Ferpi > News > Il bilancio sociale pubblico verso la bottom line istituzionale: un intervento di Paolo d'Anselmi
Il bilancio sociale pubblico verso la bottom line istituzionale: un intervento di Paolo d'Anselmi
16/03/2004
Il bilancio sociale nel settore pubblico presenta delle specificità che la stessa GRI Global Reporting Initiative intende affrontare in un prossimo Public Sector Supplement alle linee guida generali, già pubblicate. La maggiore di queste specificità sembra essere che la bottom line economica merita particolare dettaglio nel bilancio sociale di una istituzione pubblica, più di quanto venga fatto per una azienda privata. Questo apparente paradosso deriva dallo specifico scopo che i bilanci nelle istituzioni pubbliche hanno oggi perlomeno in Italia: certificare la legittima amministrazione e non spiegare l'azione della istituzione stessa. Si lascia così lo spazio al bilancio sociale pubblico per entrare nel merito della quantità e qualità del lavoro svolto nella istituzione, che è lo spazio tipico della bottom line economica. Spieghiamo per gradi.Nelle istituzioni pubbliche si predispongono bilanci preventivi e consuntivi, con valore contabile e status giuridico riconosciuto. Questi documenti sono soggetti a severi controlli da parte di revisori dei conti interni, della Corte dei Conti e dei ministeri vigilanti. Vero. Eppure essi danno solo conto della correttezza amministrativa delle entrate e delle spese. Non appare essere loro compito quello di entrare nel merito del prodotto della istituzione. Ecco quindi che il primo compito del bilancio sociale pubblico è di definire il prodotto (sociale) della istituzione e tentare una misura di efficienza della sua produzione e una misura dell'impatto che esso ottiene sulla realtà, cioè della sua efficacia. La produzione è detta output della istituzione, l'impatto finale è detto outcome dell'azione istituzionale.Esaminando l'origine delle entrate di una istituzione pubblica, ci accorgiamo che gran parte di esse sono forzate, cioè sono trasferimenti dallo stato o proventi di tasse o tariffe locali, allocati in sede di bilancio pubblico della istituzione madre (un comune, una regione) o raccolti in situazione di monopolio. Al contrario di una impresa che opera sul libero mercato quindi, avere delle entrate nella istituzione pubblica - è molto parzialmente segno di una volontà pubblica favorevole al prodotto della istituzione stessa. Quelle entrate non derivano dalla votazione de facto che si celebra con l'acquisto di un cappuccino. Le entrate di una istituzione pubblica sono la risultante di tanti fattori tra i quali minore è la valutazione esplicita del valore sociale prodotto dalla istituzione stessa. Tra gli altri fattori contiamo la opportunità politica e l'inerzia burocratica. Non si esprime qui rammarico, si descrive una realtà. Il bilancio sociale deve spiegare qual è l'outcome che la collettività acquista fornendo alla istituzione le risorse per funzionare. Il bilancio sociale pubblico si presenta quindi come componente centrale di quel circuito del valore politico che valuta il risultato di un voto elettorale espresso a distanza di tempo e di attenzione.È solo il bilancio sociale quindi il documento che riporta la quantità e la qualità della produzione pubblica. Esso diventa bilancio istituzionale tout court, per sua natura più assimilabile al bilancio di una azienda privata. Nel settore pubblico, un bilancio sociale è uno strumento per dare trasparenza alla attività principale della istituzione e non solo alle ricadute esterne di tale azione. La bottom line economica viene ad assumere un significato più vasto di quello che essa riveste nel settore privato e potrebbe perciò essere utile chiamarla bottom line istituzionale.
Paolo d'Anselmi