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Sindrome dell'impostore e relazioni pubbliche

29/04/2022

Stephen Waddington

La realtà della pratica delle pubbliche relazioni non corrisponde alla propria percezione. È caratterizzato da un'occasione mancata e dall'incapacità di realizzare il suo potenziale. La riflessione di Stephen Waddington.

In tre mesi di dottorato di ricerca ho scoperto che le relazioni pubbliche sono definite da una serie di contraddizioni.

Il passaggio da una mentalità focalizzata sulla soluzione a una mentalità riflessiva è l'aspetto più impegnativo del lavoro sia nella pratica professionale sia nel mondo accademico.

Nella pratica risolviamo i problemi esaminando i dati e proponendo un'ipotesi basata su un'intuizione. Raramente applichiamo la scienza. Il mercato giudica l'efficacia della nostra soluzione e la qualità dell'esecuzione.

Nel mondo accademico risolviamo un problema leggendo il corpo delle conoscenze, producendo un'ipotesi e conducendo ricerche originali. I nostri pari giudicano il nostro contributo alla conoscenza attraverso una peer review

Il mio studio iniziale del corpus di conoscenze nelle relazioni pubbliche rivela una professione immatura. È difficile stabilire un collegamento tra il contributo alla gestione e alla strategia.

Non esiste una teoria unificante delle RP. Ci sono innumerevoli visioni del mondo. Lo stesso termine è usato per descrivere l'applicazione della pratica in un contesto di salute pubblica come per conto di una major petrolifera. Viene utilizzato per descrivere una serie di attività, dalla pubblicità alla gestione degli stakeholder ai massimi livelli.

La pratica delle RP è incerta di per sé. È costruita su una sottile patina di conoscenza teorica. Quando hai citato per l'ultima volta una teoria delle RP o hai applicato qualsiasi aspetto della scienza nel tuo lavoro quotidiano?

C'è uno scambio limitato tra teoria e pratica. Ci sono pochissime comunità, eventi o media condivisi. Questo nonostante quasi ogni aspetto della professione moderna, dall'intelligenza artificiale agli algoritmi, dagli influencer alla disinformazione, sia stato esplorato dai ricercatori.

Mi sembra un terribile spreco di capitale intellettuale e un'enorme opportunità persa.

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