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Token e NFT: significato e implicazioni future della criptoeconomia

#TaccuinoDigitale

11/03/2022

Si parla sempre più spesso di Token e NFT come di tendenze emergenti del Web a cui tutti gli attori che vogliano rimanere o diventare rilevanti si dovranno adeguare (dai big dei social alle banche, alle aziende) ma che ha visto proprio il mondo dell’arte tra i primi entusiasti aderenti. Si tratta degli elementi base della cosiddetta criptoeconomia ovvero l’economia basata sulle reti blockchain che aspira ad essere più egualitaria ed accessibile di quella reale. Qui un piccolo glossario per capirne significato e risvolti.

CRIPTECONOMIA e BLOCKCHAIN: la criptoeconomia è quella economia basata sulla rete blockchain ovvero “un registro di contabilità condiviso e immutabile che facilita il processo di registrazione delle transazioni e la tracciabilità dei beni in una rete commerciale.” Già questa prima definizione, seppure alquanto tecnica, ne mette in evidenza le potenzialità innovative in quanto la “catena di blocchi” sfrutta le caratteristiche di una rete informatica di nodi per gestire e aggiornare, in modo univoco e sicuro, un registro contenente dati e informazioni in maniera aperta, condivisa e distribuita senza la necessità di un’entità centrale di controllo e verifica. Quindi, rispetto alla economia reale, un sistema più decentrato e aperto, potenzialmente più facilmente accessibile. Nell’immagine sottostante Vincenzo Cosenza mette bene in luce le differenze tra questi due modelli.

(descrizione)

TOKEN è l’unità di misura delle cripto-economie di cui sopra: ovvero un codice che funziona su una rete peer to peer di calcolatori (blockchain). Questi codici sono di due tipi: fungibili e non fungibili.

I token fungibili

I token fungibili sono quelli che possiedono caratteristiche identiche e che quindi possono essere scambiati con altri codici dello stesso tipo, quindi possono fungere da moneta ma possono anche avere altre funzioni ad esempio abbiamo gli equity tokens che rappresentano la proprietà di un certo asset e attribuiscono alcuni diritti e che in genere vengono usati per spingere le persone a donare risorse scarse come il tempo o il capitale oppure i cosiddetti social token emessi da singoli o da community che permettono a follower e membri di una comunità di partecipare, producendo valore e ottenendo in cambio una qualche utilità. Quest’ultima tipologia appare molto interessante in quanto sono declinabili sia a livello individuale (token personali o creator token) come, ad esempio, chi ha codificato blocchi di tempo consentendo ad altri di acquistarli per ottenere consulenze professionali; sia a livello di community ovvero emessi da comunità di utenti riunite intorno ad un interesse particolare e che consentono non solo di partecipare alla community ma anche di prendere parte attivamente alle decisioni. Questi ultimi rappresenterebbero così una evoluzione interessante degli strumenti attuali di gestione delle community per incoraggiare una partecipazione più ampia, coinvolgente, democratica e capace di creare valore.

I token non fungibili

Questo tipo di token è per caratteristica unico e fornisce la certificazione della sua origine e proprietà. Sono quelli che hanno fatto più discutere di recente, nel mondo dell’arte in particolare, con la diffusione di opere in formato di NFT e l’acquisto da parte di utenti a cifre anche esorbitanti. In questo caso le funzioni sono chiaramente di esibizione di status; appartenenza ad un gruppo; collezionismo; certificazione (del raggiungimento di certi obiettivi ad esempio)… Questi beni digitali, quindi, potrebbero dare vita (e in molti casi lo stanno già facendo) a nuovi modelli di business nei settori più svariati.

(descrizione)

Quanto queste economie cripto saranno effettivamente più aperte e democratiche rispetto al controllo e all’accentramento di potere caratteristici delle economie tradizionali o la possibile evoluzione dei token che le costituiscono sono ancora questioni aperte frutto di un processo chiaramente in divenire. Proprio per questo però è necessario da parte di noi professionisti comprenderlo e agire per contribuire a indirizzarlo in una ottica quanto più partecipativa e aperta.

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