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Le multinazionali strizzano l'occhio alla Cina

03/05/2005

CSR: un rapporto sui comportamenti delle corporation nel territorio cinese. Attente alla loro fama, animate da buone intenzioni ma anche da qualche astuzia.

Una persona su cinque nel mondo è cinese, la Cina è il paese a cui guarda l'economia globale e i cinesi sono già stati definiti una risorsa naturale del pianeta. In questa zona immensa della Terra, interessata da un motore di sviluppo vorticoso, si giocheranno le sorti economiche del mondo. Le multinazionali non stanno a guardare e cercano di guadagnare consenso e popolarità attraverso politiche sociali, ben consapevoli del fatto che un'attenta CSR vale molto di più della tradizionale pubblicità per far conoscere i propri brand.Da Procter & Gamble a McDonald's, da Coca Cola a Motorola, la maggior parte dei colossi mondiali della globalizzazione sono impegnati in progetti di scolarizzazione per i più giovani, specie nelle zone rurali dove la politica del figlio unico è spesso aggirata e dove la povertà e l'analfabetismo sono ancora realtà drammatiche. Esiste il P&G Hope School Project, la World Children Day di McDonald's e molto altro: iniziative sociali rivolte soprattutto ai giovani e a favorire le opportunità di studio, in collaborazione con fondazioni locali come la Youth Development Foundation.Alla fine non c'è ragazzino cinese che non abbia sentito parlare dei più celebri brand, considerato il numero di iniziative promosse dalle multinazionali. Per loro i marchi occidentali sono una cosa bella, sinonimo di buono e giusto. La strategia di P&G e Motorola funziona molto meglio della banale pubblicità. E' una questione di percezione psicologica: l'astuzia di farsi conoscere senza invadere, di promuovere senza mostrarsi troppo e di collegare al proprio nome valori positivi.Viste le proporzioni del fenomeno, il governo cinese ha provveduto a stabilire una serie di linee guida per i cosiddetti "charity projects", nel rispetto della privacy e della trasparenza.La popolazione rurale della Cina supera Europa e Stati Uniti insieme: un esercito di bambini destinato a crescere con il simbolo di Coca Cola. Ma questa è la storia del sud del mondo, inevitabilmente più sensibile dell'Occidente alla suggestione del marchio. Questione di punti di vista: per loro le multinazionali non sfruttano i bambini. Li fanno studiare.Emanuela Di Pasqua-Totem
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