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Innovazione, sostenibilità e fare sistema

09/11/2021

Giuseppe de Lucia

Veronica Pamio, Direttore Relazioni Esterne e Sostenibilità Aeroporti di Roma, è oggi ospite del delegato FERPI Lazio, Giuseppe de Lucia, per il consueto appuntamento di #FerpiSideChat.

Veronica, dopo una lunga esperienza nel settore tabacco e poi nei dispositivi medici, ora ti trovi a ricoprire un ruolo importante per un’azienda di servizi e trasporti aeroportuali, ampliando le tue responsabilità. Come è cambiata la tua professione in questo percorso?

In tempi recenti siamo stati tutti alle prese con un grande cambiamento. In particolare, per quello che mi riguarda oltre al passaggio a un settore nuovo, è mutato in maniera significativa lo scenario, il campo e i tempi d’azione. Sono entrata nel team Aeroporti di Roma un mese prima del lockdown di marzo 2020 e ho dovuto conoscere un’azienda nel momento di maggiore crisi di sempre del trasporto aereo. Chi si occupa di comunicazione però sa bene che essere flessibili e sapersi adattare ad un contesto in costante mutamento è il primo requisito per dare il proprio contributo in maniera efficace. A questo deve essere accompagnata la capacità di fare rete, internamente all’azienda e verso l’esterno, di creare nuovi canali di comunicazione, di scegliere il tono e il modo per comunicare e di portare all’attenzione dell’audience giusta gli interessi, le criticità e i successi della realtà di cui si è portavoce e amplificatore.

Oggi sei Vice President in ADR, un importante realtà italiana ed internazionale che, come tutte le aziende del settore, è stata fortemente impattata dalla pandemia. Come la comunicazione ha accompagnato questo periodo di transizione e come vi state preparando alla ripartenza.

Il settore aeroportuale, e più in generale quello aereo, è stato tra i più colpiti dalla crisi pandemica. Tra i primi ad entrare in seria difficoltà, il nostro settore risulta uno degli ultimi a beneficiare dell’andamento positivo che finalmente sta prendendo la curva dei contagi, nonostante si tratti di un ambito in cui la sicurezza, intesa oggi anche come tutela della salute, sia centrale. Nel caso di Aeroporti di Roma a dimostrarlo sono i massimi riconoscimenti internazionali ottenuti proprio in questo campo, come le 5 stelle Skytrax per il contrasto alla pandemia o i protocolli dei voli covid tested nati proprio a Fiumicino e adottati poi in tutto il mondo. Un percorso virtuoso che, accompagnato all’eccellenza nella qualità dei servizi ai passeggeri, ha permesso al Leonardo da Vinci di confermarsi miglior scalo in Europe per tre anni consecutivi.

È questo lo scenario in cui ci siamo mossi in ADR: abbiamo fortemente voluto una comunicazione positiva, focalizzata sia sulla brillante reazione di ADR alla crisi e sulla proattività messa in campo dall’azienda nonostante il severo impatto economico provocato dalla pandemia, sia sulla nuova scala di valori che la pandemia ha imposto alla società in generale e alle aziende nel particolare, e che vede al centro della propria strategia la sostenibilità, l’innovazione e la ferma volontà di fare sistema e assicurare supporto alla cittadinanza. In parallelo, questo registro comunicativo ha avuto una funzione rassicurante e di collante all’interno dell’organizzazione che, tra le paure legate alla salute e quelle relative al lavoro, fortemente interessato dalla cassa integrazione, rischiava di vedersi irrimediabilmente sfilacciata.

A proposito di sostenibilità, con il tuo arrivo in azienda si è notato subito un cambiamento e una forte attenzione per la sostenibilità, area che si aggiunge alle tue responsabilità di relazioni esterne. Cosa significa per voi mettere al centro l’impegno per l’ambiente?

Aeroporti di Roma è un’azienda che crede fortemente nello sviluppo sostenibile e inclusivo del proprio business e questo da molto prima del mio arrivo: i primi riconoscimenti significativi risalgono al 2011, con la prima Airport Carbon Accreditation per le attività messe in campo per la riduzione delle emissioni. Il percorso sostenibile è poi culminato, a luglio del 2020, nella decisione dell’Organizzazione Mondiale del Turismo (UNTWO) di premiare l’aeroporto Leonardo da Vinci, per la prima e a tutt’oggi unica volta in assoluto, con un riconoscimento ufficiale sulla sostenibilità e l’attenzione al passeggero. A dicembre dello stesso anno, ADR ha effettuato il collocamento del primo Green Bond dedicato a investitori istituzionali e nel mese di aprile 2021 ancora una prima volta per ADR e più in generale per un aeroporto: è stato lanciato un Sustainability-Linked Bond per 500 milioni di euro, che collega direttamente il costo del debito ai risultati di sostenibilità effettivamente raggiunti. Numerose le iniziative e azioni messe in campo per diminuire con effetto immediato l'impatto ambientale attraverso la riduzione dei consumi e lo smaltimento del 98% dei rifiuti, nonché l'impegno a diventare Net zero Carbon nel 2030, con vent’anni di anticipo rispetto agli obiettivi di settore. Senza dimenticare le numerose e innovative azioni sviluppate per contrastare la pandemia e che sono valse agli scali romani diversi riconoscimenti, nonchè la prima visita pubblica del Presidente del Consiglio Mario Draghi.

Il lungo elenco di attività fatte e di obiettivi futuri è oggi sintetizzato nel Piano di Sostenibilità 2021-2025 e riflette la determinazione di ADR di mantenere la sostenibilità tra le proprie priorità strategiche, insieme all’innovazione e all’eccellenza nella qualità e sicurezza.

L’aeroporto di Fiumicino vuole essere, piuttosto che un non luogo, “the Careport”: una terra sostenibile e genuinamente inclusiva.

La tua competenza attuale (come le precedenti) prevede anche l’attività di lobby. Perché in Italia si ha sempre una percezione negativa per questa attività ? Cosa dovremmo fare per cambiarne la percezione.

L’attività di lobby, ormai sempre più inquadrata in ampie strategie di advocacy, è il fulcro delle attività di relazioni esterne, ma sappiamo che può essere mal interpretata pur trattandosi di un lavoro dai confini chiari, che richiede massima trasparenza e competenze tecniche ben definite. Inutile, temo, ribadire l’assenza di procedure codificate di coinvolgimento/consultazione dei soggetti interessati e di un albo formalizzato dei lobbisti, di cui abbiamo tante volte discusso.
Ho iniziato questo lavoro molti anni fa, potrei citare tanti colleghi professionisti di grande valore e vado molto fiera del nostro lavoro: i portatori di interesse, pubblici e privati, nel segnalare il proprio punto di vista, contribuiscono al successo e all’efficacia della normativa e questo è un valore aggiunto inequivocabile, in particolare quando la “qualità” del prodotto normativo – a volte adottato con urgenza, confuso, frammentario, sproporzionato – necessita un apporto tecnico che spesso solo i player dei settori di riferimento sono in grado di assicurare in tempi ridotti. Da sola questa osservazione di principio basta a restituire a questa nobile attività la dignità cui ha diritto: una professione complessa, altamente specializzata e di interesse generale.

Un consiglio per chi vuole intraprendere questa professione.

Preparazione, studio, approfondimento prima di tutto e poi curiosità, capacità di fare rete e tanta passione, il tutto accompagnato da uno sguardo “non convenzionale” verso la realtà.

 

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