Prima Comunicazione fa le cose in grande. Potete trovare in edicola, a otto euro, 525 pagine (molte però di pubblicità..) dedicate a trent'anni della comunicazione nel nostro Paese.Come si può perdere l'opportunità di tenersi in biblioteca, tanto per fare un esempio, un manifesto con tutte le copertine? Oppure trenta volte undici diari editoriali con tutto ciò che è successo di importante nel mondo e in Italia, mese per mese, anno per anno? Come perdersi l'ammirevole, arguta e geniale penna di Emanuele Pirella che racconta le dinamiche della creatività pubblicitaria?'Trenta/quaranta anni fa la pubblicità era un giardino di infanzia. Forse lo è rimasto ancora, ma dalla parte del tunnel degli orrori o del castello delle streghe....Ciò che inquieta, piuttosto, è che l'orrore degli effetti speciali sembra assomigliare pericolosamente alla realtà. Che tra un telegiornale e la fiaba pubblicitaria non sembra esserci più soluzione di continuità'...così si conclude il suo bellissimo intervento.E se Pirella dice che la pubblicità assomiglia sempre più ad una orrenda realtà, la gran parte degli interventi sul giornalismo, le relazioni pubbliche, la televisione, i libri parla di taroccamento progressivo della informazione, sempre più vicina, sovrapposta, intrecciata alla comunicazione, sia quella delle organizzazioni sia quella della fiction e dei reality.Insomma, una grande, gigantesca marmellata comunicativa ove il lettore - elettore - consumatore si immerge ogni giorno inconsapevolemente ingannato, tradito, fuorviato; ove il giornalista - comunicatore - soggettista si trova al centro del mondo, ossequiato dai potenti che ne hanno bisogno, invidiato dai giovani che ne intuiscono gli strumenti della cassetta degli attrezzi, per nulla infastiditi o intimoriti dalle implicazioni di impatto sull'interesse e sulla sfera pubblica.E di quest'ultima non importa proprio nulla ad alcuno, purché si intende rimanga forte e chiaro il termine 'pubblico' ...ma nel senso classico di 'a spese degli altri'!In questo panorama così allegro, rimane solo da costruire una grande alleanza fra i consapevoli per trasferire ai giovani le armi della critica e gli attrezzi necessari per una lettura, un ascolto, una visione smitizzante del progressivo e apparentemente inarrestabile intreccio fra comunicazione, informazione e realtà.Un numero che, nella sua ultima parte, riporta una spleeniana galleria di ritratti di decine di persone che hanno calcato in vario modo il palcoscenico della comunicazione in questi trent'anni cui Umberto Brunetti, direttore 'emeritus' e fondatore di Prima insieme al condirettore Alessandra Ravetta, dedica un ricordo, una zampata, una nenia, uno sfottò...una 'resa dei conti', uno sfogo senile arguto, sboccato, antico, godibile.Un numero che presenta anche una bellissima sorpresa di Furio Garbagnati e della sua Weber Shandwick.. quattro pagine di pubblicità (pg. 474-477) in cui si racconta una recentissima ricerca di Astra sotto il titolo: gli utenti e le relazioni pubbliche in Italia: crescita, duttilità e ruolo di governo dell'impresa. Se vi raccontassi i dettagli poi non comprate più il numero, e questo sì che sarebbe davvero un errore!(tmf)Una bella sorpresa di Weber Shandwick. Un Emanuele Pirella superlativo. Tutto da comprare e da leggere!