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Le Life Sciences al centro della nuova strategia Bayer

12/02/2016

Nuova strategia per la farmaceutica tedesca che incentra la comunicazione su uno degli asset di maggiore forza del gruppo, la croce Bayer, che racchiuderà tutti i business. Una scelta che comporta un’attività di comunicazione taylor-made su tutte le strutture ma anche un lavoro dall’interno sulla cultura aziendale. Ne abbiamo parlato con Daniele Rosa, Direttore Comunicazione di Bayer in Italia.

Con 3,6 miliardi di euro investiti nel 2014 in Ricerca & Sviluppo, Bayer è un gruppo globale, presente in 75 Paesi, in grado di combinare e sfruttare appieno le proprie scoperte scientifiche nei settori Salute e Agricoltura. Alla luce della recente focalizzazione sul business delle Life Sciences l’azienda mira ad accrescere il know how acquisito, impegnandosi in un dialogo attivo con la società. Della nuova strategia aziendale e del ruolo che riveste la comunicazione in questo nuovo orientamento abbiamo parlato con Daniele Rosa, Direttore Comunicazione di Bayer in Italia.

 

Perché questa scelta di concentrarsi sulle Life Sciences? Si tratta di un ritorno al passato o un passo verso il futuro?
In una società così “liquida” e in continua evoluzione, diventa assolutamente necessario adeguarsi e non rischiare di restare immobili. Un’azienda con 150 anni di storia come Bayer e impegnata da anni su tre storici pilastri, agricoltura, salute e chimica, ha di recente lasciato l’ultimo ambito perseguendo una focalizzazione importante sulle Life Sciences, con un obiettivo perfettamente in linea con la sua mission: “Science For A Better Life”. Migliorare la qualità della vita è un assunto importante che però avrebbe poco senso se non fosse adeguatamente supportato da una formidabile concentrazione sulla ricerca e l’innovazione che vanno a contraddistinguere un gruppo presente in 75 Paesi al mondo. Utilizzare slogan è sempre facile, difficile ma necessario, invece, è agire concretamente e con coerenza.

Le sfide che il nostro pianeta si trova, oggi, a fronteggiare sono evidenti a tutti. In primis un invecchiamento della popolazione porta necessariamente con sé la necessità di tutelare ancor di più la salute e la vitalità, attraverso cure migliori e farmaci mirati e innovativi. Si tratta di un invecchiamento mondiale che, se non gestito in maniera opportuna, potrebbe creare importanti squilibri anche al sistema economico. Di fronte ad un dato di questo tipo, si può solo lavorare sulle modalità per ottenere un migliore stile di vita. Come Bayer, facciamo in modo di aiutare le persone con i nostri farmaci, favorendo anche la cultura dell’automedicazione. Cerchiamo di insegnare alle persone a curarsi: nello stile di vita, nell’usare farmaci nel modo corretto, nell’approcciare la vita in una maniera un po’diversa da come accadeva finora. Un altro fronte importante su cui lavorare è quello delle grandi patologie globali, che da sempre destabilizzano il pianeta. Infine, ci sono i temi legati a malattie gravi e settori tradizionali come ad esempio l’oncologia, settore in cui Bayer è da sempre in prima linea.

Accanto alla salute un altro tema chiave è quello dell’agricoltura: Bayer è meno conosciuta come produttore di agrofarmaci ma è ai primi posti nel mondo in questo business e si ritiene responsabile della promozione di un’agricoltura sempre più sostenibile. È da una buona agricoltura che inizia la “filiera della salute”.

Qual è la strategia di comunicazione che accompagna il progetto?
Tutto questo porta ad un cambiamento di percezione del marchio, proprio perché spesso in passato si pensava di comunicare Bayer e i suoi prodotti con marchi forti e c’era ampio margine di comunicazione anche per le diverse società del gruppo. Oggi, marchi come Bayer Healthcare, Bayer CropScience, Bayer MaterialScience non rappresentano più una declinazione della croce Bayer.

Ci stiamo adesso avviando verso un cambiamento a 360° gradi: si vuole incentrare la comunicazione su uno degli asset di maggiore forza del gruppo, il marchio Bayer, che sarà unico e sempre più forte e racchiuderà tutti i nostri business. Tutto ciò implica un lavoro di comunicazione taylor-made su tutte le strutture e significa anche modificare la cultura all’interno.

Non si tratta quindi di un’operazione top-down ma di un’operazione di diffusione di un modo nuovo di comunicare l’azienda. È necessario far comprendere all’interno che uno dei grandi obiettivi è diffondere la positività e l’innovazione che il brand Bayer trasmette.

L’anno scorso abbiamo attraversato un percorso di transizione per staccarci dal mondo della chimica e dare un’entità diversa alla nuova realtà di Covestro (ex Bayer MaterialScience), rendendo Bayer una società più compatta, forte e orientata alle Life Sciences: salute, agricoltura e tutto ciò che vuol dire cultura, sociale, sostenibilità, benessere della persona.

Un’altra novità nell’ambito della comunicazione in Italia è la gestione, da parte del dipartimento Comunicazione, del portale Coltura & Cultura, unico nel panorama italiano dell’agricoltura. L’iniziativa nasce da una meravigliosa fonte di informazione, una serie di volumi sui prodotti della terra, che oggi sono diventati un portale online che vuole parlare di eccellenze, di sostenibilità ma anche di arte nel mondo agricolo.

Bayer punta molto sull’innovazione e sui talenti. Come nasce il progetto Grants4Apps?
Recentemente abbiamo invitato per la prima volta startup innovative a presentare nella sede di Milano i propri progetti nei settori della Salute e dell'Agricoltura, favorendo la cultura dell'innovazione. Grants4apps è un progetto realmente internazionale a cui contribuiscono tutte le country. Tutte le multinazionali hanno chiara l’importanza strategica rappresentata dalle startup ma una tematica così, declinata in questo modo così internazionale, eterogeneo e focalizzato sulle Life Sciences, è un concetto assolutamente innovativo.

 
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