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Collaborare, condividere, partecipare le nuove frontiere della CSR

09/10/2014

Si è chiuso lo scorso 8 ottobre all’Università Bocconi di Milano _Il Salone della CSR e dell’innovazione sociale:_ due giorni dedicati al tema dei processi collaborativi, nuova frontiera della Responsabilità Sociale e importante opportunità di crescita per le imprese.

Oltre 4000 persone e 112 organizzazioni hanno partecipato ai due giorni de Il Salone della CSR e dell’innovazione sociale che si è tenuto all’Università Bocconi di Milano.
Al centro della seconda edizione il tema dei processi collaborativi. Collaborare, condividere e partecipare sono infatti i nuovi comportamenti che si stanno diffondendo anche nei processi economici e che stanno innescando un cambiamento significativo. Un cambiamento che si esprime innanzi tutto con l’affermarsi della sharing economy e della sua influenza sui tradizionali modelli di business. Secondo la rivista Forbes, il giro di affari legato ai prodotti e servizi di sharing economy ha una crescita annua del 25%: un fenomeno che nessuna impresa può più ignorare.
Alcuni esempi concreti? Il social lending (prestito fra privati) produce un giro d’affari di 5 miliardi di dollari; quello del car sharing (utilizzo di auto condivisa, prelevandola e riportandola in un parcheggio e pagando in base a quanto tempo viene utilizzata) è pari a 3,3 miliardi di dollari negli Stati Uniti e si stima che nel 2020 in Europa 15 milioni di persone lo useranno; il couch surfing (posti letto messi a disposizione gratuitamente con la prospettiva di essere ricambiati dagli ospiti) è utilizzato da 3 milioni di persone nel mondo; il mercato dei beni affittati tra privati vale più di 26 miliardi di dollari e ogni mese 2,2 milioni di persone utilizzano il bike sharing.
La caratteristica peculiare della sharing ecomony è la disintermediazione, che si può realizzare grazie alle tecnologie digitali: trovare direttamente risposta ai propri bisogni attraverso la relazione e lo scambio con soggetti “alla pari”, nella logica peer to peer, rende superfluo rivolgersi ai fornitori e ai mediatori dei servizi che rispondono a quei bisogni.
“La sharing economy come fenomeno che mette in collegamento diretto le persone potrebbe suonare come una minaccia per le imprese. – commenta Rossella Sobrero, Presidente di Koinètica e fra gli organizzatori del Salone della CSR e dell’innovazione sociale – In realtà si tratta di una straordinaria occasione di crescita per le aziende italiane, grandi e piccole, che sanno ascoltare e entrare in relazione in maniera nuova con i loro stakeholder. Lo dimostrano i molti casi di successo presentati quest’anno al Salone. Aumentare la capacità di collaborare significa per le organizzazioni ridurre i costi, diminuire l’impatto ambientale e sociale, progettare nuovi prodotti e servizi più sostenibili, ottimizzare i processi esistenti. Recuperando un rapporto di fiducia coi cittadini, il vero e più importante valore dell’economia collaborativa”.
Per questo i processi di collaborazione e condivisione rappresentano la nuova frontiera della Corporate Social Responsibility. Le organizzazioni più innovative ne stanno già traendo beneficio, confermato da performance di business più che positive.
E come le aziende mettono concretamente in atto i processi collaborativi? Ad esempio consentendo il jobsharing, in cui due lavoratori si impegnano ad adempiere solidalmente ad un’unica identica obbligazione lavorativa: una forma di lavoro che può diventare preziosa quando si deve governare in modo responsabile la crisi di un’impresa. Oppure utilizzando il crowdsourcing, grazie al quale è possibile chiedere in rete la collaborazione per la soluzione di specifici problemi. O ancora migliorando rapporti di collaborazione fra i membri della stessa filiera, che portano, ad esempio, ad una riduzione complessiva delle emissioni nell’ambiente e a un innalzamento nella qualità dei prodotti e così via.
Le imprese che aderiscono ad un modello di business più sostenibile sono le prime a trarne vantaggio per due ragioni: vengono premiate dai consumatori perché rispondono tempestivamente alle richieste che provengono dal mercato, in una logica bottom-up; e si mettono nelle condizioni di rispettare nuove normative che richiedono, ad esempio, la riduzione dell’impatto ambientale o la realizzazione del bilancio sociale.
Il Salone della CSR e dell’innovazione sociale si chiude ma non finisce. Le storie e le esperienze delle organizzazioni che hanno partecipato alla seconda edizione del Salone sono contenute nella CSR Gallery, la mostra digitale che rimarrà aperta e visitabile in rete fino a ottobre 2015.
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