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I sondaggi per il marketing multiculturale arrivano in Francia

23/05/2005

L'immagine di nazione unica e indivisa alla prova di nuove ricerche di marketing rivolte alle minoranze.

Per le strade parigine circola in questi giorni un controverso questionario che chiede agli intervistati: "Con quale di questi gruppi si identifica?". La scelta va effettuata nell'ambito di un elenco di 11 etnie.
Un sondaggio che raccoglie dati relativi a razza, etnia e religione non è fatto usuale in Francia, laddove cioè il concetto di assimilazione è portato all'estremo e la popolazione è ufficialmente costituita da due soli gruppi: i francesi e i non francesi. Nel nome di uguaglianza e integrazione, l'immigrato lascia la propria vecchia identità al confine per abbracciare quella che la Costituzione chiama "la Repubblica Indivisibile". A differenza di quanto avviene negli Stati Uniti, la profilazione etnica e religiosa non è vista di buon occhio, in parte perché - in Francia come in altri Paesi europei - porta alla memoria l'uso nazista di servirsene per l'identificazione degli ebrei. Succede così che oggi, per esempio, è del tutto incerto il numero di musulmani in Francia: per il ministero degli Interni sarebbero 4,5 milioni, mentre le organizzazioni musulmane del Paese stimano che il numero si aggiri intorno ai 7 milioni (a fronte di una popolazione totale di circa 60 milioni di persone).
Il questionario, e la campagna di ricerca per iniziative di marketing multiculturale di cui fa parte, è un'idea di Sopi Communication, piccola azienda con due anni di vita, e cavalca una nuova tendenza, ovvero un lento processo di riconoscimento della diversità: la Francia ha minoranze al suo interno ed esse possono essere portatrici di gusti ed esigenze diversi.
La filosofia dell'assimilazione sta infatti mostrando i propri limiti di fronte alla crescita della popolazione di origine africana e anche in seno all'ambiente politico si registrano dubbi sulla sua bontà alla luce del contesto attuale.
Marchi etnici si stanno affacciando timidamente sul mercato. Nessuno, però, si è finora dedicato alla raccolta di dati che possano facilitare un marketing mirato. E le resistenze continuano a rimanere non poche.
Jean-Christophe Despres, fondatore di Sopi, presentò tempo fa la propria idea di marketing multiculturale a Havas e Publicis, le grandi firme dell'advertising francese. Sebbene oltreoceano i due gruppi stessero sperimentando già da tempo attività di marketing rivolto alle minoranze, non ci fu allora l'intenzione di fare altrettanto in casa. Despres fondo così Sopi, nel 2003, convinto che esistesse uno spazio per le ricerche etniche e religiose, di cui le aziende avrebbero potuto servirsi per guidare le proprie strategie.
Oggi Sopi si appoggia a un comitato etico indipendente che fornisce consigli e pareri circa le ipotesi di iniziative dell'azienda. Gli impiegati, prima di iniziare le interviste, sono addestrati a fare sempre una premessa: "Le farò domande molto indiscrete, sulla sua razza di appartenenza o l'origine dei suoi genitori".
Prima ancora di formulare il questionario e iniziare la ricerca, Sopi ha impiegato un anno per preparare il pubblico francese, attraverso tavole rotonde, dibattiti, interventi e manifestazioni sul tema della diversità.
Despres dice che l'interesse delle aziende per Sopi sta crescendo e che numerose sono le chiamate di chi è interessato a raggiungere i consumatori delle minoranze. 
S.C.
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