/media/post/lsup79a/CHIARAMIO.jpg
Ferpi > News > La sostenibilità, un valore da difendere e insegnare

La sostenibilità, un valore da difendere e insegnare

25/11/2020

Rossella Sobrero

La rendicontazione non finanziaria permette alle aziende di conoscere la natura dei rischi derivanti dagli ambiti non finanziari, ma anche di prevenire e gestire responsabilmente i potenziali impatti.  E la sostenibilità deve entrare non solo nelle università e nelle scuole, ma soprattutto nelle famiglie e nelle case degli italiani. Ne é convinta Chiara Mio, Presidente di GBS - Gruppo Bilancio Sociale, partner dell'Oscar di Bilancio, intervistata da Rossella Sobrero.

Da alcuni anni l’associazione GBS. è tra i partner dell’Oscar di Bilancio. Qual è la mission della vostra organizzazione e quali sono i valori promossi dal premio che ritiene più importanti?

La mission che il GBS fin dalla sua costituzione porta avanti è quella di promuovere la ricerca nel campo della rendicontazione non finanziaria attraverso un “approccio partecipativo” che unisce al rigore scientifico della componente accademica, garantita dalle oltre quaranta Università socie, l’esperienza sul campo dei soci finanziatori, il CNDCEC e ASSIREVI, che apportano competenze professionali sul tema dell’informativa di bilancio e della relativa asseverazione. Questo approccio consente al GBS di offrire in modo piuttosto differenziato e completo il suo contribuito all’interno di un processo di miglioramento continuo dell’Oscar di Bilancio che si fondi su principi sui quali il GBS da sempre crede, come: la trasparenza, l’accountability, il coinvolgimento degli stakeholder, l’attendibilità e correttezza delle informazioni. Principi, questi, il cui rispetto è sempre più messo a dura prova dalle crescenti sollecitazioni esterne che le aziende pubbliche e private ricevono da un contesto segnato da incertezza ma, proprio per questo, da una fortissima domanda di informazioni non finanziarie sempre più attendibili.  

L’obiettivo della riduzione dei rischi diventa sempre più strategico per tutte le imprese: quanto conta per un’organizzazione comunicare correttamente il proprio impatto sociale e ambientale?

Tantissimo. Il tema della gestione e mitigazione dei rischi nelle aziende di piccole, medie e grandi dimensioni che apparentemente sembrava essere, fino a qualche tempo fa, circoscritto alla sola sfera finanziaria ha investito sempre più quella non finanziaria nella quale rientrano, oltre ai rischi di tipo ambientale (tra i quali il rischio di cambiamento climatico ed altre tipologie) i rischi riguardanti il personale, il sociale, la corruzione, i diritti umani, la compliance, la supply chain; temi questi che oltre a generare impatti sulla posizione competitiva aziendale, danneggiano il processo di creazione di valore nel lungo periodo e la continuità aziendale.
In questa prospettiva, il processo di rendicontazione non finanziaria riveste un ruolo determinante in quanto permette alle aziende di conoscere non solo la natura dei rischi potenziali ed effettivi derivanti dagli ambiti tematici tradizionalmente considerati come “non finanziari”, ma anche di prevenire e gestire responsabilmente i potenziali impatti.
Rendicontare le informazioni non finanziarie può aiutare, pertanto, le aziende a monitorare tali rischi, misurandone il livello di probabilità e il relativo impatto, mettendo in atto azioni specifiche per mitigarli.

Come professore universitario registra rispetto al passato un maggior interesse degli studenti ai temi della sostenibilità?

Assolutamente si. Gli studenti, che considero nativi digitali e sostenibili, hanno compreso perfettamente il “valore della sostenibilità” e manifestano ogni giorno di più un interesse verso il suo studio che vorrei, tuttavia, non venisse ricondotto ad un mero fine utilitaristico, ma piuttosto ad un modo per vedere meglio le cose, comprendendo i benefici e accettando i relativi vincoli che la sostenibilità impone. Come docente, da tempo mi batto affinché la sostenibilità entri non solo nelle università e nelle scuole, ma soprattutto nelle famiglie e nelle case degli italiani.     

La sua nomina a presidente di Credit Agricole FriulAdria, Gruppo Crédit Agricole Italia, è stata vista come un primo passo verso una riduzione del gender gap del settore. Siamo sulla strada giusta?

La matrice francese e internazionale del gruppo Credit Agricole è stato un ingrediente importante: inoltre la letteratura scientifica ci insegna che la gender diversity nella governance di istituzioni finanziarie e non finanziarie attiva processi virtuosi di governo aziendale che favoriscono più indipendenza delle scelte di gestione e maggiore orientamento alla sostenibilità. Tale diversità a mio avviso dovrebbe, tuttavia, caratterizzare non solo gli organi di governo di banche e aziende di grandi dimensioni, ma anche e soprattutto la struttura organizzativa delle PMI, motori della nostra economia e protagonisti del cambiamento sociale e culturale del Nostro Paese. Nella mia esperienza di Presidente di Banca ho compreso nel tempo che il ruolo che tali aziende rivestono è altissimo in quanto l’attività creditizia condiziona i comportamenti di aziende e consumatori finali, contribuendo attivamente al conseguimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile.

Eventi