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La formazione si fa iperconnessa ai tempi del coronavirus

23/04/2020

Gli italiani si sono scoperti ancora più social e hanno cercato di trasferire e sopperire a quello che manca nella realtà attuale con “un surrogato” virtuale. Tale centralità del digitale rappresenta, come tutte le cose, una opportunità ma  anche un rischio. La riflessione di Valentina Citati.

In questo periodo che ci costringe alla quarantena tutto sembra essersi trasferito nella dimensione “virtuale”: il lavoro, le relazioni, gli hobby, e sì, ovviamente, anche la formazione.

(descrizione)

Nell’ultima settimana (evidenziata in verde) che corrisponde all’inizio della fase di quarantena si può notare la crescita dell’uso del web da parte degli italiani in particolare per la ricerca di informazioni, ma anche per servizi e strumenti per continuare a lavorare e studiare, come dimostrano i dati sull’aumento dei download di app di video conferenza (fonte: vincos blog).

Anche la comunicazione istituzionale sta vivendo una fase di cambiamento nel rapporto con i cittadini che si fa sempre più digitale, almeno nelle aspettative di questi ultimi: l’80% degli italiani chiede alle istituzioni notizie sulle piattaforme digitali, 7 su 10 sono favorevoli all’utilizzo di Facebook e altri social per dare comunicazioni pubbliche al Paese. Questo è quanto emerge dalla ricerca dell’Osservatorio nazionale sulla comunicazione digitale di PA Social e Istituto Piepoli.

Insomma gli italiani si sono scoperti ancora più social e hanno cercato di trasferire e sopperire a quello che manca nella realtà attuale con “un surrogato” virtuale. Tale centralità del digitale rappresenta, come tutte le cose, una opportunità, ad esempio e banalmente, nell’evidenziare ritardi e lacune nell’infrastruttura e nella cultura digitale (in particolare delle istituzioni e del pubblico ma non solo) del nostro paese rispetto al panorama europeo evidenziando la necessità di colmarle.  Ma è anche un rischio se concepita come al solito senza una strategia che si concentri sull’utilizzo di queste tecnologie sulla base dei bisogni delle persone e di una progettualità di sviluppo futuro.

Anche la formazione, quindi, si è trasferita online con un fiorire di corsi, webinar, seminari, chat e via discorrendo sfruttando e venendo incontro ad un bisogno creato dall’iperconnessione attuale. Perciò, oltre all’attivazione su web di appuntamenti prima previsti fisicamente, sono nate tante nuove offerte di corsi per sfruttare il maggior tempo a disposizione approfondendo gli argomenti più disparati. Insomma in tempi di smart-working l’e-learning si sta diffondendo a macchia d’olio (usando gli anglicismi che tanto ci piacciono quando vogliamo darci un tono).

Anche Ferpi si è organizzata sia a livello centrale con la Formazione connessa della Casp sia con tante iniziative locali come quella, interessante e stimolante, del CafFerpi sul gruppo Facebook di Ferpi Triveneto,  organizzata dalla Delegazione Ferpi Triveneto.

Tuttavia la formazione dovrà cambiare focus e approccio per non limitarsi ad un “ritorno alla vita di prima con qualcosa di meno” ma contribuire a progettare un domani migliore e diverso come diceva la collega Ferpi Francesca Folda nel CafFerpi di giovedì 16 aprile. E’ necessario concepire una offerta sempre più personalizzata e aderente ai bisogni delle persone, sempre meno uni-direzionale e più collegiale, basata sullo scambio e la condivisione di idee, meno cattedratica e più laboratoriale e pratica. Una formazione, insomma, in cui il formatore sia disposto e pronto ad imparare anche lui stesso qualcosa, offrendo spunti e stimoli ma ricevendo anche contributi e nuove idee magari co-costruendo progetti sulla base delle nozioni offerte oppure pensando ad un prodotto finale da costruire insieme.

Una formazione che produca un cambiamento in tutti gli attori coinvolti, che sia una nuova collaborazione, un manifesto, un oggetto fisico o virtuale, la scoperta di una nuova prospettiva…. Penso davvero che l’offerta di mini- guide, e-book finalizzati a sè stessi sia sterile e improduttiva, una occasione mancata, un consumo frettoloso, “mordi e fuggi” che non lascia molto in chi la consuma e non arricchisce neanche chi la concepisce e la offre. In altre parole lo scambio di idee e opinioni deve essere il nuovo centro focale della formazione presente e futura.

Concludo con alcuni consigli pratici per orientarsi nella vastità dell’offerta attuale e condividendo qualche link utile da consultare.

  • Cercare e selezionare fonti affidabili e sicure evitando offerte iper scontate di attori improvvisati: basta fare una ricerca per parole chiave, ricercare il profilo del formatore, la sua formazione, eventuali testi prodotti, la sua storia professionale eccetera oppure ricorrere al passa parola e alle recensioni di altri professionisti e colleghi

  • Stabilire quali obiettivi si vuole raggiungere: se semplicemente una singola lezione per approfondire un tema o ampliare le proprie conoscenze o se impegnarsi in qualcosa di più lungo e strutturato conseguendo anche un attestato finale

  • Chiarire di quali risorse si dispone sia in termini di tempo che di investimento economico


    Per approfondire le tematiche social e di social education ecco alcuni riferimenti:

Vincenzo Cosenza blog https://vincos.it/about-2/

Rosa Giuffrè Futuro Semplice https://www.futurosemplice.net/

Franz Russo InTime Blog https://www.franzrusso.it/

Leonardo Bellini LinkedIn for Business https://linkedinforbusiness.it/

Ninja Marketing https://www.ninjamarketing.it/

Wired Italia https://www.wired.it/

 

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