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La sostenibilità per dare forza al territorio

20/05/2014

Una nuova piattaforma, creata all’interno di _Confindustria Belluno Dolomiti: Green Dolomiti_ mira a sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza delle energie rinnovabili e accompagnare le aziende del territorio in un percorso di sviluppo sostenibile per la montagna. In questo processo, la comunicazione gioca un ruolo chiave. _Sergio Vazzoler_ ne ha parlato con _Gianluca Vigne,_ membro della giunta esecutiva dell’associazione industriali con delega all’ambiente e all’energia.

di Sergio Vazzoler
E’ stata battezzata Green Dolomiti la nuova piattaforma creata all’interno di Confindustria Belluno Dolomiti per sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza delle energie rinnovabili e accompagnare le aziende del territorio in un percorso di sviluppo sostenibile per la montagna. Il progetto è stato recentemente presentato in un incontro che ha visto la partecipazione, tra gli altri, del sottosegretario all’Ambiente Barbara Degani.
«La nostra – ha spiegato Gianluca Vigne, componente della giunta esecutiva dell’associazione industriali con delega all’ambiente e all’energia – è una piattaforma che valorizza e promuove le iniziative orientate alla sostenibilità ambientale già esistenti nel Bellunese. Crediamo molto nello strumento della green economy, l’infrastruttura immateriale che dà forza alle produzioni del territorio e al nuovo Made in Italy».
A Gianluca Vigne abbiamo rivolto qualche domanda di approfondimento per capire meglio lo spirito e gli obiettivi di questa originale iniziativa.
Da cosa nasce l’idea di “Green Dolomiti”?
La nostra associazione opera in un’area di particolare valore ambientale. Belluno è una provincia interamente montana, con una forte vocazione industriale. Abbiamo sia le Dolomiti, riconosciute Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco, sia un importante distretto, quello dell’occhialeria, con aziende leader a livello mondiale. Abbiamo perciò pensato di promuovere questo network con l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica, le aziende associate e la pubblica amministrazione sui temi della sostenibilità aziendale, valorizzando le esperienze positive che già ci sono, nella speranza di attivare così una contaminazione positiva.
Il dialogo tra i diversi attori presenti sul territorio, dalle associazioni di tutela ambientale alle imprese di produzione, è ricco di contrasti: in che modo “Green Dolomiti” si propone di facilitare la convivenza?
La convivenza non è semplice, soprattutto c’è un approccio ideologico fine a se stesso. Noi vogliamo avviare un dialogo e un confronto con l’ambientalismo serio e responsabile, con il quale abbiamo già iniziato a collaborare su progetti specifici. I temi di comune interesse sono molti. Penso, ad esempio, alla valorizzazione del turismo sostenibile, che rappresenta un ambito di sicuro interesse per la nostra economia. Ma penso anche alla promozione delle energie rinnovabili, considerate come una scelta irrinunciabile anche a livello internazionale.
Il progetto indica una direzione smart per la promozione turistica, commerciale e la tutela del territorio: quali sono gli strumenti che avete scelto di sfruttare per coniugare questi due fattori?
L’introduzione delle tecnologie smart in un territorio di montagna come il nostro è un’occasione irripetibile per avviare un percorso virtuoso di sviluppo sostenibile. Abbiamo avviato un dialogo con il Consorzio che riunisce i Comuni Bellunesi e che già vanta esperienze e progettualità su questo settore. Riteniamo infatti che la strada da seguire sia un’alleanza tra pubblico e privato a favore di iniziative che possono portare vantaggi significativi all’intero territorio.
Il progetto “Green Dolomiti” favorisce la sensibilizzazione di chi fa impresa nel territorio: si tratta di un’attenzione tutta da costruire, o già presente da parte di chi sceglie di investire nell’area delle Dolomiti?
La sensibilità verso il rispetto dell’ambiente è insita in moltissimi dei nostri imprenditori, accumunati spesso da un autentico amore per la montagna. Ciò si traduce nel rispetto di parametri più severi, nella ricerca di certificazioni ambientali e in vere e proprie politiche orientate alla sostenibilità. Tra le aziende che abbiamo valorizzato nel nostro portale, ad esempio, c’è la Errebi di Cibiana di Cadore, che – per chi non lo sapesse – si trova a più di mille metri di quota, tra le Dolomiti. Bene, questa impresa, che produce chiavi, non solo contribuisce a tenere in vita un paese di montagna con la sua presenza, ma investe molto anche in opere di miglioramento ambientale. Da ultimo, ha realizzato a proprie spese un impianto di depurazione delle acque usate nei processi di produzione. Ma è solo un esempio tra i tantissimi che si potrebbero fare.
Quale il ruolo della comunicazione per perseguire gli obiettivi? E quali gli strumenti attivati?
Da questo punto di vista, la comunicazione svolge un ruolo essenziale per accrescere la cultura della sostenibilità ambientale e per aumentare il numero di buone pratiche. Noi abbiamo messo e metteremo in campo molti degli strumenti propri della comunicazione: dalle newsletter ai social media, a incontri e convegni su questi temi.
Fonte: Amapola
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