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La Digital Diplomacy, nuova frontiera della comunicazione globale

13/07/2017

Città, musei, arte, musica, sport, grandi eventi e social media rappresentano la nuova frontiera della reputazione globale. L’Italia rappresenta un caso unico al mondo per ricchezza del proprio patrimonio artistico-culturale. Saperlo comunicare è un’opportunità da non perdere per il nostro Paese. Ne abbiamo parlato con Federica Olivares, ideatore e direttore del Master in Cultural Diplomacy che partirà a novembre al Campus Gemelli dell’Università Cattolica di Roma.

 

Secondo i dati Istat del 2016 l’Italia vanta 4.976 musei e istituti similari, pubblici e privati, aperti al pubblico. Una ricchezza unica per un Paese piccolo come il nostro. Come si valorizza questo patrimonio?
Imparando a fare network: solo cosi piccole realtà possono cercare nuovi pubblici facendosi conoscere a livello internazionale. Un patrimonio così ricco permette di costruire narrazioni e percorsi, nei quali trovino spazio le varie istituzioni museali, i siti archeologici, le sedi espositive, ciascuna con le proprie specificità culturali. E’ importante che si costruiscano strategie comuni per comunicare in maniera più efficace e per migliorare l’esperienza di visita.

Con Expo 2015 abbiamo innovato il modo di creare e gestire un grande evento. Qual è il ritorno di immagine per Milano e l’Italia a distanza di due anni dalla manifestazione?
Le Esposizioni Universali sono uno degli esempi più significativi di Cultural Diplomacy; la città ha certamente tratto benefici in termini di reputazione sia da Expo sia da altre iniziative che la rendono conosciuta nel mondo, dalla moda al design. Credo che il cambiamento più significativo sia come è cambiata la percezione della città presso un pubblico internazionale, che sempre più la inserisce come tappa di un viaggio in Italia. I cittadini in questo hanno avuto un ruolo importante, generando cambiamento e cambiando in meglio il proprio rapporto con la città.

L’Italia è il primo Paese al mondo per numero di siti che l’Unesco ritiene patrimonio dell’umanità. Ma siamo davvero capaci di fare nation branding?
Il brand Italia è certamente apprezzato e conosciuto in tutto il mondo. Questo è frutto solo in parte di azioni programmate; molta parte della reputation si costruisce attraverso il passaparola dei visitatori. Da questo punto di vista assume un ruolo sempre più rilevante la Digital Diplomacy, cioè l’utilizzo del digitale per la costruzione della reputazione di una città, un territorio, una nazione. Una parte importante del nuovo Master in Cultural Diplomacy  è dedicata proprio alla Digital Diplomacy, la nuova frontiera della comunicazione globale.

 

 
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