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Global Risk Report 2024: la disinformazione tra i peggiori rischi globali

10/01/2024

Diana Daneluz

La collaborazione in contrapposizione al rischio concreto della disinformazione e degli effetti negativi dei cambiamenti climatici. È la ricetta emersa dopo la lettura del Global Risk Report 2024 presentato a Londra.

A breve termine la disinformazione, a medio e lungo termine catastrofi e altri effetti indotti dai cambiamenti climatici nel globo: sono queste le preoccupazioni  primarie al livello mondiale di oltre 1.400 esperti di rischi globali, decisori politici e leader del settore, intervistati a settembre scorso, le cui previsioni risultano dal Global Risk Report 2024, presentato il 10 gennaio a Londra in vista del Global Economic Forum di Davos.

Realizzato in collaborazione con Zurich Insurance Group e Marsh McLennan, restituisce una previsione "prevalentemente negativa" nel breve periodo destinata a peggiorare ulteriormente nel lungo periodo. Dal 30% dei contributi emerge infatti "un'alta probabilità di catastrofi globali" nei prossimi 2 anni, una percentuale che sale al 66% per i prossimi 10 anni.

Una nota d’agenzia riporta il commento di Saadia Zahidi, managing director del World Economic Forum secondo la quale "un ordine globale instabile, segnato da narrazioni polarizzanti e da insicurezza, l'aggravarsi degli impatti degli eventi climatici estremi e l'incertezza economica stanno accelerando lo sviluppo di alcuni rischi, come quelli legati alla misinformazione e alla disinformazione”. E la sua ricetta per affrontare questi rischi è la collaborazione globale, come avvenuto nel corso della pandemia da Covid 19: "I leader mondiali devono unirsi per affrontare le crisi a breve termine e allo stesso tempo gettare le basi per un futuro più resiliente, sostenibile e inclusivo". In particolare, nel breve termine il nesso tra "informazioni falsificate e tensioni sociali" sarà protagonista in occasione delle elezioni che si terranno in diverse importanti economie nei prossimi 2 anni, anni in cui a pesare sarà anche il conflitto armato tra Stati, tra le 5 principali preoccupazioni.

Le fa eco Carolina Klint, chief commercial officer per l'Europa di  Marsh McLennan, per il quale le scoperte nel campo dell’AI rivoluzioneranno radicalmente il quadro dei rischi per le organizzazioni, molte delle quali avranno difficoltà a reagire alle minacce derivanti dalla disinformazione, dalla disintermediazione e dagli errori strategici. Le aziende devono affrontare catene di approvvigionamento rese più complesse dalla geopolitica e dai cambiamenti climatici, nonché minacce informatiche dovute a un numero crescente di attori malintenzionati. Da qui la necessità di un "impegno costante per costruire la resilienza a livello organizzativo, nazionale e internazionale, nonché una maggiore cooperazione tra settore pubblico e privato".

Per John Scott, head of sustainability risk di Zurich Insurance, quello che sta avvenendo è l’intensificarsi di rischi già noti accanto all’emergenre di nuove minacce: “Il mondo sta subendo trasformazioni strutturali significative per via dell'intelligenza artificiale, dei cambiamenti climatici, delle evoluzioni nello scenario geopolitico e delle transizioni demografiche”. In positivo vede emergere però anche alcune opportunità tra cui azioni condivise e coordinate a livello internazionali accanto a strategie localizzate e ad iniziative individuali dei cittadini, delle aziende e dei singoli Paesi.

Parola d’ordine quindi, o meglio motto-guida, “nessuno si salva da solo”. E tutti, evidentemente, siamo chiamati a fare la nostra parte.

 

 

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