sperimentali e investimenti di lungo termine, sapendo che il quadro non è ancora definito. Devo dire che l’interventismo dei decisori pubblici da un lato agevola la transizione ma, dall’altro, rende anche difficile inquadrare e comparare il reale valore tecnico ed economico di soluzioni che si trovano a diversi stadi di sviluppo. Sono sicuro che, quando nel 2040 ci guarderemo alle spalle, ci chiederemo divertiti “come era possibile che qualcuno pensasse di risolvere il problema X con la soluzione Y”? In questo contesto, le comunità energetiche sono una soluzione tecnica e organizzativa di grande interesse. Da un lato, possono ridurre i costi per i cittadini che si impegnino a co-produrre e co-consumare energia, riducendo i costi che devono sostenere. Dall’altro lato, se ben gestite, potranno servire a dare stabilità al sistema elettrico, che sta vedendo una sempre crescente complessità, tra impianti produttivi distribuiti e non programmabili, e carichi sempre più importanti (si pensi allo spostamento sul vettore elettrico di utenze quali riscaldamento, cottura, e anche mobilità). Se vogliamo garantire stabilità a un sistema così complesso, la presenza di cluster relativamente autonomi, come nella celebre parabola dei due orologiai di Herbert Simon, non può non essere esplorata. Come CVA stiamo oggi muovendoci con studi di comunità energetiche sia su scala condominiale che su scala di vicinato, e penso che con il 2022 inizieremo a tradurre la teoria in pratica.

Nel bilancio evidenziate i risultati raggiunti ma anche i traguardi da raggiungere. Quali sono gli obiettivi più importanti che vi ponete per il futuro?

Abbiamo varato un piano industriale ambizioso, che prevede di arrivare al 2025 con investimenti superiori ai 600 milioni di euro su diversi fronti: progettualità in ambito idroelettrico; un consistente aumento della capacità produttiva da fotovoltaico ed eolico, in una prospettiva di diversificazione geografica e tecnologica; investimenti diretti a migliorare prestazioni e resilienza nelle reti di distribuzione; operazioni di efficientamento energetico degli edifici; sviluppo commerciale facendo leva sui nostri valori presso una clientela sempre più attenti al tema della sostenibilità e, per finire, un articolato programma di Open Innovation finalizzato ad attuare proof of concept, piloti, e scaling up di nuove soluzioni tecnologiche. Per noi, questo piano al 2025 rappresenta il trampolino di lancio per affrontare con una CVA sempre più robusta dal punto di vista finanziario e organizzativo la scadenza delle concessioni idroelettriche del 2029, passaggio nel quale ci poniamo come uno degli attori italiani maggiormente qualificati e competitivi.

Tutte queste attività richiedono chiaramente una grande capacità di interazione con una pluralità di stakeholder, dalle PP.AA. dei territori su cui interveniamo con i nostri impianti ai clienti retail, dalle banche e gli investitori che ci finanziano ai fornitori. La cura che poniamo da sempre nella redazione del bilancio nasce proprio dal desiderio di confrontarci in modo aperto con il nostro “ecosistema” di riferimento. Per questo motivo, il premio Oscar di Bilancio che abbiamo ricevuto, e per il quale ringraziamo FERPI e i suoi partner, ci fa particolare piacere, andando a riconoscere uno sforzo collettivo di tutto il Gruppo, che nasce negli anni, e che proseguirà senz’altro nel futuro.

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