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I vantaggi della collaborazione

16/10/2015

Jon White

Se i professionisti di Rp collaborassero attivamente con ricercatori ed accademici i vantaggi, su entrambi i fronti, sarebbero indiscutibili. È quanto è emerso dal recente congresso EUPRERA ad Oslo come riporta Jon White del britannico Charted Institute of Public Relations.

Perché le Relazioni pubbliche continuano a perdere l’occasione di guadagnare importanti riconoscimenti da una più stretta collaborazione tra i professionisti e tutti coloro che sono coinvolti nella ricerca e nello studio della pratica nelle università e in altri centri di ricerca in tutto il mondo - ora una comunità consistente e attiva?

La domanda viene proposta in numerose conferenze, come il congresso annuale della European Public Relations Education e Research Association (EUPRERA), che si è tenuto ad inizio ottobre al BI Norwegian Business School di Oslo, Norvegia.

La conferenza ha esaminato come le relazioni pubbliche contribuiscano al management e come possano essere apprese con la pratica da altre discipline.

La questione di una più stretta collaborazione è stata anche affrontata nel Regno Unito (ritardatario ad agire su questo fronte rispetto a Paesi come la Germania o il Canada) da Stephen Waddington. Come Past President CIPR, sta sviluppando una “comunità di pratica”, un'idea che si riferisce ad un gruppo di persone con interessi comuni - in questo caso professionisti ed accademici – che lavorano insieme per far progredire i propri interessi comuni. L'iniziativa produrrà risultati nel 2016 e porterà ad una revisione dei progressi durante la Bled Conference 2016, che si terrà l’1 e il 2 luglio a Bled, in Slovenia.

Nel frattempo, quali sono i potenziali benefici per la professione derivanti da una più stretta collaborazione?

In primo luogo, una professioni migliore, dal momento che gli approfondimenti derivanti dalla ricerca plasmano la pratica professionale. A Oslo, Magda Pieczka della Queen Margaret University di Edimburgo ha descritto i suoi risultati tra professionisti di alto livello in Scozia che nelle interviste hanno mostrato una sorprendente mancanza di fiducia nella loro conoscenze e capacità. Questo, da quanto emerge dal suo studio, è un problema diffuso nella pratica professionale e solleva questioni su come i professionisti di alto livello possano essere sostenuti meglio in quelle che possono essere considerate come posizioni abbastanza solitarie ed esposte.

Paul Willis, della Leeds Beckett University, e David McKie, della Management School della University of Waikato in Nuova Zelanda, vedono parte della risposta in un migliore sviluppo della leadership. I professionisti hanno bisogno di coraggio in posizioni molto esposte, ma hanno anche bisogno di una preparazione specifica per la leadership.

Se uno dei contributi più preziosi nelle relazioni pubbliche è un consiglio in condizioni di incertezza, allora la preparazione dei professionisti deve riguardare la capacità di adattamento di fronte ad incertezza e cambiamento.

Un secondo riconoscimento per i professionisti deriva dalla maggiore conoscenza che consente la possibilità di essere riconosciuti. Alla conferenza EUPRERA, il problema per cui nella consulenza pochissimi di coloro che rivendicando il titolo di consulenti sono a conoscenza delle nozioni di base della pratica di consulenza – ciò che riguarda il processo di consulenza – è riemerso.

C'è moltissimo materiale su questo. Un articolo fondamentale nella Harvard Business Review del settembre del 1982, ancora molto rilevante, chiarisce che la consulenza è molto più che dare consigli .

Arthur Turner scrive nell'articolo di una gerarchia di scopi consulenziali e  di come consulenti di management operino ai livelli più bassi della gerarchia. Ciò vale anche nella pratica delle relazioni pubbliche, ma le più ricche ricompense possono essere guadagnate dal possedere competenze e conoscenze per operare a livelli più alti (la mia conclusione deriva da uno studio sui fee di consulenza di Rp effettuate per la PRCA nel 2001 - copia disponibile , drjonwhite@gmail.com).

Un terzo riconoscimento deriva dalla capitalizzazione del lavoro che gli accademici stanno facendo in cui guardano al futuro e mostrano come il campo di applicazione della pratica sia in espansione, ad esempio, gli studi mostrano come la comprensione derivi dai big data, o anticipi il cambiamento sociale a seguito di automazione e sviluppo dell’ intelligenza artificiale.

Le discussioni al congresso EUPRERA possono essere seguite più in dettaglio attraverso il mio feed Twitter, drjonwhite, e l'hashtag # euprera2015, ma molto più materiale sarà disponibile non appena la “comunità di pratica” sarà a pieno regime (maggiori info da Stephen Waddington,@wadds) ed il relativo dibattito su Facebook.

 

Fonte CIPR

 
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