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P.A.: la USL di Bologna apre ai social network

22/06/2011

Le aziende italiane scoprono sempre di più le potenzialità del web 2.0. E con esse anche le pubbliche amministrazioni. E’ il caso della USL di Bologna che, da pochi giorni, promuove i suoi servizi ai cittadini anche attraverso Twitter e Facebook. _Matteo Bianconi_ ne ha parlato con _Marco Grana._

Le statistiche parlano di un’Italia sempre più connessa alla Rete, tra applicazioni e social network. E così le pubbliche amministrazioni cominciano ad attivarsi su questo versante, tra nuovi servizi e programmi dedicati al cittadino. In questo contesto sembra che si muova qualcosa anche nella sanità pubblica. Proprio da pochi giorni infatti sono apparsi un nuovo profilo su Twitter e uno su Facebook: @AUSLBologna è l’account dell’Azienda USL sulla famosa piattaforma di microblogging, che “promuove e tutela la salute, individuale e collettiva, di tutti i cittadini, residenti e comunque presenti nel proprio territorio”, mentre Azienda USL di Bologna la pagina di Facebook dedicata. E’ un progetto ancora in fase beta, diciamo, ma ci siamo messi in contatto con l’azienda stessa, che ci ha risposto in breve tempo.
Com’è nata l’idea di aprire il profilo della USL di Bologna sui social network?
L’Azienda USL di Bologna è on line con il suo sito dal 2000, e da quel momento è sempre stata orientata a comunicare e offrire servizi in tutti i modi possibili, da quelli più tradizionali, come il telefono o il passa parola a quelli più tecnologici e innovativi. I social network rappresentano uno sviluppo naturale, in questo momento, in particolare, ci stiamo mettendo alla prova con facebook e twitter. Al momento utilizziamo twitter per rilanciare le nostre news, e crediamo che, almeno in una occasione, il tweet abbia avuto l’effetto di un comunicato stampa, perché il giorno dopo abbiamo ritrovato nelle pagine locali bolognesi la nostra news copiaincollata.
Sarà un nuovo servizio al cittadino o una “semplice” apertura al dialogo?
In effetti, l’obiettivo è verificare se una istituzione può usare pienamente il potenziale di relazione, cioè di comunicazione bidirezionale, che Twitter e FB consentono, con quelle caratteristiche di immediatezza, approssimazione e confidenza che non sono certamente tipici degli attuali modi di comunicare istituzionali. I servizi potrebbero essere informativi o di counselling, ma dovrebbero configurarsi come “dialogo”, o come chiacchiera, nel senso di chat.
Il futuro del servizio sanitario è scritto nel web 2.0?
La sanità è al 90% medici, infermieri, assistenti sanitari e tecnici che materialmente e fisicamente lavorano con persone malate. C’è uno spazio essenziale legato alla comunicazione e all’informazione (per l’accesso ai servizi e soprattutto per la promozione della salute) e la grande novità degli ultimi 10 anni è il web 2.0, che non cancella l’importanza dell’interazione personale, e attraverso gli altri media (volantini, giornali, manifesti, radio, tv…). Detto questo il potenziale del web è ancora in parte da esplorare e certamente è sottoutilizzato da tutte le grandi organizzazioni, comprese quelle sanitarie, pubbliche e private. Alcuni orientamenti vanno però guardati con senso critico: stanno nascendo in tutto il mondo e anche in Italia siti che ti “accolgono” con suggerimenti sulla salute, anche corretti, e ti guidano in un percorso la cui ultima tappa è la prenotazione di una visita medica. I rischi connessi a questo tipo di organizzazione dell’informazione sulla salute sono diversi. Dalla spinta a consumare prestazione sanitarie non necessarie per la salute, alla costruzione di reputazioni professionali on line più virtuali che reali.
Tratto da Pragmatiko
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