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Ferpi Giovani: le RP di domani sono oggi

#Ferpi2Be

21/02/2019

Luca Alfieri

Il punto di vista delle nuove generazioni sul mondo è diverso: i giovani non hanno dovuto cambiare approccio alla società, perché questo è già il loro approccio alla società. Ferpi ha la possibilità e il dovere di diventare ancora di più punto di riferimento per la professione guardando al futuro e alle nuove generazioni. Non si tratta di ricambio generazionale ma di sinergia tra i comunicatori di oggi e quelli di domani. Luca Alfieri racconta il progetto di Ferpi dedicato agli under 30. 

Dire che il mondo sta attraversando una turbolenta fase di cambiamento è una considerazione ormai banale. Meno banale è invece affrontare e vivere questo cambiamento in maniera efficace, per evitare che sfugga al nostro controllo e che ci trovi totalmente spaesati, come pesci fuor d’acqua, in una tempesta fatta di incognite, paure, insicurezze e indecisioni.

Il passaggio dal mondo analogico al mondo digitale ha drasticamente scardinato le strutture su cui poggiava la società, e il settore della Comunicazione e delle Relazioni Pubbliche non è esente da questa trasformazione. Molti professionisti hanno dovuto ripensare il proprio universo alla luce di questa metamorfosi, mettendo da parte anni di regole e paradigmi studiati e sperimentati nel corso della propria vita per fare posto a nuovi sistemi di dialogo e di relazione. C’è però chi questa fenomenale trasformazione l’ha vissuta nel primo periodo della propria formazione e ha avuto modo di assorbirla quando ancora non aveva dentro sé determinate regole e strutture. Si tratta di quella fascia di popolazione composta dagli under 30.

Gli individui che oggi hanno meno di trent’anni si sono formati (e in certi casi sono nati) in un mondo già digitale. Ciò che i senior hanno dovuto reimparare, talvolta non senza difficoltà, gli under 30 lo hanno sperimentato sulla propria pelle sin dai primi anni di vita.

Certi paradigmi sociali che sono andati sgretolandosi in questo terzo millennio – più  lentamente nei primi anni duemila e con una vistosa accelerata durante gli anni Dieci –, non hanno (quasi) mai fatto parte della quotidianità di chi oggi termina gli studi universitari ed entra nel mondo del lavoro.

Per fare un parallelo, è esattamente ciò che è avvenuto con il Muro di Berlino: chi  lo ha visto in piedi e poi lo ha visto crollare, insieme ad esso ha visto crollare un sistema che oggi non esiste più, dovendo così ridisegnare l’intera architettura entro cui si trovava. Le nuove generazioni, al contrario, non hanno mia visto o vissuto quel mondo. Per alcuni di loro anche il crollo delle Twin Towers non è che un ricordo d’infanzia.

Se questo discorso vale per eventi storici di grande portata e per equilibri politici o geopolitici generali, perché non può valere per un più ristretto settore professionale? Quante cose sono cambiate nel mondo della Comunicazione e delle Relazioni Pubbliche, al punto che non è più possibile tornare indietro? E quanti di quelli che i senior chiamano “cambiamenti” sono, per i junior, il normale stato delle cose?

Questa è la ragione del perché è importante volgere lo sguardo alle nuove generazioni: il loro punto di vista sul mondo è diverso da quello di chi li ha preceduti per un semplice fatto esperienziale: l’abbattimento delle barriere gerarchiche, la partecipazione diffusa a ogni livello e su ogni tema, i semplici concetti di rete e di condivisione (lo sharing del sapere, dei mezzi di locomozione, della musica), sono alcuni degli elementi che caratterizzano la società di oggi e che compongono l’ambiente entro cui le nuove generazioni sono cresciute. I giovani non hanno dovuto cambiare approccio alla società, perché questo è sempre stato il loro approccio alla società.

Ferpi ha quindi la possibilità, oltre che il dovere, di diventare ancora di più punto di riferimento per la professione guardando al futuro e alle nuove generazioni, dal momento che è da queste generazioni che sarà composta la Ferpi di domani: sarà fatta di tutti quei comunicatori e relatori pubblici che oggi studiano nelle università o si stanno affacciando nel mondo del lavoro. Persone che rappresentano un potenziale enorme, un tesoro inestimabile per un’associazione che non si regge solo sulla grandezza del proprio passato e sulla dinamicità del proprio presente, ma anche sulla visione del proprio futuro.

Questo valore va intercettato e non bisogna permettere che si disperda. Per fare ciò è necessario creare una struttura solida su cui poter sviluppare un movimento giovanile dinamico, attivo ed essenziale allo sviluppo della professione. Non si tratta di ricambio generazionale, di sostituzione o di rottamazione. Si tratta di sinergia, di collaborazione tra diverse generazioni di comunicatori. Da una parte, chi ha un bagaglio di esperienza tale da permettergli di decifrare il mondo per come è oggi e possiede strumenti e conoscenze affinate negli anni, dall’altra chi ha davanti a sé questo mondo nuovo e dentro di sé la naturale predisposizione a viverlo. Queste due diverse forze possono, anzi devono, coabitare nello stesso spazio e dare così vita a una interpretazione della professione che meglio si adatta ai meccanismi del mondo di oggi.

UniFerpi, la sezione universitaria di Ferpi, è presente sul territorio italiano con le sedi di Padova e di Gorizia. Sono due eccellenze, due team che negli anni, grazie al loro lavoro, sono stati capaci di creare valore non solo per i propri membri ma per tutto il sistema entro cui operano. Sono esempi che devono essere riprodotti anche in altre sedi universitarie italiane, grazie al supporto delle delegazioni regionali di Ferpi e dei soci senior locali.

Tuttavia, limitarsi al solo mondo universitario rischia di non adempiere all’obiettivo di creare già oggi la Ferpi di domani. Se è vero che le università sono un bacino fondamentale, è anche vero che,  a differenza di ciò che accadeva in passato, all’indomani del conseguimento della laurea non corrisponde più un immediato ingresso nel mondo del lavoro. Spesso, anzi, prima di diventare professionisti “a tempo pieno”, i giovani trascorrono anni in impieghi e collaborazioni temporanee, spesso perdendo di vista le proprie inclinazioni e le proprie competenze. Un tangibile disagio per loro, una sconfitta per tutto il sistema.

È quindi fondamentale concentrare le energie sulle nuove generazioni. La professione non può che ottenere dei vantaggi dalla nuova linfa che i giovani riescono a immettere nel sistema; al contempo, le nuove generazioni avranno la possibilità di contare su una rete di professionisti in grado di fornire loro gli strumenti e le competenze necessarie a crescere. Un esempio di questo scambio è la nuova rubrica creata sul sito di Ferpi, uno spazio scritto da giovani e rivolto ai giovani, su temi che riguardano la professione. È un piccolo passo, certo. Non è che l’inizio di un percorso più lungo, ma sappiamo tutti che Roma non fu costruita in un giorno.

Per fare questo è però necessaria una presa di coscienza da parte di tutti. Da anni si parla di dare più spazio ai giovani (in ogni settore) eppure – per abitudine, per tradizione, per cultura o per chissà cosa – si rimanda sempre il momento in cui mettere in pratica le promesse fatte.  Ebbene, questo è il momento. Questa è la famosa opportunità che nasce dalla crisi, aforisma che ci siamo ripetuti chissà quante volte negli ultimi anni. È una sfida per Ferpi e per ogni suo singolo membro. Noi sappiamo di poter contare sui giovani. I giovani sanno che possono contare su di noi?

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